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.SPOILER (clicca per visualizzare).
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Visto oggi. Appena ho due minuti delibero . -
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Per certi versi mi ha ricordato il dogma 95, perché lo stile inizialmente tende ad essere asciutto, privo di artifici visivi e sonori, in un rapporto diretto con la telecamera, senza alcun intermediario.
Tuttavia, parallelemente al viaggio del protagonista, si inizia ad assaporare il certosino lavoro di Refn, che come direttore d'orchestra, inizia a giocare con immagini, colori e suoni, a dipingere progressivamente un viaggio onirico verso l'infinito sconosciuto, del mondo e di sé stessi.
Ma Refn non lascia che nessuno dei suoi attori diventi il vero protagonista, mettendo innanzi a loro sempre la sua verve creativa, che dipinge un rapporto uomo natura ostile e selvaggio, ma colorandolo in modo tale che appaia quasi un viaggio onirico verso una dimensione fittizia, in cui l'uomo soggiace a regole ultraterrene.
Pellicola molto particolare, che fa dell'involucro il principale protagonista, mosso da un Refn esteta, che permea ogni singolo fotogramma del suo stile, in maniera tale che sappia sempre e comunque risaltare, a dispetto degli attori umani.
Pregio o difetto è altamente opinabile, poiché dinanzi a questo, la trama scorre melliflua in mezzo a queste immagini, senza forza e senza sforzo, in modo tale che i tempi dilatati permettano di essere permeati dalla tavolozza di un Refn pittore.
Personalmente, ho trovato il film molto affascinante, sia a livello tecnico estetico, sia a livello narrativo, nonostante la sceneggiatura abbia un ruolo di secondo piano, affascinato dal mondo immaginato e riproposto su pellicola.
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Lonz@.
User deleted
Più che ad un pittore io lo paragonerei ad un direttore d'orchestra, in quanto rivedo nel film uno schema e una colorazione operistica.. Potrei perfino andare a teatro e al posto del film ascoltarmi la sua trasposizione.
Un film di una piattezza disarmante, di cui ho trovato noiosi i tre quarti.
Il viaggio spirituale si poteva realizzare molto meglio a mio parere.. Per rimanere in tema con le mie diciture iniziali affermerei che, dopo una prima parte calma e pacata, l'orchestra dovrebbe innalzare i toni e giungere al culmine della solennità, che è presente ma impalpabile.
Per me non raggiungiamo la sufficienza
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E' uno di quei film fatti per dividere, che estremizza alcuni aspetti, affascinando un certo tipo di pubblico ed allontanandone un altro. Io poi ho sempre avuto la mezza sensazione che Refn sia un po' come Shyamalan... Un grande centro (Driver) e poi film che galleggiano attorno alla sufficienza.
Beninteso, a me Valhalla rising è piaciuto, ma non so se lo rivedrei, e tantomeno non so nemmeno se lo consiglierei. A me ha affascinato lo stile, ma la trama e soprattutto il suo sviluppo possono sorprendere una volta.. ma la seconda?. -
The White.
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conto di vederlo in questo fine settimana eh. Comunque per me il vero centro di Refn è Bronson tutta la vita. Drive lo dovrei rivedere ma non lo trovai tutto questo capolavoro... . -
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Bronson è in lista. Avevo iniziato cinque minuti cinque a vederlo però credo debba essere affrontato nel mood giusto, conoscendo il cinema di Refn . -
The White.
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Non mi era arrivato alla prima visione e non mi è arrivato alla seconda non so come parlarne perché semplicemente il film non mi da spunti di interesse. Capisco l'intenzione ma non effettivamente dove si vada a parare. Leggendo commenti in giro trovo gente che parla di film pieno di simbolismi e roba varia ma nessuno che li spiega effettivamente Sicuramente è un film che partiva con l'intento di non voler dare particolari spiegazioni allo spettatore ma se in un film del genere non riesci ad entrarci finisce per non dirti proprio nulla ed è l'effetto che mi ha fatto. Mi resta difficile anche dargli un voto perchè per quello che mi ha detto è insufficiente ma allo stesso tempo sento che con qualche spiegazione potrebbe darmi almeno motivo di interesse. Per ora queste spiegazioni non ce l'ho quindi voto per l'impressione che mi ha lasciato.
Voto:.