1. Argo - Le recensioni dal web

    AvatarBy cinepatrick il 31 Oct. 2012
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    Argo - La recensione di Cineblog

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    CITAZIONE
    “Quindi tu vuoi venire a Hollywood,
    far finta che stai lavorando ad un progetto
    grandioso senza realizzarlo veramente, giusto?
    Allora hai scelto il posto giusto!”


    Ispirato ad una storia vera, Argo racconta l’azione segreta tra vita e morte intrapresa per liberare sei statunitensi e svoltasi durante la crisi degli ostaggi in Iran - la cui vera storia per decenni è rimasta ignota all’opinione pubblica. Il 4 novembre 1979, mentre la rivoluzione iraniana toccava l’apice, un gruppo di militanti fa incursione nell’Ambasciata USA in Teheran, portando via 52 ostaggi. In mezzo al caos, però, sei americani riescono a fuggire e trovano rifugio a casa dell’Ambasciatore del Canada Ken Taylor. Ben sapendo che si tratta solo di questione di tempo prima che i sei vangano rintracciati e molto probabilmente uccisi, Tony Mendez, un agente della CIA specialista in azioni d’infiltrazione, mette in piedi un piano rischioso per farli scappare dal paese. Un piano così inverosimile che potrebbe accadere solo nei film…

    Dalla Boston di Gone Baby Gone e The Town a Los Angeles e… l’Iran. Ben Affleck aveva già dimostrato che il suo posto è dietro la macchina da presa, più che davanti. In un certo senso lo si poteva ipotizzare nel 1998, quando vinse assieme a Matt Damon l’Oscar per la miglior sceneggiatura di Will Hunting - Genio ribelle a soli 26 anni. Poi l’inaspettato esordio come regista, e la conferma con il secondo lungometraggio, vera “fatica” per un neo-regista. Argo rappresenta non solo una conferma ulteriore della capacità di Affleck, ma è anche il film della “maturità”.

    Argo inizia con un riepilogo, tra immagini d’epoca e fumetto, della storia iraniana nel periodo della rivoluzione di Khomeyni : siamo pur sempre in un film commerciale, e un breve ripasso di storia (per molti: una breve prima lezione) non fa mai male. Gli Stati Uniti danno il sostegno allo scià Mohammad Reza Pahlavi. Centinaia di iraniani manifestano contro l’ambasciata americana a Teheran. Sono 52 le persone che prendono come ostaggi. Ma 6 funzionari riescono a fuggire all’insaputa dei rivoluzionari e trovano rifugio all’ambasciata canadese. È il 4 novembre 1979.

    D’ora in avanti possono esserci SPOILER

    Sahar, la camerie...

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    Last Post by cinepatrick il 31 Oct. 2012
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  2. Lo sapevate che? Chicche, curiosità ed ipotesi sul cinema
    a cura di mr.wolf

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    cinema
    Curiosità
    rarità
    By mr.wolf il 22 Oct. 2012
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    Lo sapevate che? Chicche, curiosità ed ipotesi sul cinema..


    a cura di mr.wolf


    Indice:


    Kubrick ha preso spunto da Sergio Martino per una scena di Shining?
    Mario Bava è stato il capostipite del Genere Slasher
    Kubrick, Barry Lyndon e le lenti studiate per la Nasa
    Sergio Leone, la stima da parte di Kubrick e i suoi progetti incompiuti..
    Le gemelle di Shining e il quadro "Identical Twins"





    Kubrick ha preso spunto da Sergio Martino per una scena di Shining?





    Sicuramente tutti (o quasi) voi conoscerete la scena del film "Shining" dove Jack Torrance (interpretato da un maestoso Jack Nicholson), in preda alla follia più assoluta, scrive un romanzo composto dalla sola frase "All work and no play makes Jack a dull boy", ripetuta tantissime volte.

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    Nel 1972 il regista Sergio Martino (apprezzato molto oltreoceano) gira un discreto giallo dal nome "Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave". In questo film è presente una scena dove uno dei protagonisti del film (un professore intellettuale), in preda alla follia anche lui, scrive un romanzo ripetendo anche lui una frase svariate volte: "Uccidere e murare in cantina".





    Forse l'immenso Kubrick si era ispirato al nostro buon Sergio Martino? L'unica cosa certa è che il nostro cinema è sempre stato fonte d'ispirazione per tanti registi stranieri (Quentin Tarantino per fare un nome).

