Ingmar Bergman (libri)

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    Francesca

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    Ingmar Bergman

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    settimo_sigillo

    I testi sono elencati in ordine alfabetico, secondo il nome dell'autore.

    In continuo aggiornamento!



    *Per la scheda biografica e la filmografia di Ingmar Bergman: Ingmar%20Bergman_48x48

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    * Arecco S.., Ingmar Bergman. Segreti e magie, Le Mani-Microart'S, 2000

    * Assayas O.; Björkman S.,Conversazione con Ingmar Bergman, Lindau, 2008
    "Quando si è artisti, quando si creano film, è molto importante non essere logici. Bisogna essere incoerenti. Se si è logici, la bellezza ti sfugge, scompare dalle tue opere. Dal punto di vista delle emozioni, bisogna essere illogici, è proibito non esserlo. Ma se si ha fiducia nelle proprie emozioni, allora si può essere del tutto incoerenti. Non fa nulla. Perché si ha il potere di cogliere le conseguenze delle emozioni che hai suscitato. Per sempre." Ingmar Bergman.

    * Bergman I.,Immagini, Garzanti, 2009
    In "Immagini" il regista svedese ripercorre la sua carriera artistica, da "Spasimo", la pellicola con la quale esordì nel 1945, fino a "Fanny e Alexander", che nel 1982 segnò il suo addio al cinema. Bergman ricostruisce la genesi e la realizzazione di tutti i suoi film, raggruppando le proprie opere per affinità tematiche e stilistiche; un'ampia e accurata scelta di immagini restituisce un universo figurativo di intensa suggestione. È una testimonianza caratterizzata dalla sincerità totale, impietosa, che contraddistingue l'intera opera di Bergman. Attraverso i suoi film, nel processo stesso della lavorazione, dall'idea iniziale alla stesura del soggetto, fino al lavoro con gli attori, il regista conduce la propria ricerca con inflessibile rigore: la dedizione, l'impegno e spesso la dolorosa impossibilità di separare la vita privata dal set, sono altrettanti sintomi di una tensione creativa e psicologica difficilmente eguagliagli. Il racconto di Bergman assume così il valore di un itinerario personale ricchissimo per profondità ed emozioni, in cui è possibile rintracciare, in ogni pagina, i segni della lotta dell'artista con la sua opera, la trasformazione di un mondo interiore in racconto, in parole, in immagini memorabili.

    * Bergman I.,La lanterna magica, Garzanti, 2008
    L'autobiografia del grande regista si snoda come un film, nel quale i personaggi sono i fantasmi della memoria, i morti "costretti a tormentare i vivi", "il mondo perduto di luci, profumi, suoni" congelato nell'infanzia che a volte si scioglie liberando sentimenti dolci e struggenti. Un percorso che annoda presente e passato svelando quanto della propria esperienza vissuta traspaia nell'opera teatrale e cinematografica. Non ci sono reticenze né falsi pudori nel raccontare le prime esperienze erotiche dell'adolescenza o i grandi amori della maturità, come quello per Liv Ullmann, o l'entusiasmo giovanile per il nazismo, né alcun narcisismo nel ricordare gli incontri con von Karajan o Greta Garbo. Il cerchio della memoria si chiude con una pagina tratta dal diario della madre, in cui si racconta la nascita di Ingmar e l'eventualità che il piccolo non sopravviva, data la sua debole costituzione.

    * Costa A., Ingmar Bergman, Marsilio, 2009
    Un'introduzione alla figura e all'opera di Ingmar Bergman (1918-2007) attraverso l'analisi dei suoi film più amati (Monica e il desiderio, II settimo sigillo, II posto delle fragole, Persona, Sussurri e grida, Fanny e Alexander) e una curiosa incursione nella sua attività di realizzatore di short pubblicitari.

