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Il buon Matthew è proprio bravo. Davvero ha meritato quell'Oscar, secondo me. Non solo per il dimagrimento, ma proprio perché fa il film tutto da sé. Sono contenta che abbia trovato finalmente il riconoscimento che meritava, e concordo che avesse anche bisogno di un personaggio di spessore, perché quelle commediole proprio non gli rendono giusitizia.
Aveva già dimostrato molto in altri film, penso, ma qui si è fatto proprio notare.
Leo secondo me doveva vincerlo già da un po'... Che so... Revolutionary road? The departed? Ma pure The aviator, anche se come età e somiglianza con Hughes non ci siamo nemmeno da lontano! E Shutter Island?
La vera domanda è perché non l'ha ancora vinto... -
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Film sugli anziani
Questo topic emerge da una discussione con una mia studentessa che mi parlava di Pomodori verdi fritt e della figura dell'anziano nel cinema. I film sono moltissimi, sicuramente. Comincio con una lista trovata in questo sito molto utile: www.badanteinfamiglia.it/index.php/...ure-e-film.html.
Aggiungo anche titoli miei...
A proposito di Schmidt di Alexander Payne, 2002
A spasso con Daisy di Bruce Beresford, 1989
Avviso di chiamata di Diane Keaton, 2000
Balene d’agosto di Linsday Anderson, 1987
Buon natale, buon anno di Luigi Comencini, 1989
Cocoon di Ron Howard, 1985
Così è la vita di Blake Edwards, 1986
È stata via di Peter Hall, 1988
Fate un bel sorriso di Anna Di Francisca, 2000
Gran Torino di Clint Estwood, 2008
Grazie di tutto di Luca Manfredi, 1998
Harold e Maude
I mercenari
Il frullo del passero di Gianfranco Mingozzi, 1988
Il posto delle fragole di Ingmar Bergman, 1957
Iris. Un amore vero di Richard Eyr, 2001
Jackass: nonno cattivo
La famiglia Savage di Tamara Jenkins, 2007
La separazione di Asghar Farhadi, 2011
La stanza di Marvin di Jerry Zaks, 1997
La vita a modo mio
Le invasioni barbariche di Denys Arcand, 2003
Le pagine della nostra vita di Nick Cassavetes, 2004
Lontano da lei di Sarah Polley, 2006
Mar nero di Federico Bondi 2008
Nebraska
Nessuno scrive al colonnello di Arturo Ripstein, 1999
Non è mai troppo tardi
Oltre il giardino, di Hal Ashby, 1979
Parenti serpenti di Mario Monicelli, 1992
Pauline & Paulette di Lieven Debrauwer, 2001
Pomodori verdi fritti di Jon Avnet, 1991
Pranzo di ferragosto di Gianni Di Gregorio, 2008
Stanno tutti bene di Giuseppe Tornatore, 1990
Sul lago dorato di Mark Riddel, 1981
Sulla strada per Galveston di Michael Toshiyuki Uno, 1996
Una sconfinata giovinezza di Pupi Avati, 2010
Una storia vera di David Lynch, 1999
Verso sera di Francesca Archibugi, 1977
Zia Angelina di Etienne Chatillez, 1990
Cancello dalla lista del sito Tutto può succedere, che è tutto tranne che un film sugli anziani! Diane Keaton! Porella.
Edited by deanie - 2/10/2014, 15:30 -
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Film al femminile
Cioè quei film che parlano di emancipazione femminile, di madri e di figlie. Storie di coraggio interpretati, diretti dalle donne, incentrati sulle donne.
Qualche idea:
The help
Calendar girls
Il colore viola
Le amiche della sposa
Gli anni dei ricordi
Precious
Fiori d'acciaio
I sublimi segreti della Ya-Ya sisters
Donne (1939)
The Women
Crimini del cuore
Angeli d'acciaio
In her shoes
La mia adorabile nemica
Caramel
Il mio grosso grasso matrimonio greco
Sex and the city
Thelma e Louise
Changeling
Amelia
Padrona del suo destino
La Fiera della Vanità
Il Diavolo Veste Prada
Una donna in carriera
Una donna tutta sola
Mulan
Death Proof
Agora
Kill Bill
Charlie's Angels
Coco Chanel
Coco avant Chanel
Elizabeth
Elizanbeth: the golden age
Ribelle
Hunger Games
Sucker Punch
Conviction
Ghost World
A Time for Dancing
Silkwood
Norma Rae
North Country
A proposito di donne
Bad girls
Temple Grandin
Mean girls
Voglia di tenerezza
Grey gardens
Edited by deanie - 18/4/2014, 14:35 -
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I migliori film demenziali
Sono convinta che anche in questo piccolo genere esistano pellicole cult, che meritano di essere viste.
Il dizionario definisce demenziale qualcosa che sia privo di senso, assurdo e insieme stupido. Comportamento d.; che fa del nonsenso, della sciocchezza un carattere stilistico: comicità demenziale.
Prima di tutto, cos'è un film demenziale? L'etichetta si fa risalire ai primi film di John Landis (Animal House), ma ho letto su altri libri una definizione di demenziale applicata anche ai film comici con Jerry Lewis. Per dire. Pare che il genere demenziale esista praticamente da sempre.
Quali film demenziali ritenete siano degni di attenzione e perché?
Qui lancio intanto una breve lista trovata in rete:
Animal House
Tropic Thunder
40 Anni Vergine
Disaster Movie
Agente Smart-Casino Totale
Superhero Movie
Hot Fuzz
Sex Movie In 4D
Austin Power 3-Goldmember
Zohan
Una Pallottola Spuntata
Scary Movie
Tre uomini e una capra
The Onion Movie
I Monty Python
Hor Rod
Gentlemen Broncos
Napoleon Dynamite
A Night at the Roxbury
Mystry Men
Galaxy Quest
La cena dei cretini
Hot Shots
Porky's
Il silenzio dei prosciutti
Il Bi e il Ba
Ridere per ridere
L'aereo più pazzo del mondo
Top secret!
Per favore, ammazzatemi mia moglie
Le comiche
Horror Movie
Funeral Party
40 giorni e 40 notti
La ragazza della porta accanto
The Onion Movie
Edited by deanie - 3/3/2015, 22:24 -
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Così al volo direi tutti quei film tratti da opere teatrali, perché necessariamente puntano sul dialogo. Ma anche film giudiziari, perchè si basano sul processuale. Un esempio:
La parola ai giurati. Uno degli script più belli della storia, magnifico!
Altri me ne verrano in mente, comunque! -
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L'assassinio di John Lennon
La sera dell'8 dicembre 1980 alle 22.51, al termine di un pomeriggio trascorso al Record Plant Studio, mentre Lennon si accingeva a rincasare con la moglie e si trovava di fronte all'ingresso del Dakota Building (il lussuoso palazzo in cui risiedeva, sulla 72ª strada, nell'Upper West Side a New York), un venticinquenne malato di mente di nome Mark Chapman esplose contro di lui cinque colpi di pistola colpendolo quattro volte (il quinto colpo non andò a segno) mentre esclamava: «Hey, Mr. Lennon». Uno dei proiettili trapassò l'aorta e Lennon fece in tempo a fare ancora qualche passo mormorando «I was shot...» [Mi hanno sparato] prima di stramazzare al suolo perdendo i sensi. Soccorso da una pattuglia di polizia, Lennon perse conoscenza durante la corsa verso il Roosevelt Hospital, dove fu dichiarato morto alle 23.07.