    Edited by mr.wolf - 14/5/2013, 00:17
    Last Post by mr.wolf il 13 May 2013
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  3. Sotto scacco - Recensione film

    AvatarBy cinepatrick il 21 Oct. 2012
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    Non ho mai commentato questo film, non ho mai scritto neanche mezza riga. Probabilmente non ho scritto niente perché non ho mai trovato le parole adatte per descriverlo, e dopo due anni sono qui che ancora ci sto pensando e ripensando. Che dire, ho visto questo film per la prima volta nel dicembre 2010, e posso dire con certezza che è stato l'ultimo film di cui mi sono realmente innamorato. Non ho apprezzato così tanto nemmeno Hugo Cabret, nonostante sia uno dei miei film preferiti. Sotto scacco è un film come pochi altri. Ci parla di un bambino che mostra un grandissimo talento per gli scacchi, una maestria degna del leggendario maestro Bobby Fischer. Parteciperà a diversi tornei, e naturalmente passerà un momento di crisi tra un trofeo e l'altro, essendo stato messo dai genitori in una condizione di forte stress. Questo film è figlio degli anni '90, di quel cinema che ho sempre trovato pazzesco. I film dei primi anni '90 mi appassionano sempre e mi emozionano, molto ma molto più di quelli di oggi. C'era una certa magia che ora, in tempi di crisi economica (ma la vera crisi è soltanto di valori) non esiste più, o in qualche modo si cerca di negarne l'esistenza. Quella magia è ben testimoniata da questo film, un piccolo e autentico gioiello. Purtroppo è uno di quei film che si è perso, viene trasmesso pochissime volte ed è conosciuto da poche persone. Sarebbe da rispolverare e da regalargli i suoi giusti meriti. Poi che dire, il bambino protagonista si chiama Max Pomeranc, quello che io considero il miglior bambino prodigio che il cinema ci ha regalato. Un'espressività e una naturalezza che si vedono poche volte nel cinema. Davvero un peccato che abbia scelto volontariamente di abbandonare il mondo del cinema, perché a mio parere sarebbe diventato uno dei migliori attori in circolazione. Ma è giusto che abbia fatto la sua scelta, e ora è un uomo in carriera. Ma le sue opere rimangono sotto i nostri occhi, Sotto scacco prima, Fluke poo dopo. Nessuno ci priverà mai di questi film, della loro magia, della loro bellezza assoluta. Dove sono finiti questi film? Dove abbiamo perso la magia? Caro 2000, è arrivato il momento di riflettere e di capire da dove nasce il marciume del nostro tempo. Dobbiamo riappropriarci della magia della vita, a tutti i costi.


    QUI la scheda del film


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    Last Post by cinepatrick il 21 Oct. 2012
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  4. L'importanza della parola

    AvatarBy cinepatrick il 21 Oct. 2012
    +1   -1    7 Comments   317 Views
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    L'importanza della parola


    Vorrei creare una nuova rubrica dover parlare della parole. Nell'epoca della società delle immagini, dove tante persone sono attratte maggiormente da tutto quello che è dentro alla televisione o al computer, penso sia importante fermarsi e parlare del mezzo più importante di cui l'essere umano dispone. Mi piacerebbe condividere in questa rubrica tutto quello che mi sorprende delle parole, tutte le citazioni che preferisco, gli autori che più leggo, le interviste e tutto quello che riguarda la parola.

    La parola è sempre stata molto importante, fin da quando venne scritta per la prima volta con la P maiuscola: la Parola di Dio. Sono stati tanti nella storia del mondo a scrivere interi libri su cosa significhi leggere e cosa significhi scrivere. In tanti hanno provato a dare una propria definizione. Leggere è un esperienza che si fa con un'altra persona, è una condivisione tra tu lettore e lui scrittore. Quando leggiamo creiamo un mondo tutto nostro, dove le parole prendono vita e nel nostro cervello viene a crearsi un nuovo mondo tutto nostro.

    La lettura è un'esperienza importantissima che ci apre verso nuovi orizzonti.
    Last Post by Weleaf il 26 April 2013
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  5. Cinema e videogame
    When worlds collide

    By tayger il 16 Oct. 2012
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    Una delle frasi che si sussurra da sempre nel mondo del cinema è che le idee siano finite, le sceneggiature originali latitino, la fantasia sia scomparsa. Vero o falso che sia, è certo almeno che uno dei tamponi per questa fantomatica (alcuni aggiungerebbero cronica) crisi sia l'industria videoludica.
    E per certi versi non potrebbe essere altrimenti, data la natura stessi dei media: entrambi raccontano storie, esperienze e vicissitudini nelle quali lo spettatore può immedesimarvisi, pur con mezzi diversi.
    Differenza sostanziale è l'ovvia interazione, molto più interattiva per i videogiochi, molto più passiva per i film; ma il confine tende ad essere sempre più labile, sempre più impercettibile, soprattutto sul fronte dei videogames.
    Non di rado capita che, dinanzi ai prodigi tecnologici in termini di grafica di grande impatto, sia necessario anche offrire un altrettanto importante background nel quale immergere il giocatore, saperlo rapire ed intrattenere nel migliore dei modi.
    Il percorso inverso è invece piuttosto, come da cappello introduttivo, un saccheggio di idee, una bacinella da cui attingere di quando in quando nuovi spunti e plot, da ributtare su celluloide e dare in pasto ai fan speranzosi.

