1. Noi siamo infinito - Recensione

    Tags
    Emma Watson
    Noi siamo infinito
    By tayger il 14 Feb. 2013
    +4   +1   -1    7 Comments   186 Views
    .

    noi-siamo-infinito_cover



    Un film incredibilmente bello che passerà probabilmente in sordina. Uno di quelli il cui destino al box office pare essere scritto sin dall'inizio, da non si sa quale mano, ma che meriterebbe molto di più di quanto potrebbe mai raccogliere.
    Perché pellicole che sappiano emozionare e far vibrare corde ormai inusuali sono sempre più rare, capaci di tormentare e far sognare allo stesso tempo, senza soluzione di continuità, senza necessità di scendere ad eccessi stilistici o scenografici, ma con la sola e semplice capacità di saper raccontare una storia. O un'esperienza, nel caso in esame.
    Varca i confini tra i generi e riesce a restarci in bilico con perfetto equilibrio, sapendo dosare i momenti migliori di ciascuno di essi, partendo dalla spensieratezza delle teen comedy per arrivare all'introspezione psicologica delle pellicole più drammatiche, riuscendo a mescolare ogni ingrediente in maniera sapiente ed oculata, senza eccedere in uno o nell'altro ambito, creando una miscela affascinante e suadente.
    Un film che a dispetto del fuorviante trailer, non è indirizzato ad un semplice pubblico adolescenziale, ma che sa raccogliere consensi in una forbice più ampia di spettatori, dal più smaliziato al più romantico sognatore: perché uno dei pregi è proprio saper prendere per mano ed accompagnare chiunque si appresti a vederlo in un percorso emozionale ed emozionante, che trova il suo ideale punto di partenza da una delle esperienze più comuni, il periodo scolastico e l'adolescenza, sicuramente uno dei più radicati e caratterizzanti ciascuno di noi, e che può far riemergere ricordi agrodolci.
    Ed è proprio in questa commistione di sensazioni che si eleva la bellezza del film, perché qualsiasi sia il momento ritratto dal film, non è mai frivolo, mai trattato con leggerezza, bensì con la matura consapevolezza di chi si guarda indietro ed adotta una prospettiva molto più ricca di sfumature di quanto possa mai esserlo una teen comedy.
    Di per sé è una scelta quasi obbligata, essendo il cuore della sceneggiatura il dramma vissuto dal protagonista, ma che viene sfruttato brillantemente per fotografare uno di quei momenti, periodi, in cui il fardello del passato pare essere troppo pesante per poter guardare serenamente al futuro.
    Ed è questo senso di disorientamento il fulcro attorno al quale si sviluppa la storia del protagonista, colpito duramente dalla vita negli affetti ed incapace di riprenderla in mano, privo di punti di riferimento che sappiano orientarlo ma ancora desideroso di risvegliarsi dal torpore del dolore, risvegliarsi e ricominciare a vivere.
    Non da solo, perché il peso che si porta dentro è troppo per una persona sola ma ancora capace di tendere la mano verso nuovi amici che, con fatica, riesce a trovare. E che lo aiutano, non solo a ritrovare sé stesso, ma anch...

    Read the whole post...

    Last Post by g123 il 6 July 2014
    .
  2. Cosa sarebbe successo se...?
    Rubrica perditempo...

    Cosa sarebbe successo se...?


    a cura di mr.wolf



    Quante volte con i vostri amici avete scherzato alla fine di un film su una scena discutibile (a volte forse inutile), come la morte evitabile del vostro personaggio preferito? Oppure su qualche altro particolare?

    Questa rubrica nasce solo per scherzare un po' su qualche scena che, personalmente, mi ha posto dei dubbi..ovviamente non ho alcuna presunzione di conoscere la verità :D. Chiedo scusa anticipatamente per il linguaggio un po' colorito!

    Attenzione contiene SPOILER!!!






    C'era spazio per il buon Jack Dawson su quel pezzo di legno?



