| Prima di leggere qualsiasi altra recensione voglio buttare giù il mio parere sennò mi confondo. Oddio, così tante cose ci sarebbero da dire. Inizio da un punto a caso e poi riuscirò di conseguenza a sbrogliare il filo. Intanto comincio con il dire che non sapevo fosse con Paul Bettany quando l'ho iniziato a vedere ed è stata una scoperta piacevole perché quel tizio mi risveglia tutta. Però fin da subito ho capito che nel suo personaggio c'era qualcosa di marcio... chiamatelo intuito femminile, chiamatelo culo, alla fine però ci speravo in un lieto fine e invece col cavolo. Quando dopo un'ora ho stoppato il film per andare in bagno, e muovendo il mouse per mettere in pausa (vedo i film attaccando il pc alla tv, non sullo schermo del pc, è importante) e aspettandomi di trovare il cursore verso metà, l'ho trovato solo ad un terzo non nascondo che è stato un duro colpo. Ma ora faccio meglio a dire qualcosa di più serio. Inizialmente pensavo fosse un film di quelli che ti fanno fare un percorso tortuoso prima di arrivare ad un finale "e vissero tutti felici e contenti", piano piano le speranze sono scemate e verso la fine ormai non mi aspettavo più niente; e un po' ti senti come dentro al film, pensi di poter perdonare tutti alla fine, e la tua fiducia nei confronti del genere umano sembra fragile ma ancora in piedi (a parte la fiducia in Lars von Trier, che è morta da un ora e mezza di film), pensi ad una fine pacata e giusta che pareggi i conti senza aumentarli sull'abaco dello schifo (?), e invece proprio come la protagonista che solo negli ultimi minuti cede alla pressione, anche tu (cioè, io) devi ammettere che effettivamente c'è solo del marcio ed è un'epifania tremenda. Non so se questa cosa ha senso scritta così, ma l'idea che c'è dietro qualcosa significa. Ma ci ritornerò con più chiarezza... Torno all'inizio e dico qualcosa sull'ambiente: la prima cosa che ho pensato è stata: che bella introduzione. La seconda cosa è stata: o cavolo, ma tutto il film è un'introduzione? Dopo essermi rassegnata a quello che vedevo mi sono messa a riflettere e ho subito adorato l'assenza di mura che nascondono la quotidianità della gente. E così ho potuto osservare tutti i cittadini svolgere le loro mansioni giornaliere assolutamente prive di filtri. I personaggi immediatamente mi sono sembrati interessanti e bellissimi (ecco perché poi il loro passaggio al lato oscuro è così brutto. Anche Anakin era tanto puccio da giovane), super caratterizzati (senza sforzo) e tutti con una loro dimensione, una personalità, ecc. Su ogni personaggio ci sarebbe da dire qualcosa, ma parlo solo di uno ora dicendo che ogni volta che lo vedevo pensavo a questo
La bionda Quindi mi è stato difficile prenderla sul serio anche nei momenti più drammatici ASD. Sembra presentarsi quasi come una commedia (in un punto ho riso di gusto, purtroppo non ricordo più dove mannaggia) e non mi sarei mai aspettata che un mondo così aperto potesse mai poter nascondere un segreto così terribile. Tutto il putridume proprio sotto il naso di tutti e nessuno che parla. La scenografia aiuta di brutto a trasmettere questa sensazione. E comunque alla fine ho davvero trovato super interessante il discorso sull'arroganza e la protagonista mi è subito apparsa come un angelo condannato a vivere sulla terra in stile John Coffey e quindi a soffrire dell'incomprensione degli esseri umani data dalla loro sfiducia e lercezza interiore e dal loro stesso slancio evolutivo che li costringe a non accettare la pace, ma che li spinge a ribaltare lo status quo, mischiare le acque, trovare nuovi equilibri, un orto, Nietzsche, Voltaire e tutti gli autolesionisti di questo mondo. Mi ero davvero fidata, ero davvero interessata e nella mia innocenza mi rivedevo un po' in quell'angelo (che complimento mi sto facendo!) perché anche io sono spinta verso il perdono, ma più che altro io non credo di poter giudicare, non credo di poter perdonare, anche io penso sia un comportamento assolutamente arrogante, ma certamente non come lo intendeva il padre della protagonista! No, io sono più una pensatrice razionale che non trova il limite tra il logico poiché concreto e l'astratto poiché logico, così errando penso che l'uomo si riduca a geni, ambiente, 0 volontà, nessun libero arbitrio. Parole grosse per chi ha fede! (e io ne ho) Quindi l'unica cosa che mi tiene attaccata al suolo è la certezza che erro, e che il libero arbitrio è in nostro possesso. Non ne conosco le vie, ma spesso è bello apprezzare solo il dubbio. E dicendo ciò mi viene troppo in mente Wilde quando dice "Si parla tanto del bello che è nella certezza; sembra che si ignori la bellezza più sottile che è nel dubbio. Credere è molto monotono, il dubbio è profondamente appassionante. Stare all'erta, ecco la vita; essere cullato nella tranquillità, ecco la morte." Senza divagare troppo continuo dicendo che ero così rapita dallo spirito di quell'angelo che me un minuto l'ho adorato. Poi... il peggio. Pippe mentali su pippe mentali. Tutto è in continua evoluzione e alla fine l'uomo (il padre) mette in catena l'angelo che, proprio come lui stesso aveva affermato precedentemente già due volte, uccide l'uomo che amava perché avrebbero... avrebbero proprio dovuto incontrarsi in libertà. L'uomo elimina anche questo fastidioso ostacolo tra sé e l'infelicità. Così si fa! Alla fine la protagonista pensa di poter punire e giudicare come Dio, come Lucifero. Come l'origine del peccato. Ed è lei a lasciare Dogville o è Dogville a lasciare lei e tutto il mondo? Io direi che forse è lei a lasciare il mondo. Ciuelo, a quest'ora mi dovrebbe essere proibito scrivere! Spero che tutto ciò abbia senso. Aggiungo che ho amato un paio di immagini: la prima volta che viene stuprata e vediamo il culone di quel tizio a casa sua e poi siamo su Elm st., ma dato che non ci sono mura vediamo tutta la scena come se fosse la quotidianità, immersa tra le scene di altre quotidianità in altre case. E la scena in cui lei si porta dietro la ruota attaccata al collo lasciando la scia nella neve e lui uscendo dall'assemblea per raggiungerla passa sopra la sua scia. Non so perché, ma mi è piaciuta. Il voto sarebbe a metà tra 8 e mezzo e nove, ma arrotondo a 9 perché un film che mi ha dato tanto da parlare è un film che merita un 9. Forse avrei anche delle idee negative sul film, ma non credo sia necessario che io ne parli.
CITAZIONE (The White @ 13/6/2013, 00:27) Mi viene in mente ad esempio il primo abuso di Grace ripreso dalla strada in cui i passanti vivono la loro vita tranquilla creando l'effetto di "Elephant in the room": Problemi evidenti, che tutti conoscono ma una volta dietro un muro (anche se invisibile) spariscono. A quanto pare ha colpito entrambi questo. Sì, il teatro, ecco a cosa pensavo mentre lo vedevo. Teatro che riesce ad essere anche più reale del cinema nonostante tutte le sue evidenti finzioni. |
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