Cambogia 2015

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  1. Wes_Djoke
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    Complimenti tay, sei davvero bravo!
     
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    Ho letto il post sullo Sleng museum...solo a leggerlo fa venire i brividi...è molto toccante!

    In Cambogia usavi la lingua inglese per comunicare?
     
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    Grazie Djoke!

    Sì Prince, e ho scoperto per fortuna che non è arrugginito moltissimo.. anzi.. riesco a fare anche battute simpatiche pure in inglese. Già il mio umorismo è strano, riuscire a far battute pure in inglese mi ha riempito di orgoglio :D

    Sì il museo del genocidio è molto toccante, soprattutto se sai lavorare di fantasia ed immaginarti quegli strumenti di tortura. In realtà ci sono anche foto, di alcuni delle ultime vite, dei loro corpi straziati, dei loro occhi aperti verso la vita che hanno perso.
    Ci sono teche con i vestiti macchiati di sangue, molti anche appartenenti a bambini, che venivano torturati ed uccisi.

    Però paradossalmente quello che più mi ha angosciato è stata la foto di un giornalista australiano, emblema di tutti quegli stranieri che venivano catturati, torturati e costretti a confessare colpe non loro. Mi immagino la paura, il disorientamento, stare in un posto di cui non si conosce nulla, a partire dalla lingua, e costretti a subire violenza, e vederla perpetrata ogni giorno.

    Tutte le finestre e tutti i terrazzi, dal primo piano in poi, venivano sigillati con filo spinato, per impedire che i prigionieri si suicidassero... è terribile quello che riesce a fare l'uomo.

    Ed è terribile sapere quanto non si impari mai dal passato.
     
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    Ammetto che prima di leggere sul tuo blog non conoscevo i dettagli di questa vicenda, che inevitabilmente ne ricorda un'altra...e questo suggerisce chiaramente che cose del genere possano ricapitare in ogni epoca e in ogni momento...come del resto sta già accadendo in altre parti del mondo, mentre lo scriviamo qui...
    Il libro che leggevi affronta questo tema? O forse ho capito male io?

    CITAZIONE
    Tutte le finestre e tutti i terrazzi, dal primo piano in poi, venivano sigillati con filo spinato, per impedire che i prigionieri si suicidassero...

    Questo è ancor più spaventoso...............

    Comunque ho finito di leggere il tuo diario di viaggio, e sono sincero...non so se al tuo posto sarei stato in grado di affrontare un'avventura così...in solitudine...seppure una solitudine relativa...e poi il problema con la carta sei riuscito a risolverlo???
     
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    Io ho letto Fantasmi di Tiziano Terzani; era un resoconto dei suoi dispacci verso le testate giornalistiche con cui collaborava durante tutto l'arco del governo comunista di Pol Pot, che si è macchiato anche (e soprattutto) dell'uccisione di almeno due milioni di cambogiani. Persone del suo stesso sangue.

    In realtà il libro lo cita superficialmente, perché idealmente segue passo passo l'evoluzione della storia della Cambogia. Per un bel po' di tempo è rimasto un paese misterioso, perché rifiutava i contatti con il mondo esterno.. tanto da minare tutti i bordi confinanti con gli altri stati. Certe storie sono uscite molto dopo.

    Anche io all'inizio ero un po' titubante.. però poi la paura fa largo all'entusiasmo, alla gioia di scoprire nuove cose, alla consapevolezza che in un viaggio del genere ci sei solo tu che conti, il tuo presente. Non ci sono scheletri nell'armadio che fanno rumore o la minaccia di un futuro poco roseo.. ci sei solo tu e tutto il mondo da scoprire.
    Tu e la tua voglia di metterti in gioco.
    Tu e tutto quello che vuoi fare con la tua vita in quel momento.

    Sì, fortunatamente sì, perché rischiava veramente di rovinarmi il viaggio.. il giorno dopo sono andato alla banca centrale e ho insistito per farmela ridare.

    Molti quando parlano mi dicono com'è andata in vacanza.. in realtà è stato un viaggio per me, un viaggio per capire le mie origini, e capire anche quello che sono ora, perché certi comportamenti sono così estranei alla cultura italiana e molto più affini a quella cambogiana.
    Comportamenti, o anche solo modi di pensare e ragionare, che all'inizio mi facevano sentire strano, a volte anche fuori posto. Ora invece mi sento molto più in pace con me stesso.
     
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    Tu quindi sei di origine della cambogia?

    Comunque mi piacciono molto i passi in cui dici che anche viaggiando da soli non lo si è mai veramente...e quando parli della crescita interiore, perchè penso tu abbia ragione su questo...è vero che solo confrontandoci con delle realtà diverse possiamo metterci alla prova...però ci vuole anche una carica di coraggio, oltre che di entusiasmo...
     
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    In realtà è un casino eheh. Sono nato in Thailandia, in un campo profughi, perché i miei stavano scappando dal Vietnam. Però la mia famiglia ha origini cambogiane perché parte del sud del vietnam, dove risiede tutto il resto della mia famiglia, tempo addietro era invece parte della Cambogia, che per motivi diversi è stata poi annessa al Vietnam (fa finta la questione di Istria per esemplificare).

    Quindi ho questo progetto personale di voler conoscere questi posti, e ho iniziato con la Cambogia
     
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    Un progetto molto interessante *_*
     
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    Sei partito dal viaggio più difficile(penso)...credo visto la storia della Cambogia e la sofferenza di questo popolo..
    Bel progetto e bel modo di viaggiare e scoprire,si l'appellativo vacanza è tanto riduttivo,ma ci sono persone che non conoscono la differenza.
     
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    Palma d'oro

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    Sì è riduttivo ma non biasimo chi me lo dice. Non era mia intenzione palesare gli intenti, era una cosa mia e non mi interessava avere l'approvazione altrui o l'incoraggiamento.

    Però nel corso dell'avventura mi sentivo felice, di quella felicità che vuoi condividere perché la senti troppo grande per un cuore soltanto.

    Non è un modo per mettersi in mostra quello di scrivere e dirlo: è il frutto di una maturità acquisita proprio durante il viaggio.
    Sapere che il posto nel mondo c'è, in un modo o nell'altro. E la voglia di dirlo era tanta.
     
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24 replies since 6/2/2015, 13:10   120 views
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