L'8 dicembre 1980, Chapman si appostò davanti all'entrata della residenza di Lennon, il palazzo The Dakota in Central Park a Manhattan (New York City). Quando il musicista uscì di casa, Chapman gli strinse la mano e si fece firmare un autografo sulla copertina di Double Fantasy, ultimo album di Lennon. Ad assistere alla scena vi era il fotografo Paul Goresh, che immortalò la scena in una celebre fotografia che ritrae l'assassino insieme alla sua futura vittima.Chapman rimase in attesa sul posto per altre quattro ore. Alle 22.52, vedendo Lennon rientrare insieme alla moglie Yoko Ono, Chapman lo chiamò, rivolgendosi a lui con un «Ehi, Mr. Lennon!», quindi gli esplose contro cinque colpi di pistola. Quattro dei proiettili colpirono Lennon e uno di questi trapassò l'aorta; Lennon ebbe appena il tempo di fare ancora qualche passo mormorando «I was shot...» [Mi hanno sparato] prima di cadere al suolo perdendo i sensi. Trasportato d'urgenza al Roosevelt Hospital, John Lennon fu dichiarato morto alle 23.07.
Al momento dell'omicidio, Chapman aveva con sé una copia de Il giovane Holden. Dopo aver sparato, rimase impassibile sulla scena del crimine, tirò fuori la sua copia del libro e si mise a leggere fino all'arrivo della polizia. Il custode del Dakota Building, Mr. Perdomo, gridò a Chapman: «Lo sai che cosa hai fatto?», al che Chapman rispose con lucida freddezza: «Sì, ho appena sparato a John Lennon». I primi poliziotti ad arrivare furono Steve Spiro e Peter Cullen, di pattuglia sulla 72ª Strada e a Broadway, che avevano appreso la notizia secondo cui un uomo era stato ferito da colpi d'arma da fuoco nei pressi del Dakota. Gli agenti accorsi sul luogo del delitto si accorsero subito che le ferite riportate da Lennon erano molto serie; non potendo aspettare l'arrivo dell'ambulanza, decisero di caricare il corpo di Lennon nell'auto di servizio per condurlo al vicino ospedale Roosevelt Hospital. Chapman fu arrestato senza opporre resistenza. Tre ore dopo il suo arresto, Chapman affermò:
(EN) « I'm sure the large part of me is Holden Caulfield, who is the main person in the book. The small part of me must be the Devil. » (IT) « Sono sicuro che una grossa parte di me sia Holden Caulfield, il resto di me deve essere il diavolo » (Mark David Chapman)
Chapman in seguito dichiarò di essersi già recato a New York un'altra volta, in passato, con l'obiettivo di uccidere Lennon, ma di non esservi riuscito. Dichiarò anche che le sue azioni avevano lo scopo di ottenere attenzione. Fu accusato di omicidio di secondo grado (secondo la legge statunitense) e, dichiaratosi colpevole, fu condannato alla reclusione da un minimo di 20 anni al massimo dell'ergastolo (quindi meno della possibile pena massima applicabile, che era del minimo di 25 anni). Nel 2000, scontato il minimo della pena, si è visto rifiutare la richiesta di scarcerazione sulla parola. Dopo 30 anni trascorsi nel carcere di Attica (a favore dei detenuti del quale, per ironia della sorte, John Lennon aveva cantato in un brano di Some Time in New York City, Attica State), nel 2012 Chapman è stato trasferito in quello di Wende, sempre nello Stato di New York, senza che fosse fornita una motivazione specifica che spiegasse il trasferimento. Chapman si dichiara un fervente cristiano, e una associazione religiosa ha chiesto la sua scarcerazione. Yoko Ono e numerosi fans di Lennon, al contrario, hanno chiesto che non venga mai scarcerato. Il 23 agosto 2012, per la settima volta, la commissione giudicante dello stato di New York ha negato a Chapman la libertà condizionata.
Motivazioni e malattia mentale
Chapman, fervente cristiano, non poteva tollerare l'affermazione fatta da Lennon nella sua canzone God secondo la quale «Dio è solo un concetto col quale misuriamo il nostro dolore», o quella inserita in Imagine, dove lo stesso John affermava di sperare in un futuro dove non esistessero più religioni a dividere il mondo. Inoltre, non sopportava il fatto che Lennon predicasse nel testo del brano l'abolizione della proprietà privata («Imagine no possessions...») quando lo stesso Lennon era un ricchissimo milionario. Chapman raccontò di aver ascoltato l'album John Lennon/Plastic Ono Band nelle settimane antecedenti l'omicidio e di aver pensato:
« Ascoltavo quella musica e diventavo sempre più furioso verso di lui, perché diceva che non credeva in Dio... e che non credeva nei Beatles. Questa era un'altra cosa che mi mandava in bestia, anche se il disco risaliva a dieci anni prima. Volevo proprio urlargli in faccia chi diavolo si credesse di essere, dicendo quelle cose su Dio, sul paradiso e sui Beatles! Dire che non crede in Gesù e cose del genere. A quel punto la mia mente fu accecata totalmente dalla rabbia »
(Mark David Chapman)
Dopo l'omicidio, Chapman fu esaminato da dozzine di psichiatri. L'uomo descrisse la rabbia repressa che covava nei confronti di suo padre, accusato di picchiare sua madre. Parlò della sua identificazione con Holden Caulfield e con la Dorothy de Il Mago di Oz, e dei suoi discorsi immaginari con il "piccolo popolo", un gruppo di ometti con cui interagiva nella sua mente. Chapman riferì al giornalista Jack Jones che quando disse alla sua "piccola gente" che era intenzionato a recarsi a New York per uccidere John Lennon, loro lo pregarono di non farlo, dicendogli: «Per favore, pensi a sua moglie. Per favore, Signor Presidente. Pensi a sua madre. Pensi a se stesso». Chapman disse loro che la sua mente era in fermento, e in risposta la reazione del piccolo popolo fu il silenzio.
Nella cultura di massa
*Le esperienze di Chapman durante il weekend che precedette l'omicidio di Lennon sono state trasposte in un film intitolato Chapter 27, con Jared Leto nella parte di Chapman. Il titolo del film è un riferimento al romanzo Il giovane Holden, che ha solo 26 capitoli.[6]
*Chapman è stato interpretato sullo schermo anche da Jonas Ball in un film inglese, The Killing of John Lennon, uscito nel 2007.
*Nel 1982 la Rhino Records pubblicò una compilation di canzoni ispirate ai Beatles, intitolata Beatlesongs!, la cui copertina raffigurava una caricatura di Chapman mescolato ad altri fan del gruppo, opera dell'illustratore William Stout. In seguito la Rhino ritirò il disco e lo ristampò con una copertina differente.
*Il gruppo di musica elettronica Mindless Self Indulgence ha dedicato una canzone all'assassino di Lennon. Il brano, chiamato appunto Mark David Chapman, è l'ultima traccia del loro quinto album, If.
*Il gruppo folk-rock irlandese dei Cranberries ha dedicato all'omicidio dell'ex-Beatle l'ottava traccia del loro album del 1996 To the Faithful Departed, dal titolo I just shot John Lennon.
*Il gruppo degli Eighteen Visions nel 2000 ha pubblicato un brano intitolato Who the f*ck killed John Lennon? sul loro album Until The Ink Runs Out.
*La canzone L'ultimo autografo (John Lennon, 08/12/1980) (Testo e Musica di Giacomo Mariani e Mauro labellarte) si ispira alla foto di Paul Goresh che ritrae Lennon all'uscita del Dakota mentre firma la copertina del suo disco Double Fantasy a Mark David Chapman, che poche ore dopo diventerà il suo assassino.