    Dal tono chiaramente si evince quanto in genere questi film siano piuttosto deludenti, non solo per gli aficionados, ma anche per uno spettatore comune: è pratica diffusa infatti lo sfruttamento fine a sé stesso del marchio famoso, con la consapevolezza che comunque un pubblico (di nicchia o meno) lo si attira a prescindere, mosso più dalla curiosità e dalla passione che dal valore del prodotto in sé.
    Come non ricordare quindi l'ormai tristemente famoso Street Fighter - Sfida finale, che segna, oltre che uno smacco al brand videoludico, anche una delle prime crepe nelle carriere di Jean Claud Van Damme. Il difetto principale, che si ripercuote poi senza soluzione di continuità in molti altri film tratti dai cosiddetti picchiaduro (ossia i giochi di combattimento), è la insana idea di voler sempre dar spazio a tutti i personaggi presenti nel videogioco, che in genere si aggirano sempre su numeri a due cifre.
    Questo implica pertanto uno spazio dato a ciascuno di esso assolutamente risibile, con background spessi come una sottiletta e una funzionalità legata nel migliore dei casi ad una decina di minuti rispetto a tutta la durata, per sparire poi senza troppi se e ma.

    Questa costante si ripete per un qualsiasi film tratto dai picchiaduro, e pertanto tale difetto viene limato soltanto nel caso in cui già alla fonte ci sia un roster di personaggi abbastanza limitato, come nel caso del primo Mortal Kombat, o di DOA: Dea...

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    Last Post by tayger il 3 June 2014
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  6. Terminator salvation - Recensione film

    By tayger il 15 Oct. 2012
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    Il cinema da qualche anno a questa parte è sempre stato tacciato di mancanza di originalità, e mai come negli ultimi anni è stata buttata benzina sul fuoco della polemica, attraverso reboot, newquel e prequel.
    Se in certi casi l’operazione è andata a buon fine (Batman begins e The dark knight su tutti), in altri il risultato ha lasciato a desiderare, acuendo non solo il presentimento di cui sopra, ma anche la sensazione che Hollywood sia governata anzitutto dalla legge del profitto, il cui cinismo porta a riesumare icone storiche, insensibile allo stuolo di fan ed aficionados.
    Con questa premessa Terminator Salvation si presenta nelle sale di tutto il mondo, per riportare in auge un vero e proprio simbolo degli anni ’90, che ha permesso ad Arnold Schwarznegger di imprimere con prepotenza la propria immagine nelle menti degli spettatori, attraverso un ciclo di tre film.
    Nelle intenzioni del produttore questo nuovo capitolo dovrebbe aprire una nuova trilogia, riprendendo le vicende narrate nei primi capitoli (a parte il terzo, Le macchine ribelli, praticamente ignorato) e trasporle nel futuro annunciatoci da Sarah Connor (Linda Hamilton).
    Messo nelle mani di McG (Charlie’s angels e Charlie’s angels più che mai), il timore che la nuova svolta possa avere riflessi più pop e patinati rispetto al glorioso passato, viene in parte smentito, proiettando sullo schermo il futuro apocalittico come sempre ci è stato descritto, reso al meglio dagli strabilianti effetti speciali.
    I maghi della computer grafica non si sprecano nell’inventare nuovi e temibili cyborg, ma proprio in questo eccesso risiede uno dei primi problemi del film: nessuno di questi ha la stessa presenza scenica di Schwarznegger, tutti privi di personalità e destinati a divenire un elemento sullo sfondo, pronto ad esser rimpiazzato in men che non si dica.
    Tutte le minacce che incombono su John Connor (Christian Bale) si susseguono senza soluzione di continuità, decretando da una parte uno spettacolare film d’azione, ma dall’altra parte privo di trama, i cui rari colpi di scena si perdono all’interno di uno sviluppo narrativo in cui i protagonisti non riescono ad incidere.
    Bale, granitico leader della resistenza, ha paradossalmente poco spazio, avendo il regista tributato questa pellicola ai miracoli dei moderni effetti speciali; nei rari momenti in cui non dominano la scena, questa viene condivisa con l’altro importante personaggio, Markus Wright (Sam Worthington), vera sorpresa, in positivo, del film. La sua prova è di buon livello, superiore all’unica espressione cupa che Bale riserva per qualsiasi evenienza.
    Tuttavia questo dualismo non giova nell’economia del film, non concedendo il giusto tempo e spazio necessari per delineare contorni un po’ più dettagliati e carismatici a questi personaggi; il cast di contorno d’altra parte non aiuta a creare situazioni nelle quali poterli ...

