Sostanzialmente un more of the same, che segue pedissequamente la formula vincente del precedente capitolo e semplicemente cambia punto di vista, angolatura, per rendere il tutto un prodotto interessante se non altro per approfondire alcuni personaggi o lacune del primo.
Probabilmente è riduttivo, ma non è un indicatore di scarsa qualità, o di un'opera incompleta: semplicemente, un more of the same. Che in realtà parte già paradossalmente con un elemento in meno, ossia la mano maniacale di Zack Snyder in post produzione. Sebbene cerchi di ricalcare a livello tecnico le gesta di Leonida, qualcosa manca e viene compensato con l'introduzione del 3D, che viene tributato con un paio di scene di sicuro impatto ma che nel complesso rende il tutto un po' meno patinato e più artefatto.
Non un difetto in sé e per sé, giusta una considerazione tecnica che lascia il tempo che trova, ma che inevitabilmente trova banco e spazio per discussioni, essendo un prodotto che non cerca di superare il primo, ma di affiancarlo, con tutti i mezzi a disposizione.
La cosa più interessante è ovviamente il nuovo punto di vista, questa volta ateniese, del conflitto con il dio re Serse, a partire dagli antefatti sino a giungere all'epilogo, una sorta di mix tra prequel e prequel, che non confonde lo spettatore se ha ben presente il massacro dei 300 e ben si inserisce nella cronologia degli eventi.
Il tutto si guadagna la legittimità di opera in essere grazie all'introduzione di nuovi personaggi, che divengono nuovi protagonisti, accantonando quelli vecchi e riducendoli a cameo funzionali allo sviluppo della trama e degli intrecci. Seppur sia difficile eguagliare la performance epica di Butler nei panni di Leonida, la sceneggiatura riesce comunque a restituirci un protagonista discretamente convincente, che mette da parte (si fa per dire) i muscoli per mettere in primo piano l'intelligenza tattica dell'altra grande città stato della Grecia, a sottolineare la dicotomia sia tra i due film, che tra i protagonisti.
Lasciando comune ben evidente il fil rouge (e di rouge ce n'è molto) tra le pellicole, ossia la violenza impressa sulla pellicola, patinata, ritoccata ma mai fine a sé stessa, ma protagonista di un film che senza di essa non avrebbe senso di esistere, che da un significato a tutta la visione e ne permea ogni singolo fotogramma.
Quello che forse manca, nonostante i numerosi elementi in comune, è la presenza di grandi scene madri, che sappiano imprimersi a fuoco nello spettatore, che lo rendano consapevole dell'identità di questo capitolo, piuttosto che confonderlo con il precedente. L'epicità, l'opulenza della fotografia e i grandi combattimenti sicuramente non mancano, tuttavia un "QUESTA è SPARTA" sicuramente non esiste.
In ogni caso, se come me vi ...
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