*La band di skinhead rock Discipline ha pubblicato un pezzo con riferimento all'omicidio di Lennon nel loro album del 1998, Bulldog Style. Il brano è The Last of the Hippies, che inizia con un passaggio tratto da Let it Be (passaggio interrotto da 4 colpi di pistola), nella quale viene cantata la frase: «Oh yeah, and by the way - I shot Lennon!»
Film
Chapter 27
The Killing of John LennonFonte: wikipedia, wikipedia2
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“Bling Ring”, la storia vera
CITAZIONEdi Arianna Cavallo, Il Post
Il film Bling Ring ricostruisce la successione cronologica dei furti in modo molto accurato, riporta fedelmente alcuni dialoghi tratti da video e interviste, inserisce numerosi dettagli ed espressioni effettivamente usate dai protagonisti. Allo stesso tempo Coppola ha modificato i nomi di tutti i ragazzi, ha eliminato o ridimensionati alcuni personaggi e ha aumentato la rilevanza di altri che nella realtà furono più marginali, come nel caso di Tess Taylor (Sam Moore, nel film) che non venne mai condannata. In particolare Bling Ring riprende esplicitamente l’articolo «I sospetti indossavano Louboutins», scritto dalla giornalista Nancy Jo Sales e apparso su Vanity Fair nel marzo del 2010, e si avvale anche della consulenza di Brett Goodkin, un agente del Dipartimento di polizia di Los Angeles che lavorò al caso e che compare anche brevemente nel film (e che per questa consulenza, data a indagini in corso, sta passando dei guai).
La storia vera
La vicenda fu raccontata dai giornali americani nell’autunno del 2009, quando sette ragazzi dai 18 ai 28 anni che vivevano a Calabasas, un quartiere ricco di Los Angeles, furono arrestati con l’accusa di essersi introdotti nelle case di alcuni personaggi famosi di Hollywood, da Paris Hilton a Lindsay Lohan a Orlando Bloom, e di aver rubato vestiti, gioielli e contanti per un totale di tre milioni di dollari. Il nome “Bling Ring”, dove ring significa cricca e bling indica in termini colloquiali gioielli appariscenti e costosi, fu dato al gruppo dal Dipartimento di polizia di Los Angeles, che indagava sul caso.
Stando alle indagini della polizia e alle ricostruzioni dei giornali, i furti iniziarono nell’ottobre del 2008, terminarono nell’agosto del 2009 e furono condotti principalmente da Rachel Lee, considerata il capo della banda, e Nick Prugo: avevano entrambi 19 anni, si erano conosciuti al liceo Indian Hills di Los Angeles nel 2006. Oltre a loro furono incriminati per vari capi di imputazione Alexis Neiers, una diciottenne aspirante modella (nel film è Emma Watson); Diane Tamayo, un’immigrata clandestina messicana di 19 anni che aveva frequentato Indian Hills; la 19enne Courtney Ames, vecchia amica di Lee il cui patrigno era il famoso pugile Randy Shields; Roy Lopez Jr., 27 anni, un buttafuori che lavorava nello stesso locale di Ames.
Lee e Prugo
Nick Prugo, che nel film è l’unico ragazzo della banda, era arrivato a Indian Hills dopo essere stato cacciato dalla scuola che frequentava per le troppe assenze. Gli erano state diagnosticate sindrome da deficit di attenzione, iperattività e problemi di ansia, prendeva farmaci. In quel periodo non andava particolarmente d’accordo con i genitori: la madre Melva Lynn e il padre Frank, che lavorava in una società di distribuzione di film e serie tv e si era occupato della vendita all’estero del thriller Paranormal Activity.
Lee invece era una ragazza di origini coreane, molto alla moda, «viziata» e «altezzosa», come la descrissero Prugo e Neiers. I suoi genitori erano divorziati: la madre era un’immigrata nordcoreana che gestiva due istituti di mentre il padre era un uomo d’affari sudcoreano che viveva a Las Vegas. Lee non era in buoni rapporti con la madre e soprattutto, a detta di Prugo, «detestava il patrigno».
Lee e Prugo diventarono presto «inseparabili», scrisse l’inchiesta di Vanity Fair. Prugo disse che Lee «era la prima persona che sentivo come migliore amica»; erano legati dalla passione per la moda e speravano di iscriversi al Fashion Institute of Design di Los Angeles. Passavano il tempo in spiaggia, a fumare marijuana e alle feste. Nell’estate del 2008 iniziarono un rituale notturno che chiamavano «controllo auto»: come si vede anche nel film, provavano ad aprire gli sportelli delle auto lussuose parcheggiate nel quartiere nella speranza di trovarne aperta qualcuna e rubare soldi, borsette e carte di credito dimenticate. Il giorno dopo andavano per negozi a spendere quello che avevano trovato. Nel luglio di quell’anno derubarono per la prima volta la casa di un ragazzo a Woodland Hills, che sapevano fuori città: trovarono ottomila dollari in una scatola sotto il letto.
Nel frattempo Prugo iniziò a fare uso di cocaina e nel 2009 fu anche arrestato perché ne fu trovato in possesso. Prugo racconta di non ricordare perché lui e Lee iniziarono a derubare le case delle persone famose: spiega semplicemente che Lee desiderava possedere i loro vestiti e che lui voleva compiacere la sua amica perché «le volevo bene quasi come a una sorella». I due setacciavano siti e riviste di gossip per scoprire quando i personaggi famosi erano fuori di casa e poi trovavano il loro indirizzo online. Nell’ottobre del 2009 decisero di entrare nella casa di Paris Hilton. Prugo spiega che fu presa di mira per prima perché era «scema». «Per dire, chi avrebbe lasciato la porta aperta? Chi avrebbe lasciato così tanti soldi in giro?». Come si vede anche nel film, entrarono dalla porta di ingresso grazie a una chiave trovata sotto il tappetino.
Il gruppo si allarga
Tra ottobre e dicembre Nick e Prugo entrarono altre quattro volte nella casa di Paris Hilton, rubacchiando poche cose: biancheria intima costosa, qualche vestito firmato, scarpe (Prugo aveva lo stesso numero di scarpe di Paris Hilton, come si vede anche nel film), così che non se ne accorgesse. Paris Hilton infatti scoprì i furti e li denunciò alla polizia soltanto dopo l’incursione del 19 dicembre a cui partecipò anche Roy Lopez, che le rubò due milioni di dollari in gioielli infilandoli in una Louis Vuitton. Dopo l’arresto Lopez restituì quasi interamente la refurtiva, che non era stato in grado di rivendere.
Nel frattempo Lee allargò il gruppo a nuovi arrivati: a febbraio ne facevano stabilmente parte Diana Tamayo e Courtney Ames, anche se Prugo era contrario a introdurre nuove persone. Tamayo fu introdotta nel gruppo per la sua statura minuta tanto che riusciva a entrare nelle case da svaligiare passando attraverso la porticina per cani (nel film è la sorella di Alexis/Nicki a farlo). A febbraio i ragazzi, diventati una vera organizzazione criminale, si intrufolarono nella casa dell’attrice e modella Audrina Patridge, che successivamente diffuse il video girato dalle telecamere di sorveglianza nella speranza che qualcuno riconoscesse e denunciasse i colpevoli alla polizia. Prugo vide il servizio in tv, si preoccupò moltissimo ma Lee lo rassicurò. Nessuno li segnalò alla polizia e tutto continuò come prima.