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    Last Post by tayger il 15 Oct. 2012
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  7. Resident evil: Retribution - Recensione film

    By tayger il 15 Oct. 2012
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    Non so se esista questa etichetta, ma nel caso vorrei crearla io: lip gloss action.

    E' un'idea malsana che mi è balzata in mente durante la visione (3D) del film in questione, un coacervo di pallottole e belle figliuole, interrotto di tanto in tanto da maleodoranti selvaggi che rovinano con il loro testosterone cotanta grazia ed abbondanza. In realtà il primo termine che mi è venuto in mente era glamour, avendo il regista optato per un action movie molto patinato, in cui le scene di combattimento siano tanto spettacolari da essere molto molto assurde, ma fatte tanto bene da soprassedervi.
    Certo è vero che con licenza di fantasia i suoi personaggi possono fare questo e ben altro, avendo a disposizione un roster appositamente tutto fuori che umano.
    Il film scorre veloce e piacevolmente, dopo che il regista (nonché marito della protagonista Milla Jovovich -mi pare) ha scelto di dare un'impronta prettamente action alla serie, tralasciando la componente vagamente drammatica a manciate di minuti sparsi qua e là giusto per dare senso alle pause tra un combattimento e l'altro: il meglio di sé infatti lo da su questo fronte, sia che siano all'arma bianca o con fucili/pistole/razzi e quant'altro.
    Questa scelta, per certi versi molto di comodo, è la migliore, non avendo mai avuto la velleità (o il coraggio) di dare un'impronta horror a un qualsiasi capitolo di questa serie; la decisione di fondo, ossia quella di privilegiare soltanto uno degli aspetti, piuttosto che soffermarsi con perenne indecisione tra i generi, premia una visione piacevole ed adrenalinica, che permette di spegnere il cervello per un'oretta e mezzo in santa pace a favore di un film che sa fare, oltre che dell'azione, anche della fotografia uno dei suoi punti di forza.
    Gioco forza sarebbe da aggiungere, poiché puntando su una produzione 3D (nativa per quel che posso saperne, vista l'alta qualità dello stesso) il tasso di spettacolarità è veramente molto molto alto; in aggiunta a questo, ritengo vi siano anche diverse "scene madri" molto coinvolgenti, che sanno restituire ai fan degli zombie un flavour tipico delle ultime produzioni, che in certi punti richiamano, senza scomodare, l'ottimo Alba dei morti viventi di Zack Snyder.

    Il film in sé e per sé non è un gioiello né tanto meno assurge a voler diventare un cult, avendo dato un -presumibilmente- alto budget agli effetti speciali, a discapito degli attori ingaggiati: stona infatti parecchio la dissonanza tra tanta spettacolarità e le performance estremamente ridicole del cast ingaggiato, con unica nota positiva della rediviva Michelle Rodriguez.

    D'altra parte, come già detto, il film non è fatto per impegnare il cervello, né tanto meno per strappare applausi a...

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    Last Post by tayger il 15 Oct. 2012
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  8. L'almanacco del giorno

    AvatarBy cinepatrick il 9 Oct. 2012
    +1   -1    25 Comments   763 Views
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    L'almanacco del giorno

    10 ottobre 2012

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    Oggi è mercoledì 10 ottobre 2012, il sole sorgerà alle ore 6 e 14 minuti e tramonterà alle ore 17 e 39 minuti (Roma)





    Nati

    Giuseppe Verdi (1813)
    Fridtjof Nansen (1861)
    Andrea Zanzotto (1921)


    Morti

    Antonio Sant'Elia (1916)
    Charlotte Cooper (1967)
    Orson Welles (1985)


