David Cronenberg confronta A History of vioelnce e La zona morta

Intervista 2005

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Francesca

    Group
    Founders
    Posts
    11,173
    Reputation
    +232
    Location
    The land of might have been

    Status

    'Non penso a Videodrome'.
    Intervista con David Cronenberg, a cura di Adriano Aiello


    cronenberg1



    CITAZIONE
    Se ci pensi bene, la maggior parte dei miei film partono sempre da un personaggio abbastanza eccentrico, grottesco. Spesso è un outsider, uomini ai margini della società, o ancora più precisamente, come in Crash, in Spider o nei due gemelli di Inseparabili, personaggi che non consentono l'mmedesimazione del pubblico. Quello che cerco di fare nei miei film è di sedurre il pubblico, non mi interessa molto farlo immedesimare. Per fare questo mi interessa farli entrare nella storia e metterli in relazione con questi personaggi, convincendoli che la tragedia ha inizio da qualcosa di difficile comprensione, non di riscontroabile nella lorop quotidianeità. In questo caso invece, sono partito da una famiglia piuttosto ordinaria, una situazione domestica in cui il pubblico può immedesimarsi facilmente. Il pubblico riconoscendosi in questa famiglia è già dentro il film sin dall'inizio. Poi all'improvviso, l'imprevisto fa la sua parte ed il pubblico è dentro una situazione completamente differente, inaspettata. È una sorta di controcampo rispetto a quello che faccio abitualmente, sebbene devo dire che La zona morta presentava una cosa abbastanza simile. Anche lì c'era una piccola città della provincia americana, un contesto famigliare simile. Tra i film che ho fatto ritengo che sia quello che più si avvicini a A History of Violence.

    C'è una connessione narrativa e allo stesso tempo politica. Se da una parte in A History of Violence, il tema portante è quello della violenza, affrontato su più livelli. Vedendolo ci chiediamo cosa siano costrette a sopportare questa piccola città e questa famiglia tranquilla? Cosa rende tutto questo possibile? In tutto questo c'è un sottotesto politco, per quanto sottile. Questo mi affascinava molto. Anche La zona morta era ambientato in America in un buon momento politicamente e a livello internazionale. Questo forniva eccellenti possibilità per rivisitare l'America e in qualche modo giudicarla, nonostante poi questi giudizi siano applicabili a livello universale. In A History of Violence tutto questo è meno esplicito ma c'è ed è stato anche materia di confronto tra me e Viggo Mortensen, che è un attore molto accorto e politicizzato. Per convincerlo a fare il film abbiamo difatti passato molto tempo a parlare degli aspetti politici.

    Fonte: movieplayer
     
    Top
    .
0 replies since 29/2/2012, 18:02   40 views
  Share  
.