Successivamente i ragazzi rubarono anche nella casa dell’attrice Rachel Bilson, dell’attore Brian Austin Green e della sua ragazza Megan Fox – dove si impadronirono anche della pistola dell’attore – e il 13 luglio Prugo, Lee, Tamayo e Neiers sottrassero dalla casa di Orlando Bloom e della fidanzata, la modella Miranda Kerr, 500 mila dollari in Rolex, borse Louis Vuitton, vestiti e opere d’arte. Come si vede anche nel film, vendettero i 10 Rolex per cinquemila dollari a Johnny “Dangerous” Ajar, che fu poi incriminato per aver comprato e rivenduto numerosi oggetti rubati dalla banda.
A luglio Lee litigò con la madre e si trasferì dal padre a Las Vegas. Prugo la accompagnò guidando una macchina piena di oggetti rubati che trasportò oltre il confine dello stato. Contrariamente a quanto si vede nel film, il gruppo portò avanti altri furti mentre Lee era dal padre: la ragazza tornò saltuariamente a Los Angeles e convinse Prugo a derubare Lindsay Lohan, il suo modello. Secondo la polizia, nella notte del 23 agosto Prugo, Lee e Tamayo rubarono dalla casa di Lindsay Lohan 130 mila dollari in vestiti e gioielli. Il 26 agosto Lohan passò il video di sorveglianza alla polizia e alle tv: da quel momento gli agenti iniziarono a ricevere segnalazioni sull’identità dei ladri e controllarono su Facebook che Prugo e Lee fossero effettivamente amici. Il 17 settembre Nick Prugo venne arrestato.
Alexis Neiers
Nell’autunno del 2009 Alexis Neiers, che nel film è interpretata da Emma Watson, aveva 18 anni appena compiuti. Viveva con la madre Andrea Arlington Dunn, un’ex “coniglietta” di Playboy diventata massaggiatrice olistica professionista; il patrigno Jerry Dunn, uno scenografo televisivo; la sorella minore Gabrielle e Tess Taylor, che aveva un anno in più ed era stata adottata sei anni prima, dopo che la madre se n’era improvvisamente andata. Mikel Neiers, il padre di Alexis, era l’ex direttore della fotografia di Friends. Taylor e Neiers erano amiche fin da piccole, quando si incontrarono a una scuola di danza. Erano piuttosto note nei luoghi della vita mondana di Hollywood ed erano aspiranti modelle: il canale televisivo E! le aveva scelte come protagoniste di Pretty Wild, un reality che raccontava la loro vita, il loro legame e i loro tentativi di entrare nel mondo dello spettacolo.
Pochi giorni dopo aver girato la prima puntata, il 22 ottobre del 2009 la polizia entrò nella casa di Alexis con un mandato di perquisizione per la sua partecipazione al “Bling Ring”: trovò tra le altre cose una borsa Marc Jacobs appartenuta presumibilmente a Rachel Bilson e una collana Chanel di Lindsay Lohan. Alexis passò una notte in carcere. Le telecamere di E! erano ad aspettarla quando uscì, dopo aver pagato una cauzione di 50 mila dollari. Il reality seguì la vicenda giudiziaria di Alexis e si trasformò ben presto nel racconto del suo tentativo di non andare in carcere. Il film non fa alcun accenno al reality e a come la vita di Alexis fosse costantemente filmata, spesso anche influenzata dagli scrittori del programma, che andò in onda da marzo a maggio 2010, seguendo di fatto le vicende processuali.
Gli arresti
Pochi giorni dopo essere stato arrestato Prugo confessò alla polizia, senza aver stretto alcun tipo di accordo preventivo, tutto quello che sapeva sul “Bling Ring” (compresi molti reati di cui gli agenti non erano al corrente). Il 22 ottobre la polizia emanò mandati di perquisizione per Ajar, Tamayo, Ames, Neiers, Lopez e Lee. La polizia, come è raccontato nel film, trovò Lee a Las Vegas dal padre: inizialmente la ragazza mantenne la calma e chiese agli agenti se l’avrebbero lasciata libera se avesse rivelato dove si trovava la refurtiva. Quando la polizia trovò nella casa un cappotto appartenente a Lindsay Lohan e alcune foto in topless rubate dalla cassaforte di Paris Hilton, Lee perse la calma, diventò isterica e iniziò ad avere conati di vomito. Durante l’interrogatorio la polizia le disse di aver parlato con le vittime dei furti e, come racconta Coppola, Lee chiese subito qual era stata la reazione di Lindsay Lohan.
Tutti gli appartenenti del “Bling Ring” hanno rifiutato di dichiararsi colpevoli o innocenti (il cosidetto “no contest”): pur non essendo un’ammissione di colpevolezza, ne ha le stesse conseguenze concrete.
Lee è stata considerata la mente del gruppo – come indicato da Prugo e da Neiers, che aveva inizialmente accusato Prugo – e ha ricevuto la condanna più dura: quattro anni di carcere. Ne ha scontati un anno e quattro mesi ed è stata rilasciata ad aprile 2013 per buona condotta dopo aver preso parte a un programma di recupero chiamato “Fire Camp”, dove i detenuti sono addestrati per prestare pronto soccorso. Wendy Feldman, che ha avuto l’incarico di preparare Lee al carcere, ha detto che «ha difficoltà di apprendimento, non ha un quoziente intellettivo particolarmente alto ed è difficile pensare che sia stata lei a istigare tutta la faccenda».
Prugo è stato l’ultimo a essere processato, lo scorso aprile: è stato condannato a due anni di carcere ma è stato subito rilasciato per buona condotta, dato che ne aveva già trascorso uno in attesa della sentenza. Prugo ha raccontato di non aver mai discusso del «perché» delle rapine coi suoi complici. «L’abbiamo fatto e basta. So che sembra stupido, ma Rachel voleva semplicemente i vestiti. Voleva sembrare carina». E parlando di sé ha detto «Stavo semplicemente seguendo Rachel, le volevo bene come a una sorella». Ha detto più volte di essersi molto pentito dei furti, di voler restituire gli oggetti rubati e chiedere scusa alle persone che aveva danneggiato.
Diana Tamayo, eletta Miss Sorriso al liceo e già nei guai per aver rubacchiato da Sephora insieme a Lee, fu probabilmente minacciata dalla polizia di essere rimpatriata in Messico se non avesse collaborato. È stata condannata a 60 giorni di servizi sociali e tre anni in libertà vigilata. Contattata dal Daily Beast ha risposto via SMS dicendo di non voler dare interviste e di essersi lasciata il passato alle spalle. «La mia vita è cambiata, ho trovato Dio e iniziato la mia carriera nel settore del fitness e dell’alimentazione». Il suo personaggio non è presente nel film di Coppola.
Courtney Ames, che nel film è chiamata Chloe Tainer e interpretata da Claire Julien, si presentò in tribunale indossando una collana che aveva rubato a Lindsay Lohan. È stata condannata a tre anni di libertà vigilata e 60 giorni di servizi sociali per possesso di oggetti rubati. Il suo avvocato ha detto che ora studia psicologia infantile al Pierce College a Woodland Hills.
Roy Lopez è stato accusato di aver rubato due milioni di dollari in gioielli a Paris Hilton: ha restituito quasi tutta la refurtiva, non essendo riuscito a rivenderla. È stato condannato a tre anni di libertà vigilata. Ora si è trasferito in Texas dove lavora nel campo del petrolio, nel tentativo di rifarsi una vita.