    Accadde il 10 ottobre

    732 - Battaglia di Poitiers: i Franchi di Carlo Martello sconfiggono un grande esercito di Mori venuti da al-Andalus, impedendo ai musulmani una possibile espansione nell'Europa occidentale
    1911 - Con la rivolta di Wuchang inizia la fine alla dinastia Qing: sta per nascere la Repubblica di Cina
    1913 - Il presidente statunitense Woodrow Wilson innesca l'esplosione della diga Gamboa ponendo fine alla costruzione del Canale di Panamá.
    1964 - Si apre a Tokyo la XVIII Olimpiade.
    1970 - Le Figi diventano indipendenti.
    1985 - Dei caccia F-14 Tomcat della Marina degli Stati Uniti intercettano un aereo egiziano che trasporta i dirottatori della Achille Lauro e lo costringono ad atterrare nella base NATO di Sigonella, in Sicilia, dove vengono arrestati dai Carabinieri

    Ricorrenze di oggi
    La festa nazionale delle Figi e della Repubblica di Cina (Taiwan).
    La Chiesa cattolica celebra la memoria di San Daniele Comboni e di San Francesco Borgia.



    La citazione del giorno

    CITAZIONE
    "Il cinema è l'unica forma d'arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile." (Ennio Flaiano)

    Il regista del giorno

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    Last Post by cinepatrick il 25 Jan. 2013
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  9. Fatal frame [Motivational quote]

    By tayger il 19 Sep. 2012
    +1   +1   -1    12 Comments   538 Views
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    Onestamente non ne sono nulla di filmterapia, non so nemmeno se abbia basi scientifiche, ma tanto a noi che ce ne importa? :)
    Certo è che ognuno di noi può trovare qualcosa che lo colpisca nel profondo in un film, una frase, un frangente, una situazione, un'immagine, qualcosa che sappia smuoverci, emozionarci, scuoterci e farci sentire non parte del film, ma NEL film, come se quei pochi istanti appartenessero alla nostra vita.
    Last Post by tayger il 21 Aug. 2014
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  10. Twilight (2009) - recensione
    Deanie

    By deanie il 18 Sep. 2012
    +1   -1    0 Comments   13 Views
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    Sono di quelle persone che, nonostante abbiano superato da un pò (sic) la maggiore età, ha trovato Twilight molto carino. Il film mi è piaciuto, anche se credo che il suo successo sia da attribuire al successo del romanzo. Non ridurrei tutto a un fenomeno commerciale, che peraltro è diventato, perché in Twilight ci sono alcuni argomenti che spiegano la ragione del suo straordinario successo tra gli adolescenti e i meno adolescenti...
    Prima di tutto, è una storia d'amore, è romantica in senso classico, sa coinvolgere raccontando sentimenti universali con un linguaggio popolare che arriva a chiunque. Il protagonista maschila racchiude tutti gli stereotipi dell'eroe romantico e tormentato che affascina, stimolando la sindrome della crocerossina che in tutte noi.
    E poi c'è che parla di un'adolescente senza gruppo di appartenenza, con dei genitori ma senza una vera famiglia, una ragazza che non è parte di nulla e cerca sentimenti forti, emozioni, qualcuno che finalmente sappia prendersi cura di lei. Non è casuale che l'unica persona di cui si innamori, e che si innamori di lei, sia un immortale, un uomo che ha solo l'aspetto di un diciassettenne. Il suo comportamento, le azioni, i pensieri, sono di un adulto di un'altra epoca. I coetanei di Bella non sono come lei, lei non è come loro. Credo che questo senso di spaesamento sia proprio di una larga fetta di adolescenti, e che magari Twilight abbia rappresentato per loro qualcosa di simile a un sogno che si desiderebbe per se stessi. Naturalmente, il film e il libro tendono a idealizzare la figura dei vampiri senza quasi prendere in considerazione tutta l'oscurità, il male e il dramma di quella condizione. Ma per questo c'è Dracula, c'è Lestat, c'è molta letteratura e anche moltissimo cinema.
    Twilight il film indubbiamente non è un capolavoro (neanche il libro, ovviamente), è un film a basso costo, con attori semisconosciuti, una regista molto più indipendente di ciò che ci si aspetterebbe dalla trasposizione di best seller, e di effetti speciali non c'è quasi la necessità.
    Io a dire il vero sono contenta di aver recuperato la saga della Meyer, e proporrei di vincere il pregiudizio nei suoi confronti.

    La cosa che mi lascia più perplessa del film è la sceneggiatura. Con tutto il materiale che propone il romanzo, la scrittura del film rimane ferma a una manciata di cose, gran parte delle quali non vengono approfondite, ma rimbalzano dentro la scena quasi per inerzia. Quindi è anche vero che il momento di maggiore pathos, quello del confronto con gli altri vampiri, viene un pò tirato via.
    Last Post by deanie il 18 Sep. 2012
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