    * Mandelbaum J., Ingmar Bergman, Cahiers du Cinema, 2011
    Ingmar Bergman (Svezia, 1918-2007) è stato un gigante della settima arte e ha realizzato una cinquantina di film nei quali ha saputo catturare lo spirito dei suoi tempi, rielaborando incessantemente le sue intime ossessioni e l'angoscia di fronte al silenzio di Dio. In Monica e il desiderio (1953), Harriet Andersson incarna una giovane donna sensuale e scandalosamente anticonformista, un soffio di libertà simbolo di una nuova modernità nel cinema. Nel Settimo sigillo (1957), il cineasta evoca la fede e la morte. Persona (1966) è una delle più potenti raffigurazioni dell'ambiguità del male. Scene da un matrimonio (1974) è una lucida analisi di una coppia turbata dal disfacimento della reciproca attrazione, mentre con Fanny e Alexander (1982) Bergman mette in scena una gioiosa quanto nostalgica rievocazione di memorie dell'infanzia. L'ultima opera del regista, Sarabanda (2003), è un sobrio capolavoro, al contempo una lezione pratica su come si realizza un film e un'indagine esistenziale.

    * Marini F.,Ingmar Bergman. Il settimo sigillo, Lindau, 2011
    "Il settimo sigillo", a dispetto della sua estetica medievale, si impone ancora oggi come efficace esempio di prodotto storico-culturale e al tempo stesso segna la definitiva consacrazione di un autore tra i più impegnati e controversi della Settima Arte. La strenua riflessione sull'uomo, il dubbio esistenziale, la necessità della fede, fanno di questa pellicola un imprescindibile fulcro dell'opera di Bergman; ma qui, più che altrove, il regista insiste sul valore simbolico del viaggio inteso come conoscenza di sé e ricerca spirituale. Il Cavaliere Block ingaggia una sfida a scacchi con la Morte: gioco dalla forte valenza allegorica e approdo metafisico nell'economia della narrazione; il Crociato deve guadagnare tempo per raggiungere la meta e dare una risposta che plachi l'ansia della sua esistenza. L'Apocalisse è alle porte, la peste dissemina orrore e Dio resta celato nel silenzio; Block intuisce che la ricerca non sarà stata vana se anche a un solo spirito puro verrà concessa la via della salvezza.

    * Netto F., Ingmar Bergman. Il volto e le maschere, Ente dello Spettacolo, 2008
    Ingmar Bergman (1918-2007) è stato sceneggiatore, regista teatrale e cinematografico, scrittore. Il suo lungo itinerario audiovisivo ha attraversato il cinema classico e moderno, in un percorso originale e multiforme, instancabilmente orientato a cogliere nel dispositivo cinematografico il mezzo privilegiato per dare visibilità alle contraddizioni, alle incertezze e alle epifanie dell'immaginario soggettivo. Tra i suoi film più importanti si ricordano: "Un'estate d'amore" (1951), "Il posto delle fragole" (1957), "Luci d'inverno" (1963), "Persona" (1966), "Il rito" (1968), "Sussurri e grida" (1972), "Fanny e Alexander" (1982) e "Sarabanda" (2003). Il volume rilegge e reinterroga l'intera produzione del grande autore svedese.

    * Scandola A..,Ingmar Bergman. Il posto delle fragole, Lindau, 2008
    L'anziano luminare della medicina Isak Borg si reca insieme alla nuora a ritirare un prestigioso premio accademico: il viaggio è l'occasione per un ripensamento della sua esistenza e per un pellegrinaggio a tappe nei luoghi veri e immaginari dei suoi fallimenti. Se la giovinezza è il superamento della "linea d'ombra" conradiana, la vecchiaia è l'arrivo al "posto delle fragole". ("Il Mereghetti 2005").

    * Trasatti S., Ingmar Bergman, Il Castoro, 2011
    Ingmar Bergman (Uppsala, 1918 - Faro, 2007). Tra i massimi autori del cinema mondiale, dedito a una continua interrogazione sulla condizione umana, regista-filosofo ma anche grande narratore e poeta per immagini, è stato punto di riferimento per generazioni di spettatori e di cineasti. Tra i suoi film: "Il settimo sigillo" (1956), "Il posto delle fragole"v (1957), "Il silenzio" (1962), "Persona" (1965), "Sussurri e grida" (1970), "Scene da un matrimonio" (1972).

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    ingmar_bergman_anatomia_di_una_famiglia_da_sussurri_e_grida_a_sarabanda

    La ricerca bibliografica è a cura di Deanie e di CineReview...
    Se utilizzate il materiale pubblicato per tesi o ricerche, siete pregati di darne comunicazione allo staff. Grazie!

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    Edited by deanie - 30/8/2011, 00:03
     
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