    (Titanic - James Cameron - 1997)


    323974-titanic




    Ma sposta il tuo c**o un po' più in là! Due ore di film che c'hai rotto le balle co sto Dawson, ti abbiamo visto ignuda in tutte le salse, anche con la patonza di fuori per lui..abbiamo capito che sei pazza di lui! Ed allora cosa diavolo ti costa spostarti un po' più in là? Provaci almeno!
    E tu idiota, ok che stai congelando, ma sali su quella fottuta porta! O almeno prova a vedere se c'è qualche altra cosa vicino a te! No niente, vuole per forza morire!


    Edited by mr.wolf - 16/2/2013, 17:20
    Last Post by tayger il 16 Feb. 2013
    .
  3. Come rivalorizzare l'arte in Italia?

    Avatar
    Tags
    arte
    cultura
    monumenti
    By cinepatrick il 18 Jan. 2013
    +1   -1    0 Comments   25 Views
    .

    Come rivalorizzare l'arte in Italia?

    mosaico



    Vi vorrei proporre un nuovo argomento da discutere insieme. Mentre riflettevo su quello che bisogna fare in Italia per rilanciare la cultura, l'arte, i monumenti, ho scritto questo piccolo articolo che vorrei condividere con voi. Cosa fareste per rilanciare la cultura italiana?

    ______________________________________________

    La cultura in Italia non sta passando il suo momento migliore. Ed è triste dire questo, perché l'Italia rappresenta senza il minimo dubbio la patria dell'arte nel mondo. La televisione negli anni ha proposto programmi che hanno di fatto annientato la voglia del pubblico di vedere altro. I telespettatori si sono adattati a quello che veniva proposto. Non mancano comunque canali televisivi dedicati al mondo dell'arte e della cultura, ma non sono di certo i più seguiti ne tantomeno i più amati. Negli ultimi anni sono cambiate le abitudini degli italiani. Il mondo è diventato più veloce, abbiamo imparato a fare tutto subito grazie all'informatica. Con un tasto siamo connessi in tutto il mondo. Questa situazione ha portato a dimenticarsi della storia, dell'arte, sempre più appannaggio di un ristretto numero di persone che ancora vogliono nella loro vita qualcosa di più di un programma televisivo o di un sito su internet. I monumenti vengono considerati oggetti antichi e quindi noiosi, posti da cui tenersi lontani. Ma siamo sicuri che sia davvero così? L'arte è qualcosa che fa vibrare l'anima, fa brillare gli occhi, sussultare il cuore, non può essere definita noiosa soltanto perché qualcuno non ha voglia di guardare.

    Come si fa quindi, in una situazione così funesta, a cambiare le cose? Dobbiamo iniziare a pubblicizzare la nostra arte, far si che l'esistenza di quel particolare monumento sia sotto gli occhi di tutti (Mantova sta lavorando bene in questo). Questo deve partire dai comuni verso i propri cittadini perché troppo spesso chi abita in una città non conosce neanche i monumenti che ospita. Questa è la primissima cosa da fare, spedire del materiale al cittadino, metterlo al corrente di che tesori nasconde la propria città. I comuni davvero al servizio dei cittadini, è questo che dobbiamo avere in Italia. Le azioni non devono partire dall'alto, in questo caso dallo Stato, ma dal basso, dai comuni e anche dai singoli cittadini. I comuni devono promuovere i propri tesori anche ai turisti, che sono in molti casi l'entrata più consistente di un bilancio comunale. Come si può convincere i turisti a visitare l'arte di quella determinata città? Creando dei "pacchetti tutto co...

    Read the whole post...

    Last Post by cinepatrick il 18 Jan. 2013
    .
  4. La Mano Infernale - Recensione

    +1   +1   -1    0 Comments   273 Views
    .