Alexis Neiers ha sempre sostenuto di essere estranea alla banda e di aver partecipato solo al furto a casa di Orlando Bloom mentre era ubriaca. Sales ha scritto su Vanity Fair che una settimana prima dell’udienza, Neiers disse nello studio del suo avvocato:
«Credo fermamento nel karma, tutto questo mi è successo perché potessi avere un’enorme opportunità di crescere come essere umano. Mi vedo come un’Angelina Jolie, ma più forte, mentre mi do da fare persino di più per l’universo e la pace e la salute del nostro pianeta. Dio non mi ha dato questi talenti e questo aspetto solo per posare qua e là come modella o diventare famosa. Voglio essere a capo di un’enorme organizzazione di beneficenza. Voglio guidare un paese».
Il suo discorso è stato interamente riportato nel film. Neiers è stata condannata a 180 giorni di carcere e ne ha scontati 30, dal 24 giugno al 24 luglio 2010, a cui si aggiungono tre anni di libertà vigilata e un risarcimento di 600 mila dollari a Orlando Bloom. Durante gli ultimi cinque giorni di carcere la cella vicino alla sua era occupata da Lindsay Lohan.---------------
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Decoupage - il cinema classico e la tecnica per l'analisi del film
Il découpage (termine francese traducibile in "suddivisione" o "ritaglio") è la tecnica con la quale il regista individua nella sceneggiatura le singole riprese da effettuare, le numera, ed indica a margine il tipo di inquadratura che occorrerà. Il termine è utilizzato anche per indicare un metodo di analisi critica di un film, che esamina nel dettaglio la messa in scena operata dal regista.
Nell'ambito della critica cinematografica, il découpage è uno dei tanti metodi di analisi possibili. L'attenzione è concentrata sulla messa in scena, considerata l'anima del film e l'essenza del lavoro del regista. Il metodo consiste nell'analizzare ogni singola inquadratura, smontando letteralmente il film per risalire alle singole scelte operate dal regista, con lo scopo di capire il suo linguaggio, il suo modo di trasformare la sceneggiatura in un racconto per immagini. Gli elementi che si cerca di valutare sono:
la composizione del "quadro", ossia la disposizione dei soggetti, le geometrie (vedi la "regola dei terzi" in fotografia), la prospettiva, il modo in cui l'ambiente è rappresentato nella sua plasticità e profondità, la presenza di "punti di interesse" che catturino l'attenzione dello spettatore, il modo in cui i bordi del quadro incorniciano la scena dando il taglio all'inquadratura (da non confondere con il taglio nel montaggio);
l'insieme degli avvenimenti presentati dall'inquadratura, ossia cosa accade in quell'arco di tempo, come viene seguito il centro dell'azione con la macchina da presa, la distanza da esso e, di conseguenza, il grado di partecipazione dello spettatore;
i movimenti di macchina, la loro funzione ed efficacia ai fini del racconto, la loro "trasparenza" agli occhi dello spettatore: come per il montaggio, è preferibile non appesantire la narrazione con virtuosismi eccessivi (anche se alcuni registi hanno fatto dell'eccesso il loro marchio di fabbrica);
le scelte operate dal regista e dal montatore sulla durata dell'inquadratura e sul passaggio all'inquadratura successiva. Si analizza quindi l'"attacco" (il momento in cui l'inquadratura cambia) e la gestione del punto di interesse: ad esempio, se nella nuova inquadratura rimane nello stesso punto, si parlerà di "attacco in asse";
il montaggio di una singola sequenza, ponendo l'attenzione al ritmo, al fraseggio: se la messa in scena è il linguaggio filmico, le inquadrature le singole parole ed il montaggio la grammatica, allora una sequenza altro non è che una frase di senso compiuto, di cui si può studiare significato, punteggiatura, scorrevolezza, ellissi, metafore e simbolismi nascosti, etc., proprio come in letteratura.
Come è intuibile, non tutti gli spettatori sono in grado di analizzare un film col découpage, essendo così tanti gli elementi tecnici da considerare. Lo spettatore medio, in effetti, concentra l'attenzione sulla storia raccontata e sui personaggi, senza badare alle finezze della regia. Il cinefilo ed il critico, da parte loro, hanno nel découpage uno strumento utilissimo per approfondire l'analisi e scandagliare il "come" la storia è raccontata, andando a cercare gli elementi portanti che caratterizzano quel determinato regista ed il suo essere autore dell'opera d'arte.
Fonte: wikipedia
---------------------------------------------------------CITAZIONEIl découpage classico
In generale, il découpage consiste nel frazionamento dell’unità spaziale di una scena in una successione di diverse inquadrature organizzate in funzione drammatica dal montaggio.
Il termine “classico” sta invece ad indicare quella particolare modalità di découpage sviluppata nella sua compiutezza dal cinema hollywoodiano, che mirava al massimo di identificazione possibile tra personaggio e spettatore, tra realtà rappresentata e realtà fenomenica. Lo spettatore ideale a cui si rivolgeva il cinema americano classico era quello che dimenticasse di stare guardando un film e si lasciasse trasportare dall’illusione che quelle immagini fossero qualcosa che accadeva realmente davanti ai suoi occhi; uno spettatore “inconsapevole” che andava aiutato nei suoi processi di scivolamento nella finzione, proiezione nella narrazione, identificazione con i personaggi.
A tal fine il lavoro di “scrittura” del film doveva essere quanto più mascherato possibile, mirando a realizzare quello che è stato definito “cinema della trasparenza” o del “montaggio invisibile”. Il découpage classico è, infatti, tutto improntato al principio della “continuità”, il cui fine primario è limitare al massimo le potenzialità disgregatrici del montaggio per realizzare un flusso quanto più scorrevole possibile di immagini da un’inquadratura a un’altra. Il découpage classico si concretizza, cioè, in un montaggio quanto mai “discreto” e impalpabile, per mezzo di un accorto uso dei raccordi. Compito del raccordo è, infatti, quello di mantenere degli elementi di continuità tra un piano e l’altro in maniera che i mutamenti di inquadratura risultino il meno evidenti possibile.
Questi i principali tipi di raccordo:
· raccordo di sguardo: in un’inquadratura si vede un personaggio che guarda qualcosa, l’inquadratura successiva ci mostra quel qualcosa;
· raccordo sul movimento: un gesto iniziato da un personaggio in una prima inquadratura si conclude nella seconda;
· raccordo sull’asse: due fasi successive di un evento sono mostrati in due inquadrature, di cui la seconda è ripresa sullo stesso asse della prima, ma è, rispetto a questa, più vicina o più lontana in rapporto al soggetto inquadrato.
L’avvento del sonoro favorì questa ricerca del massimo di continuità possibile tra le varie inquadrature, in quanto il permanere di una componente sonora – voce, rumore o musica – nel passaggio da un’inquadratura a un’altra è un elemento che contribuisce efficacemente a legare insieme immagini diverse e ad attenuare la frammentazione del montaggio.
L’invisibilità del montaggio era inoltre garantita dalla sua subordinazione alle esigenze del racconto, in quanto il frazionamento di ogni singola scena, operato dal découpage, rispondeva a ben precise esigenze di drammatizzazione: i piani ravvicinati servivano a porre in evidenza personaggi o oggetti quando ciò era richiesto dallo sviluppo narrativo della sequenza in questione; il ritorno a piani d’insieme aveva, invece, la funzione di informare lo spettatore che qualche elemento ha modificato una certa situazione complessiva (es. l’ingresso di un nuovo personaggio).
