Lost in translation

Sofia Coppola - 2003

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  1. lionel hutz
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    Lost in Translation



    Di Sofia Coppola, 2003 (USA, Giappone), 104 min.
    Con Bill Murray, Scarlett Johansson, Giovanni Ribisi, Anna Faris.


    Due americani, il maturo Bob e la giovane Charlotte, si incontrano e fanno amicizia in un lussuoso albergo di Tokyo. Star del cinema in declino, Bob è arrivato per girare uno spot pubblicitario di una marca di whisky: il lavoro non lo entusiasma ma il compenso di due milioni di dollari gli fa passare ogni dubbio. Charlotte accompagna John, il marito, fotografo in ascesa che non rinuncia mai ad un incarico e per questo trascura un po' la giovane moglie. Bob e Charlotte passano molto tempo in albergo e anche la notte, presi entrambi dall'insonnia, si rifugiano al bar sempre aperto...
    Fonte: wikipedia




    Edited by The White - 15/7/2013, 13:45
     
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    Nessuno ha ancora commentato questo film? Comincio io.
    Il film si apre con una ragazza bionda girata di spalle,, in déshabillé e distesa su un letto.
    Sola. Poco più tardi vediamo Bob attore americano portato in giro per Tokyo su un’auto lussuosa, solo anche lui.
    Quando vede un enorme cartellone su cui è stampato lui stesso intento a pubblicizzare un whisky giapponese, rimane perplesso.
    Lui e Charlotte, la ragazza dell’incipit, alloggiano nello stesso lussuoso hotel.
    Se le rispettive situazioni sentimentali e la differenza d’età li dividono, l’insonnia li unisce.
    Sono due anime affini, di quelle che non capita spesso di trovarsi in uno stesso luogo in uno stesso tempo e soprattutto di conoscersi e di stare insieme.
    Charlotte, americana anche lei, non è da sola in viaggio, alloggia con il giovane marito, che la trascura per il suo lavoro da fotografo.
    Così Charlotte e Bob si guardano, si piacciono nella rispettiva “goffaggine” rispetto al mondo che li circonda e si conoscono.
    Due persone solitarie, restie a concedersi e a lasciarsi andare, a provare ed a dimostrare affetto.
    Entrambi sono a disagio nel ruolo che si trovano ad assumere ed entrambi probabilmente credono di essere (almeno un po’) migliori (più svegli, più sensibili) delle persone che li circondano , delle quali vengono rimarcati i comportamenti eccentrici, un po’ stupidotti (Kelly ad esempio), i discorsi vuoti e superficiali, da cui tendono ad isolarsi.
    Trovano conforto l’uno nell’altra, se proprio devono essere soli ed incompresi (letteralmente, vedi scena in ospedale) in una città tanto affascinante quanto lontana da loro, che almeno lo siano in due.
    Il loro è un incontro fortunato, in tutti i sensi, insieme passano del tempo magnifico, seppur breve, spesso anche senza bisogno di parlarsi. SI divertono, scherzano, si lanciano sguardi d’intesa, si capiscono. La loro vita inzia a movimentarsi, sono loro stessi che sono smossi dai sentimenti che ora provano, si svegliano dal proprio torpore esistenziale.
    Il rapporto tra i due ricalca un po’ quello padre/figlia (alcune scene vengono riprese tali e quali in”Somewhere”) data la notevole differenza d’età, un po’ quello esistente tra due amici, ma si intuisce anche un’attrazione di altro tipo (tanto che Bob, dopo il loro primo incontro tenta subito di rimettersi in forma in palestra).
    Entrambi hanno due matrimoni che se non fallimentari sono senz’altro problematici.
    Charlotte è in una fase di stallo della sua vita. Non ha un lavoro, si è appena laureata a Yale in filosofia («un lavoro che da quattrini» dice Bob), non sa quello che vuole dalla vita e si limita a seguire il marito, da cui sembra essere dipendente, in giro per il mondo.
    La carriera cinematografica di Bob è in declino, non facendo più film di successo da decenni, lui sembra depresso, con la moglie in comune ci sono solamente i figli.
    L’universo rappresentato è ricco, annoiato e viziato, Sofia Coppola ci si deve riconoscere molto, io un po’ meno.
    Nonostante ciò capita a volte di trovarsi in un mondo che ci pare lontano ed incomprensibile e di sentirsi soli in mezzo a tante persone che invece sembrano perfettamente a proprio agio e di desiderare perciò qualcuno che sia proprio come noi, con lo stesso disagio, ma che ci riesca a capire. Magari con un solo sguardo.
    E’ un film senza molta azione per la natura stessa dei temi trattati, ma piuttosto pacato e riflessivo.
    Due delle mie scene preferite.
    Nella prima Bob deve recitare nello spot del Whisky e il regista è giapponese. Il regista inizia a parlare con enfasi e convinzione per spiegare come recitare la scena, continua per un bel po’, si avvicina addirittura a Bob per cercare di coinvolgerlo nei propri sentimenti.
    Arriva l’interprete e liquida il tutto con : «Ha detto di girarti verso la camera. Con convinzione»
    Seconda scena: “More than this” al karaoke di uno stonatissimo, ma dolcissimo Bob ex-aequo con il finale.
    La colonna sonora l’ho trovata molto bella, con pezzi alternative.-rock principalmente anni ’80.
    La canzone finale è perfetta per la scena.
    La fotografia è sicuramente d’impatto, romantica come la Coppola ci ha abituato a vedere, con colori tenui, pastello e Tokyo è magnifica, da cartolina
    Fantastico Bill Murray, pagliaccio triste, incantevole la giovanissima Johansson.
    Dei film della Coppola che ho visto (tutti tranne l’ultimo, nrd) è il mio preferito.
    Consigliato alle persone riflessive.
     
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1 replies since 28/8/2011, 17:04   31 views
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