    Regia : Lorenzo Buscaino
    Cast : Sebastian (Eros Bosi), Fux (Lorenzo Acquafredda), Vanessa (Annalisa Mancuso), Professor Ferrini (Mauro Pietrini), Giovanni (Andrea Buscaino), Michele (Carlo Buscaino), L'impiegata (Maria Teresa Federici), Samanta (Elisa Rosati), John (Giacomo Martinelli), Alice Ferrini (Nicoletta Nardini), La ragazza di Fux (Giulia Lanari), il docente universitario (Giovanni Tasca).
    Durata: 60 minuti
    Nazionalità: Italia
    Anno: 2012
    Genere: Horror/fantasy/mistery
    Soggetto e sceneggiatura : Lorenzo Buscaino
    Musiche : Lorenzo Buscaino



    E' possibile creare un buona pellicola se il budget a disposizione è veramente ridotto? La risposta è si quando si hanno delle idee. E "La Mano infernale", nel suo piccolo, risponde a questo quesito. Da "Il Bosco1" ai film di Fulci, fino a "La casa" del ben più noto Raimi, questo film nostrano strizza l'occhio ai film di culto, citando tutti quei registi che hanno fatto dei b-movie un proprio credo e, che in alcuni casi, hanno sfornato dei veri e propri capolavori.
    Merito del regista ternano Lorenzo Buscaino che con pochi personaggi ed un modestissimo budget, è riuscito a sfornare una pellicola di discreto valore; cosa non facile da realizzare in un genere ultimamente poco fortunato nel nostro Bel paese.
    Come ogni b-movie che si rispetti, anche questo film presenta degli errori. Sulla bilancia degli errori pesano alcuni dialoghi forzati ed una dizione spiccatamente marcata da parte degli attori. Eros Bosi (protagonista del film) e Lorenzo Acquafredda, nonostante non siano attori professionisti, ci mettono però tanta passione e umiltà, elementi indispensabili per migliorare in qualsiasi ambito. La bilancia del film sale però per alcuni primi piani veramente notevoli, ma sale soprattutto per le musiche, vero punto di forza del film, inquietanti e claustrofobiche si sposano perfettamente con il genere horror.
    Il Make up bizzarro e divertente, unito all'ambientazione evocativa nei boschi e ad alcune situazioni grottesche, contribuiscono a dare quel tocco di humor e vintage tipico del b-movie anni 80. Promosso!


    Fabio Baldacci

    Trailer









    Edited by mr.wolf - 15/1/2013, 01:19
    Last Post by mr.wolf il 15 Jan. 2013
    .
  5. Beasts of the Southern Wild (Re della terra selvaggia) - Recensione

    +1   +1   -1    2 Comments   86 Views
    .

    beastsofthesouthernwildj




    Quattro nomination agli oscar (Miglior Film, Regia, Sceneggiatura, e Migliore Attrice Protagonista) per una delle migliori pellicole dell'anno. Chi, qualche mese fa, avrebbe scommesso che questo film sarebbe arrivato così lontano? E invece eccolo li, insieme a pellicole di richiamo come Argo, Vita di Pi, Django Unchained, Zero Dark Thirty, Lincoln. Per non parlare poi della nomination al regista e all'attrice protagonista. Il regista si chiama Benh Zeitlin, appena 30 anni, esordiente, capace di arrivare subito alla nomination come regista dell'anno. Per quanto riguarda l'attrice protagonista, ecco a voi Quvenzhané Wallis, 9 anni, la più giovane candidata agli Oscar. Una bambina che ha saputo imprimere tutta se stessa su questa pellicola, dando anima e corpo, fondendosi con essa. Lei è Beasts of the Southern Wild e viceversa.

    Prima delle nomination agli Oscar, il film è passato in moltissimi festival vincendo tantissimi premi come il Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival di Robert Redford e la Camera d'Or al Festival de Cannes. Risultati davvero importanti per un film anticonformista e atipico in un panorama cinematografico che spesso si presenta piatto.

    Passiamo alla descrizione del film. Beasts of the Southern Wild racconta la storia di una bambina di nome Hushpuppy che vive in una comunità chiamata "Bathtub", nel profondo sud della Louisiana. Vive insieme a Wink, un padre severo da cui impara cosa voglia dire stare al mondo e come si fa a sopravvivere. Wink è malato, e Hushpuppy è una bambina forte che non vuole mollarlo, ma farà di tutto per ritrovare la madre, che chiama in continuazione, di cui sente la presenza anche se non è davvero con lei.