Altro importante elemento del découpage classico è poi l’organizzazione dello “spazio a 180°”, di cui è manifestazione esemplare l’uso del campo-controcampo, cioè quel tipo di montaggio che rappresenta il dialogo tra due personaggi per mezzo dell’artificio dell’alternanza. Esso si caratterizza per il suo stabilire, sin dall’inquadratura di partenza, un al di qua e un al di là dei personaggi e la mdp, sia quando inquadra entrambi i personaggi sia quando li inquadra singolarmente, si collocherà sempre al di qua di quella linea immaginaria
che unisce i due interlocutori, confinandosi, in tal modo, in uno spazio di soli 180°. Grazie a questo artificio, quando ciascuno dei due dialoganti veniva inquadrato singolarmente, se lo sguardo del primo era rivolto a destra, quello del secondo sarebbe stato rivolto a sinistra, dando allo spettatore l’impressione che i due si guardino mentre parlano. Se si infrange questa regola, infatti, con quello che è denominato “scavalcamento di campo”, per mezzo di un “errato” posizionamento della mdp oltre la suddetta linea immaginaria, i due personaggi non guarderanno più l’uno verso l’altro, bensì entrambi nella stessa direzione, disorientando lo spettatore. Tale uso dello spazio a 180° non era, del resto, limitato alle sole scene dialogate, ma applicato a qualsiasi tipologia di scena o sequenza, determinando tre ulteriori tipi di raccordo, caratteristici del cinema americano classico:
· raccordo di posizione: due personaggi ripresi uno a destra e l’altro a sinistra in un’inquadratura, dovranno mantenere la stessa posizione nella successiva;
· raccordo di direzione: un personaggio che esce di campo a destra in un’inquadratura, dovrà rientrare da sinistra in quella successiva;
· raccordo di direzione di sguardi: nel corso del dialogo fra due personaggi, la mdp sarà sempre posizionata in modo tale da far sì che quando uno dei due personaggi viene inquadrato singolarmente il suo sguardo risulti rivolto verso l’altro.
Comune a questi tre tipi di raccordo sono l’intento di “nascondere” gli effetti di montaggio per mezzo della massima fluidità di passaggio da un piano e quello di rappresentare con chiarezza lo spazio in modo da permettere allo spettatore di rendersi conto agevolmente della disposizione dei personaggi in un dato ambiente, anche quando questi non sono direttamente inquadrati.
Preoccupazione centrale del cinema americano classico era, infatti, che nessun elemento dello spazio filmico ingenerasse disorientamento e distraesse, in tal modo, lo spettatore dalla storia. Quello realizzato dal découpage classico era, perciò, un montaggio “analitico” che segmentava lo spazio rappresentato attraverso una successione di inquadrature che avevano il compito di determinare l’attenzione dello spettatore, di guidarne la visione, sottolineando quelle parole ed espressioni che rivestivano maggior importanza ai fini della narrazione, in modo tale da far sì che fosse il film a decidere cosa, come e per quanto tempo lo spettatore dovesse vedere e sentire.
Analogamente allo spazio, anche il tempo veniva organizzato dal découpage classico in vista dello sviluppo chiaro e fluido della narrazione. Il montaggio temporale del découpage classico, infatti, presentava gli eventi nel loro ordine cronologico (con l’unica eccezione del flashback); mostrava una sola volta ciò che accadeva una sola volta nella storia; evitava dilatazioni temporali, privilegiando la continuità di tempo della storia e del discorso (scena) e le contrazioni temporali (sequenza); faceva uso frequente, a tal fine, delle ellissi, che permettono di omettere le azioni superflue allo sviluppo logico-causale degli eventi in cui si articola la narrazione.
Fonte: G. Silvestre, http://cielodicemento.wordpress.com/2010/0...-quarto-potere/ -
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Grazie lola92!
E' una delle mie attrici preferite, credo che avesse un talento straordinario. Purtroppo cattivi consigli e anche un meccanismo hollywoodiano così stretto l'hanno forzata verso scelte non adeguate alla sua bravura. Penso anche io che Splendore nell'erba sia la sua interpretazione migliore, così toccante e ricca. Kazan con gli attori faceva miracoli, con lei ha lavorato benissimo. Lei aveva bisogno di scrollarsi di dosso l'immagine di fidanzatina d'America e di smettere i panni delle commediole da quattro soldi... Deanie è decisamente il personaggio che più la rappresenta, secondo me. Era un'attrice coraggiosa che amava rischiare, ma fu sempre mal consigliata. Rinunciò perfino a Gangster Story, su insistenze del marito. Tu pensa...
La sua morte così avvolta nel mistero ha anche oscurato la sua stella. Mi è piaciuta tantissimo nei ruoli drammatici un po' fuori dagli schemi, come Daisy Clover o Questa ragazza è di tutti. Poi adoro anche Strano incontro, praticamente introvabile in italiano. Un film splendido. Lei è stupenda. -
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Tutte le nominations!
Miglior attrice protagonista
Amy Adams - American Hustle
Cate Blanchett - Blue Jasmine
Sandra Bullock - Gravity
Judi Dench - Philomena
Meryl Streep - I segreti di Osage County
Miglior attore protagonista
Christian Bale - American Hustle
Bruce Dern - Nebraska
Leonardo DiCaprio - The wolf of wall street
Chiwetel Ejiofor - 12 Anni Schiavo
Matthew McConaughey - Dallas Buyers Club
Miglior regista
david o. russell
alfonso cuaron
alexander payne
steve mcqueen
martin scorsese
Miglior sceneggiatura originale
american hustle
blue jasmine
dalls buyers club
her
nebraska
Miglior sceneggiatura non originale
before midnight
philomena
12 years a slave
the wolf of wall
captain phillips
Miglior film d’animazione
croods
cattivissimo me 2
ernest & celestine
frozen
si alza il vento
Miglior attrice non protagonista
Sally hawkins - Blue Jasmine
Lupita Nyong’o - 12 Years a Slave
jennifer lawrence
Julia Roberts
june squibb
Miglior attore non protagonista
Barkhad Abdi - Captain Phillips
Jonah Hill - The Wolf of Wall Street
Bradley Cooper - American Hustle
Jared Leto - Dallas Buyers Club
Michael Fassbender - 12 Anni Schiavo
MIGLIOR FOTOGRAFIA
“The Grandmaster” Philippe Le Sourd
“Gravity” Emmanuel Lubezki
“Inside Llewyn Davis / A Proposito di Davis” Bruno Delbonnel
“Nebraska” Phedon Papamichael
“Prisoners” Roger A. Deakins
MIGLIORI COSTUMI
“American Hustle” Michael Wilkinson
“The Grandmaster” William Chang Suk Ping
“The Great Gatsby / Il Grande Gatsby” Catherine Martin
“The Invisible Woman ” Michael O’Connor
“12 Years a Slave” Patricia Norris
MIGLIOR REGIA
“American Hustle” David O. Russell
“Gravity” Alfonso Cuarón
