1. Noi siamo infinito - Recensione

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    Emma Watson
    Noi siamo infinito
    By tayger il 14 Feb. 2013
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    Un film incredibilmente bello che passerà probabilmente in sordina. Uno di quelli il cui destino al box office pare essere scritto sin dall'inizio, da non si sa quale mano, ma che meriterebbe molto di più di quanto potrebbe mai raccogliere.
    Perché pellicole che sappiano emozionare e far vibrare corde ormai inusuali sono sempre più rare, capaci di tormentare e far sognare allo stesso tempo, senza soluzione di continuità, senza necessità di scendere ad eccessi stilistici o scenografici, ma con la sola e semplice capacità di saper raccontare una storia. O un'esperienza, nel caso in esame.
    Varca i confini tra i generi e riesce a restarci in bilico con perfetto equilibrio, sapendo dosare i momenti migliori di ciascuno di essi, partendo dalla spensieratezza delle teen comedy per arrivare all'introspezione psicologica delle pellicole più drammatiche, riuscendo a mescolare ogni ingrediente in maniera sapiente ed oculata, senza eccedere in uno o nell'altro ambito, creando una miscela affascinante e suadente.
    Un film che a dispetto del fuorviante trailer, non è indirizzato ad un semplice pubblico adolescenziale, ma che sa raccogliere consensi in una forbice più ampia di spettatori, dal più smaliziato al più romantico sognatore: perché uno dei pregi è proprio saper prendere per mano ed accompagnare chiunque si appresti a vederlo in un percorso emozionale ed emozionante, che trova il suo ideale punto di partenza da una delle esperienze più comuni, il periodo scolastico e l'adolescenza, sicuramente uno dei più radicati e caratterizzanti ciascuno di noi, e che può far riemergere ricordi agrodolci.
    Ed è proprio in questa commistione di sensazioni che si eleva la bellezza del film, perché qualsiasi sia il momento ritratto dal film, non è mai frivolo, mai trattato con leggerezza, bensì con la matura consapevolezza di chi si guarda indietro ed adotta una prospettiva molto più ricca di sfumature di quanto possa mai esserlo una teen comedy.
    Di per sé è una scelta quasi obbligata, essendo il cuore della sceneggiatura il dramma vissuto dal protagonista, ma che viene sfruttato brillantemente per fotografare uno di quei momenti, periodi, in cui il fardello del passato pare essere troppo pesante per poter guardare serenamente al futuro.
    Ed è questo senso di disorientamento il fulcro attorno al quale si sviluppa la storia del protagonista, colpito duramente dalla vita negli affetti ed incapace di riprenderla in mano, privo di punti di riferimento che sappiano orientarlo ma ancora desideroso di risvegliarsi dal torpore del dolore, risvegliarsi e ricominciare a vivere.
    Non da solo, perché il peso che si porta dentro è troppo per una persona sola ma ancora capace di tendere la mano verso nuovi amici che, con fatica, riesce a trovare. E che lo aiutano, non solo a ritrovare sé stesso, ma anch...

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    Last Post by g123 il 6 July 2014
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