    Questo film parla attraverso il silenzio, attraverso lo sguardo dei protagonisti, attraverso i gesti, la natura. Parla con tutto quello che non è stato creato dall'uomo. Un film che ci parla della natura dell'uomo, dove non sono ammessi comportamenti conformisti al mondo che sembra essere predominante, quello della tecnologia, del faccio tutto io, tutto subito e premendo solo un pulsante. Hushpuppy ci ricorda cosa sia davvero il mondo, cosa sia davvero l'essere umano. Ci riporta agli albori dell'inizio della vita, vuole riconnetterci col nostro nucleo vitale. Viene affrontato tutto in maniera diretta, ci vorrebbero più film come questo. Una pellicola semplice, che nasce da un cinema che non ha niente in comune con quello delle pellicole tradizionali. La semplicità al servizio del cinema.

    Gli attori, con il loro sguardo prima ancora che con le loro interpretazioni, sono la forza in più di questa pellicola, che non esagera mai, non perde mai ritmo, non vuole essere mai pretenziosa, vuole solo mostrarci le cose come sono, sta a noi voler capire oppure no. Questo è sicuramente ...

    Read the whole post...

    Last Post by cinepatrick il 12 Jan. 2013
    .
  6. Touch (Serie Tv) - Recensione

    Avatar
    Tags
    serie tv
    Touch
    By cinepatrick il 8 Jan. 2013
    +1   -1    0 Comments   149 Views
    .

    5944446_f520




    Unire i puntini. Collegare tutte le cose, mettere in relazione il punto A con il punto B, ma anche, perché no, con il punto C. Capire che tutte le cose sono collegate è una grande conquista che l'umanità deve fare per evolversi e superare le grandi sfide del nostro pianeta. Quello che stiamo facendo adesso, potrebbe influenzare in modo determinante quello che succede dall'altra parte del mondo. Può sembrare incredibile, ma le cose vanno così per davvero. Quando parliamo di unire i puntini, possiamo parlare dei nostri progetti e dei nostri pensieri. Per proseguire, ad esempio, in una ricerca, mettiamo in relazione diverse questioni ed a un certo punto, Eureka, capiamo i diversi collegamenti tra le cose e ci esaltiamo!

    Questo argomento, che considero di grande importanza, è stato trattato nei migliori dei modi da un serie televisiva americana, Touch, che ci insegna a capire e comprendere la presenza di questi collegamenti nella vita di tutti i giorni. Ci insegna che i miracoli avvengono tutti i giorni, dobbiamo solo cambiare il modo in cui guardiamo le cose perché il segreto è tutto qui. Guardando le cose diversamente, esse appaiono diversamente.

    Jake, il protagonista di questa splendida serie televisiva, è un bambino autistico di 11 anni, che comunica solo attraverso i numeri, che racchiudono al loro interno una serie di avvenimenti che accadranno nel mondo. Suo padre, Martin, si impegnerà a seguire i numeri, e pian piano si uniscono tutti i puntini.

    Questa serie televisiva parla dell'amore che le persone devono saper trovare dentro loro stesse e condividerlo con tutti quelli con cui entrano in contatto. Amore Universale. Connettere i puntini ci avvicina al significato pieno della vita. Facciamo questo sforzo di unire i puntini, l'umanità non può che trarne benefici. A piccoli passi si arriva verso la grande rivoluzione spirituale.

    Per concludere, Touch è per me la miglior serie televisiva del 2012, quella che più ha voluto comunicare un messaggio, che ha voluto mettersi al servizio dell'umanità intera. Jake non parla con nessuno ma, all'inizio e alla fine di ogni puntata, ci regala i suoi pensieri attraverso i suoi splendidi monologhi interiori che sono la perla di Touch.



    CITAZIONE
    “89 degrees, 15 minutes and 50.8 seconds. That’s the current position of Polaris. The Northern Star. Viewed from another planet, it’s just one among many. But on Earth, it’s uniquely important. Fixed in place, an anchor. No matter where you are in the northern hemisphere, if you face Polaris, you face north. You know where you are. But there are other ways to get lost, in the choices we make, in events that overwhelm us. Even within our own m...