“Nebraska” Alexander Payne
“12 Years a Slave” Steve McQueen
“The Wolf of Wall Street” Martin Scorsese
MIGLIOR DOCUMENTARIO (LUNGOMETRAGGIO)
“The Act of Killing” Joshua Oppenheimer and Signe Byrge Sørensen
“Cutie and the Boxer” Zachary Heinzerling and Lydia Dean Pilcher
“Dirty Wars” Richard Rowley and Jeremy Scahill
“The Square” Jehane Noujaim and Karim Amer
“20 Feet from Stardom” Nominees to be determined
MIGLIOR DOCUMENTARIO (CORTOMETRAGGIO)
“CaveDigger” Jeffrey Karoff
“Facing Fear” Jason Cohen
“Karama Has No Walls” Sara Ishaq
“The Lady in Number 6: Music Saved My Life” Malcolm Clarke and Nicholas Reed
“Prison Terminal: The Last Days of Private Jack Hall” Edgar Barens
MIGLIOR MONTAGGIO
“American Hustle” Jay Cassidy, Crispin Struthers and Alan Baumgarten
“Captain Phillips” Christopher Rouse
“Dallas Buyers Club” John Mac McMurphy and Martin Pensa
“Gravity” Alfonso Cuarón and Mark Sanger
“12 Years a Slave” Joe Walker
MIGLIOR FILM STRANIERO
“The Broken Circle Breakdown” Belgium
“The Great Beauty / La Grande Bellezza” Italy
“The Hunt / Il sospetto” Denmark
“The Missing Picture” Cambodia
“Omar” Palestine
MIGLIOR TRUCCO E PARRUCCO
“Dallas Buyers Club” Adruitha Lee and Robin Mathews
“Jackass Presents: Bad Grandpa / Nonno Cattivo” Stephen Prouty
“The Lone Ranger” Joel Harlow and Gloria Pasqua-Casny
MIGLIOR COLONNA SONORA
“The Book Thief / Storia di una ladra di libri” John Williams
“Gravity” Steven Price
“Her” William Butler and Owen Pallett
“Philomena” Alexandre Desplat
“Saving Mr. Banks” Thomas Newman
MIGLIOR CANZONE ORIGINALE
“Alone Yet Not Alone” from “Alone Yet Not Alone”
Music by Bruce Broughton; Lyric by Dennis Spiegel
“Happy” from “Despicable Me 2”
Music and Lyric by Pharrell Williams
“Let It Go” from “Frozen”
Music and Lyric by Kristen Anderson-Lopez and Robert Lopez
“The Moon Song” from “Her”
Music by Karen O; Lyric by Karen O and Spike Jonze
“Ordinary Love” from “Mandela: Long Walk to Freedom”
Music by Paul Hewson, Dave Evans, Adam Clayton and Larry Mullen; Lyric by Paul Hewson
MIGLIOR SCENOGRAFIE
“American Hustle” Production Design: Judy Becker; Set Decoration: Heather Loeffler
“Gravity” Production Design: Andy Nicholson; Set Decoration: Rosie Goodwin and Joanne Woollard
“The Great Gatsby” Production Design: Catherine Martin; Set Decoration: Beverley Dunn
“Her” Production Design: K.K. Barrett; Set Decoration: Gene Serdena
“12 Years a Slave” Production Design: Adam Stockhausen; Set Decoration: Alice Baker
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO ANIMATO
“Feral” Daniel Sousa and Dan Golden
“Get a Horse!” Lauren MacMullan and Dorothy McKim
“Mr. Hublot” Laurent Witz and Alexandre Espigares
“Possessions” Shuhei Morita
“Room on the Broom” Max Lang and Jan Lachauer
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO IN LIVE ACTION
“Aquel No Era Yo (That Wasn’t Me)” Esteban Crespo
“Avant Que De Tout Perdre (Just before Losing Everything)” Xavier Legrand and Alexandre Gavras
“Helium” Anders Walter and Kim Magnusson
“Pitääkö Mun Kaikki Hoitaa? (Do I Have to Take Care of Everything?)” Selma Vilhunen and Kirsikka Saari
“The Voorman Problem” Mark Gill and Baldwin Li
MIGLIOR MONTAGGIO DEL SONORO
“All Is Lost” Steve Boeddeker and Richard Hymns
“Captain Phillips” Oliver Tarney
“Gravity” Glenn Freemantle
“The Hobbit: The Desolation of Smaug / Lo Hobbit: la Desolazione di Smaug” Brent Burge
“Lone Survivor” Wylie Stateman
MIGLIOR SONORO
“Captain Phillips” Chris Burdon, Mark Taylor, Mike Prestwood Smith and Chris Munro
“Gravity” Skip Lievsay, Niv Adiri, Christopher Benstead and Chris Munro
“The Hobbit: The Desolation of Smaug” Christopher Boyes, Michael Hedges, Michael Semanick and Tony Johnson
“Inside Llewyn Davis” Skip Lievsay, Greg Orloff and Peter F. Kurland
“Lone Survivor” Andy Koyama, Beau Borders and David Brownlow
MIGLIORI EFFETTI VISIVI
“Gravity” Tim Webber, Chris Lawrence, Dave Shirk and Neil Corbould
“The Hobbit: The Desolation of Smaug” Joe Letteri, Eric Saindon, David Clayton and Eric Reynolds
“Iron Man 3” Christopher Townsend, Guy Williams, Erik Nash and Dan Sudick
“The Lone Ranger” Tim Alexander, Gary Brozenich, Edson Williams and John Frazier
“Star Trek Into Darkness” Roger Guyett, Patrick Tubach, Ben Grossmann and Burt Dalton
Edited by deanie - 17/1/2014, 10:26 -
.Come non citare quello di "I protagonisti" in cui durante un piano sequenza si parla dei piani sequenza negli altri film
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True Detective è una serie televisiva statunitense, creata da Nic Pizzolatto per HBO.
La serie, con protagonisti Matthew McConaughey e Woody Harrelson, è composta da otto episodi diretti da Cary Fukunaga, che andranno in onda su HBO il 12 gennaio 2014.
Trama
Le vite dei detective Rust Cohle e Martin Hart si intrecciano inesorabilmente nella lunga caccia ad un serial killer in Louisiana, durata diciassette anni. Attraverso archi temporali diversi, vengono raccontate le vite e le indagini dei due detective, dal 1995 al 2012, anno in cui il caso è stato riaperto.
Il cast
Matthew McConaughey: Rust Cohle
Woody Harrelson: Martin Hart
Michelle Monaghan: Maggie Hart
Alexandra Daddario: Lisa Tragnetti
Tory Kittles: Thomas Papania
Michael Potts: Maynard Gilbough
Kevin Dunn: Ken Quesada
Elizabeth Reaser: Laurie PerkinsFonte: wikipedia
Edited by deanie - 18/10/2014, 12:04 -
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3° -
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Film sulla tecnologia
CITAZIONERipudiato a più riprese dallo stesso soggetto ritratto, animato da uno spirito luddista e sostanzialmente allineato più con i giornali di carta che con l’informazione online Il quinto potere, il film che racconta la storia di WikiLeaks e in particolare delle rivelazioni del 2010, arriva nelle sale italiane questa settimana.
Non è difficile scorgere nel film l’ombra di The social network (un’amicizia che si rompe, cioè un disastro umano, alla base del successo di un grande sito e di una conquista tecnologica che diventa sociale) né capire che Il quinto potere si inserisce in un trend sempre più florido e necessario di film che cominciano a cercare di raccontare la storia della rivoluzione digitale.
Non è semplice ed al momento il compito è delegato sempre di più ai documentari che al cinema di finzione, ma lo stesso quello che sta accadendo è che il cinema, che per anni ha maltrattato l’informatica, specie quella parte che riguarda la connettività, sta cominciando a cerca un altro approccio, altre storie e un altro linguaggio per raccontare uno degli elementi più importanti della vita dei suoi stessi spettatori.