    Read the whole post...

    Last Post by cinepatrick il 8 Jan. 2013
    .
  7. Breaking dawn parte 2
    Bill Condon - 2012

    +1   -1    0 Comments   49 Views
    .

    6c617267652065647761726420706f73746572



    Da dove cominciare?
    Già il libro, come ho avuto modo di dire in più occasioni, non è il massimo, è lento, lungo, deludente, e incoerente nel seguire lo snodo delle storie e l'evoluzione dei personaggi. Nella necessità del lieto fine a tutti i costi, la Meyer ha cambiato le carte in tavola e ci ha pure convinti che sia normale innamorarsi di un infante. Vabbè. Non rimane davvero nulla di ciò che ha appassionato tanti lettori nei libri precedenti.
    Questo serve non a giustificazione ma a spiegazione parziale dell'inconsistenza del film. Nel senso: già la base non è granché.
    Ma è una premessa. Era impossibile aspettarsi qualcosa di più o di diverso, la sceneggiatrice è stata la vera maledizione dell'intera saga cinematografica e il regista Bill Condon svolge il compitino come assegnato dal produttore... Speriamo che da ora in avanti si ricordi dei suoi trascorsi, insomma. Ha pur sempre un Oscar a casa. Bill, ripigliati!!

    Per entrare nel merito, il film è stucchevole in modo esasperante, totalmente privo di un qualsiasi approfondimento sul concetto di "natura" umana, immortale e via dicendo, che poteva invece essere uno degli aspetti interessanti, cioè il passaggio di Bella da una natura all'altra. Niente. Scopriamo così che la vita da vampiro, tanto temuta nei precedenti episodi, in realtà è tutta una gioia di caccia al cervo, corse a perdifiato sui prati, ruzzolamenti vari, botte da orbi con gli amici licantropi, e sesso a go-go.
    E questo è solo l'inizio.
    C'è spazio per una lunghissima presentazione di tutte le famiglie vampire del pianeta: il vampiro arabo, la vampira indiana, le vampire dell'amazzonia, i vampiri irlandesi, il vampiro inglese, i vampiri russi, le vampire disco-dance... Sembrano le tipologie delle barbie. Tutti sono ovviamente corredati di abbigliamento tradizionale e accessori.
    Non parliamo ovviamente di attori. Pazienza gli altri, già chiaramente annoiati già dopo il primo Twilight e qui direttamente addormentati. In un mondo normale, Michael Sheen o Lee Pace sono ottimi anzi straordinari. Qui la cosa sfiora il ridicolo più volte, e c'è da chiedersi cos'abbia fumato il truccatore quando ha deciso di acconciare quella povera gente in questo modo...

    7406404248_542f31aa72_z

    Per ciò che riguarda il finale
    ho pensato per un attimo che avessero avuto il coraggio di cambiare l'orrore prodotto dalla Meyer, la quale per 500 pagine ci aveva afflitti con l'angoscia della...

    Read the whole post...

    Last Post by deanie il 25 Nov. 2012
    .
  8. X-Men: le origini – Wolverine
    Gavin Hood - 2009

    +1   -1    0 Comments   31 Views
    .



    Il filone fumettistico continua a rivelarsi una miniera d’oro per Hollywood, da cui estrarre pellicole che nel corso del tempo sono riuscite ad avvicinarsi ad un cinema di buona qualità, che non aneli al facile successo soltanto grazie ad un brand di forte impatto.
    X-men origins: Wolverine rappresenta non solo l’ultimo capostipite del genere, ma anche il primo spin off della serie che ha dato il là al tutto, X-men.
    La necessità di questo episodio muove ovviamente da ragioni prettamente commerciali, volte a sfruttare una delle icone pop contemporanee più famose ed amate, senza che queste vadano ad inficiare sulla qualità del prodotto finale.
    Il risultato è invece di indubbio valore, cui si è giunti grazie all’efficace cambio effettuato dietro la macchina da presa: se nel passaggio da Bryan Singer (X-men, X-men 2) a Brett Ratner (X-men 3: Conflitto finale) la serie iniziava ad accusare alcuni cedimenti, in X-men origins: Wolverine Gavin Hood (Rendition, Tsotsi) riesce a dare una nuova impronta alla serie, più seria e drammatica, come si confà a un personaggio tanto complesso quanto questo.
    La trasposizione cinematografica di Logan sin dall’inizio è stata accompagnata dagli applausi dei fan, diventando inevitabilmente il personaggio chiave di tutta la serie: tuttavia, se ciò appariva chiaro ed evidente (soprattutto nel secondo episodio), nel terzo capitolo la necessità di ampliare la rosa dei mutanti non è stata controbilanciata da una trama sufficientemente robusta da dar il giusto spazio ad ognuno di essi.
    Preso atto dei difetti, Hood cambia direzione, sacrificando la struttura corale, troppo dispersiva, in favore di una trama concentrata su Wolverine (Hugh Jackman), volta ad illuminare le zone d’ombra del suo passato. Inevitabilmente il film sterza verso maggiore drammaticità, introducendo personaggi chiave nella storia del personaggio, tra tutti Victor Creed (Liev Schreiber), William Stryker (Danny Huston) e Kayla Silverfox (Lynn Collins).
    Se Jackman ha il phisique du role per interpretare Wolverine (e a cui deve gran parte della sua popolarità), e Schreiber non sfigura nel ruolo di nemesi del fratello, è un peccato vedere così trascurato un personaggio affascinante e stravagante come Gambit, relegato a un ruolo marginale ed inserito quasi a forza nell’intreccio narrativo.
    È tuttavia una scelta coerente con il resto del film, nel quale i personaggi secondari restano ai margini della storia principale e sono puramente funzionali rispetto ad essa, senza alcuna eccezione: la mano esperta di Hood riesce comunque a non palesare tale artificio, riuscendo ad oliare con sufficiente maestria i meccanismi con i quali i vari personaggi si alternano sulla scena.
    La maggior drammaticità è espressa con vigore attraverso un uso più consistente dei primi piani, volti a catturare e sottolineare i momenti topici a cui prestar più attenzione; la seriet...

    Read the whole post...

    Last Post by tayger il 21 Nov. 2012
    .
  9. Skyfall - Recensione film

    +1   -1    0 Comments   64 Views
    .



    James Bond non è solo un nome: è uno smoking, un completo, un drink, un Aston, una pistola, un'icona pop, vesti che di volta in volta vengono indossate da attori diversi, ai quali si adatta, nascondendo le generalità per ammantarli con il proprio mito.
    007 viene sempre fuori, chiunque sia l'attore, ma è certamente vero che non tutti sanno adeguarsi a questi panni; il ciclo di Daniel Craig, partito tra mille dubbi e contestazioni, sta rilanciando questi panni, rendendo il personaggio molto vulnerabile ed imperfetto, di capitolo in capitolo, ma sempre pregno di grande fascino.
    Forse ancora di più ora, essendo molto meno eroe e molto più uomo, colpito nelle sue fragilità ed incertezze, nel suo passato e nel suo presente, sia con M che con il resto dell'IM6: è proprio da questi elementi che il film si dipana raccontando la parabola dell'agente più famoso del mondo, che conosce l'oblio del tempo che passa, relegato ad un angolo incapace di tener il passo con i tempi, senza appigli né scusanti.
    Ed è proprio dai meandri del passato (di M) che emerge il nuovo villain, un fantastico Javier Bardem che ci regala un nemico camaleontico, poliedrico, dalle mille sfaccettature, capace sia di divertire che di intimorire, fermo al suo ideale di vita: la vendetta.
    Due personaggi allo specchio, che partendo da origini simili, si ritrovano a vivere simili situazioni, a cui ognuno di loro darà poi una differente svolta, con ovvie conseguenze.
    C'è ben poco da parlare riguardo a queste conseguenze, perché se nel film bisogna trovare un difetto, sta proprio nella trama o meglio, nell'assenza di particolari sorprese od eventi inaspettati: tutta la vicenda si dipana lungo un canovaccio piuttosto prevedibile, senza particolari invenzioni o cambi di registro nella sceneggiatura, privilegiando quindi una visione apprezzabile indistintamente, a differenza del precedente Quantum of solace che, oltre ai rimandi al capitolo precedente, peccava anche di una trama al contrario fin troppo confusionaria e sfilacciata, rendendo il tutto soltanto un'ammucchiata di inseguimenti e pallottole.
    Se la sostanza è sempre di elevato spessore, essendo Bond il perno centrale di ogni film, anche la forma viene sempre più curata, grazie alla mano sapiente Sam Mendes che, con i suoi collaboratori, sa donarci prospettive mozzafiato del mondo dell'agente segreto più famoso al mondo.