Fonte: G. Niola, WIRED
- Gli stagisti
- The social network
- I pirati della Silicon Valley
- Underground the Julian Assange story
- Revolution OS
- Triumph of the nerds
- Indie Game: The Movie
- TPB:AFK
- We are legion
- We stal secrets
- Quinto potere----
Aggiungerei anche quei film che raccontano il mondo del computer, dell'evoluzione tecnologica, film magari un po' datati ma che hanno definito e fissato nell'immaginario una cultura, una storia, e anche una generazione. Penso a titoli come:
- War games
- The net
- Il tagliaerbe
- Virtuality
- Hackers
- Nirvana------
Film sui social network
- Social network
- Feisbum
- Online now
- Catfish
- Chatroom I segreti della mente
Edited by deanie - 13/11/2013, 10:15 -
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Stefania Rocca
Nata a Torino il 24 aprile 1971, si trasferisce a Roma per frequentare i corsi di recitazione di Beatrice Bracco e successivamente il Centro Sperimentale di Cinematografia. In seguito va a New York, frequenta l'Actor's Studio.
Gli anni Novanta
Prima di intraprendere la carriera di attrice, ha fatto da valletta in un programma sportivo sul canale QuartaReteTv, di Torino[2]. Spesso è stata oggetto delle prese in giro da parte della Gialappa's Band nel corso di Mai dire Gol.
Nel 1994 debutta nel cinema con il film Effetto, seguito nel 1995 da Palermo Milano solo andata. Il successo arriva con la parte di Naima, l'esperta di hardware di Nirvana (1997). Il film non viene accolto con critiche esaltanti ma la performance di Stefania Rocca è molto apprezzata ed ottiene un buon riscontro di pubblico. Nel 1999 recita una parte nel film Il talento di Mr. Ripley.
Gli anni Duemila
Nel 2000 è protagonista, insieme ad Alessia Merz e Flavia Vento, degli spot per la campagna di privatizzazione dell'ENEL ed è nel cast di Pene d'amor perdute. Nel 2002 recita nel film Heaven. Il film ottiene consensi di critica e pubblico[4]. Nel 2002 è inoltre al fianco di Fabio Volo in Casomai. La pellicola è accolta con particolare entusiasmo da parte del pubblico. Nel 2004 recita ne Il cartaio di Dario Argento e ne L'amore è eterno finché dura . Nel 2005 è nel cast de La bestia nel cuore. Il film riceve diversi premi e nomination, tra cui una nomination al David di Donatelloa Stefania Rocca come miglior attrice non protagonista. Nel 2006 torna infine a lavorare con Alessandro D'Alatri in Commediasexi. Nel 2007 è nel cast di Go Go Tales e tra il 2008 e il 2009 è protagonista insieme ad Emilio Solfrizzi della serie tv Tutti pazzi per amore, in cui interpreta il ruolo di Laura Del Fiore.
Nel 2011 è protagonista della fiction televisiva RAI Edda Ciano e il comunista, insieme ad Alessandro Preziosi e nel 2012 è uno dei personaggi principali di Una grande famiglia, serie televisiva di Rai 1.
Cinema
Effetto, regia di Federico Cagnoni (1994)
Palermo Milano solo andata, regia di Claudio Fragasso (1995)
Cuore cattivo, regia di Umberto Marino (1995)
Francesca, regia di Mauro Conciatori (1995)
Cronaca di un amore violato, regia di Giacomo Battiato (1996)
Poliziotti, regia di Giulio Base (1996)
Effetto placebo, regia di Eros Puglielli (1996)
I virtuali, regia di Luca e Marco Mazzieri (1996)
Correre contro, regia di Antonio Tibaldi (1996)
La misura dell'amore, regia di Maurizio Dell'Orso (1996)
Nirvana, regia di Gabriele Salvatores (1997)
Amiche davvero, (1997)
Inside/Out, regia di Rob Tregenza (1997)
Corti stellari - Frammento: La misura dell'amore, regia di Maurizio Dell'Orso (1997)
La storia di Gigi 2, regia di Luca e Marco Mazzieri (1997)
L'amico di Wang, regia di Carl Haber (1997)
Voglio una donnaaa!, regia di Luca e Marco Mazzieri (1998)
Viol@, regia di Donatella Maiorca (1998)
Giochi d'equilibrio, regia di Amedeo Fago (1998)
Amiche davvero!!, regia di Marcello Cesena (1998)
Senso unico, regia di Aditya Bhattacharya (1999)
In principio erano le mutande, regia di Anna Negri (1999)
Il talento di Mr. Ripley, regia di Anthony Minghella (1999)
Rosa e Cornelia, regia di Giorgio Treves (2000)
Pene d'amor perdute, regia di Kenneth Branagh (2000)
Hotel, regia di Mike Figgis (2001)
Il bacio di Dracula, regia di Roger Young (2002)
Heaven, regia di Tom Tykwer (2002)
Casomai, regia di Alessandro D'Alatri (2002)
Piazza delle cinque lune, regia di Renzo Martinelli (2003), doppiata da Eleonora De Angelis
Prima dammi un bacio, regia di Ambrogio Lo Giudice (2003)
La vita come viene, regia di Stefano Incerti (2003)
Il cartaio, regia di Dario Argento (2004)
L'amore è eterno finché dura, regia di Carlo Verdone (2004)
Mary, regia di Abel Ferrara (2005)
La bestia nel cuore, regia di Cristina Comencini (2005)
Aspects of Love, regia di Gale Edwards (2005)
D'Artagnan e i tre moschettieri, regia di Pierre Aknine (2005)
La cura del gorilla, regia di Carlo Sigon (2006)
Commediasexi, regia di Alessandro D'Alatri (2006)
Voce del verbo amore, regia di Andrea Manni (2007)
Go Go Tales, regia di Abel Ferrara (2007)
Le candidat, regia di Niels Arestrup (2007)
L'amore fa male, regia di Mirca Viola (2011)
L'envahisseur, regia di Nicolas Provost (2011)
Il terzo tempo, regia di Enrico Maria Artale (2013)
Televisione
Voci notturne, regia di Fabrizio Laurenti (1995) - Miniserie TV
Donna, regia di Gianfranco Giagni (1996) - Serie TV
I ragazzi del muretto 3, episodio Nepal (1996)
Nei secoli dei secoli, regia di Marcello Cesena (1997) - Film TV
Salomone, regia di Roger Young (1997) - Miniserie TV
Jesus, regia di Roger Young (1999) - Miniserie TV
Ombre, regia di Cinzia Th. Torrini (1999) - Miniserie TV
Lourdes, regia di Lodovico Gasparini (2000) - Miniserie TV
Resurrezione, regia di Paolo e Vittorio Taviani (2001) - Miniserie TV
Stauffenberg, regia di Jo Baier (2004) - Film TV
Mafalda di Savoia, regia di Maurizio Zaccaro (2006) - Miniserie TV
Candidat libre, regia di Niels Arestrup (2007) - Film TV
Tutti pazzi per amore, regia di Riccardo Milani e Laura Muscardin (2008) - Serie TV
Bakhita, regia di Giacomo Campiotti (2009) - Miniserie TV
Edda Ciano e il comunista, regia di Graziano Diana (2011) - Miniserie TV
La fuga di Teresa - regia di Margarethe von Trotta (2012)
Una grande famiglia, regia di Riccardo Milani (2012) - Rai 1
Piccola lady (2012) - Rai 1
Una grande famiglia 2, regia di Riccardo Milani (2013) - Rai 1
Adriano Olivetti - La forza di un sogno, regia di Michele Soavi (2013) - Rai 1
Altri Tempi (2013) regia di Marco Turco miniserie - Rai 1Fonte: wikipedia
Edited by The White - 1/11/2013, 21:29