    Qui la scheda del film



    Edited by tayger - 15/11/2012, 18:20
    Last Post by tayger il 14 Nov. 2012
    .
  10. Skyfall - Le recensioni dal web

    AvatarBy cinepatrick il 1 Nov. 2012
    +1   -1    0 Comments   20 Views
    .

    Skyfall - Le recensioni dal web

    skyfall_locandina-280x399



    Cinquant’anni. Ventidue film. Sei agenti speciali 007. Bisogna proprio dare i numeri per convincere il mondo che le storie del più celebre agente segreto britannico di sempre possano ancora catturarci come e più di prima. Bond 23, peraltro, è stato probabilmente il capitolo più travagliato di questa rinomata saga. Lungi quindi dall’essere il numero fortunato, questa ventitreesima incarnazione ha rischiato più di tante altre.

    Tuttavia esiste una legge, scritta nel cielo e alla portata solo di coloro che hanno occhi per vederla. Una legge dalla quale non vi è alcuno che può sottrarvisi; non se intende risorgere. Tale legge recita che nessuno potrà mai toccare le stelle se prima non sia stato scaraventato nelle viscere della terra. La caduta prima del più alto dei voli.

    Dietro il titolo di questo nuovo capitolo di una delle saghe cinematografiche più longeve della storia, si cela un intero universo. Ed in fondo è tutto lì, in quell’unica ma complessa parola: Skyfall. Parecchie sono state le congetture esposte a seguito del suo annuncio. Tra queste, molte stravaganti; tra queste, alcune singolarmente e sorprendentemente veritiere.

    Una cosa è certa: a prescindere dal significato assunto dal termine nato dall’unione di queste due parole (sky e fall), sia il cielo che la caduta sono radicalmente presenti, entrambi in egual modo, in quest’opera. Perché non vi è cielo senza terra e non si può comprendere quale sia la vetta da raggiungere se prima non si è rovinosamente caduti verso il basso.

    L’incipit di Skyfall è tra i più classici nell’ambito delle opere di spionaggio. Qualcuno ha messo le mani sulla lista degli agenti militanti nell’MI6, esponendo comprensibilmente l’agenzia a pericoli inauditi. La missione di Bond sarà quindi quella di recuperare tale lista, cercando di capire chi c’è sotto e perché. Ma questa non è che la superficie.

    Perché Skyfall non si limita a collocarsi tra le normali pellicole a tema. Attorno a sé orbitano questioni profonde, oseremmo dire ataviche. Dubbi e incertezze che scavano nel passato di Bond, e di tutto ciò che gli è più caro: l’agenzia, M, finanche il suo Paese. Pardon, Patria.

    Oggi certi termini soffrono di un’eco quasi anacronistica; residui di un passato che sembra non esistere più, archiviato nello stesso scompartimento di qualsivoglia ideologia. Ma è proprio intorno a tale premessa che emerge una delle chiavi di lettura più evidenti di Skyfall. Il vecchio e il nuovo si incontrano e si scontrano in una sorta di immaginario duello al quale, oramai, nessuno dei due può più sottrarsi.

    Bond 23, in tal senso, è un capitolo di transizione che si pone esattamente nel punto di intersezion...

    Read the whole post...

    Last Post by cinepatrick il 1 Nov. 2012
    .