Boys don't cry

Kimberly Peirce - 1999

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    Francesca

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    Boys don't cry

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    Un film di Kimberly Peirce. Con Hilary Swank, Chloë Sevigny, Peter Sarsgaard, Brendan Sexton III, Alicia Goranson.
    Drammatico, durata 118 min. - USA 1999.



    Boys Don't Cry è un film statunitense del 1999, diretto da Kimberly Peirce ed interpretato da Hilary Swank e Chloe Sevigny.
    Il soggetto è basato su un fatto di cronaca, le vicissitudini del giovane Teena Brandon, transgender biologicamente donna che cambiò il proprio nome in Brandon Teena.

    Trama
    Alla fine del 1993 il ventunenne Brandon Teena si trasferisce da Lincoln a Falls City, Nebraska, depressa cittadina di provincia ben nota per la sua chiusura mentale e vari episodi di cronaca nera.
    Brandon è generoso, solare e affascinante, ma nasconde a tutti il segreto di essere un transgenere.
    Ben presto la sua speranza di cominciare una nuova vita lì inizia a realizzarsi: diviene amico della timida Candace Lambert e dei suoi due futuri assassini John Lotter e Tom Nissen, seduce un sacco di ragazze finché non instaura una relazione con Lana Tisdale, una giovane introversa e in crisi con sé stessa, che trova in lui un amore e una devozione senza precedenti e lo ricambia con trasporto.
    La situazione precipita quando, a causa di una guida spericolata, la Polizia locale viene a sapere dei suoi piccoli precedenti in altre contee dello stato, del suo processo in corso cui sarà contumace, e soprattutto la sua vera identità: quella di Teena Brandon.

    Controversie
    Benché sia basato su una storia vera, il film presenta notevoli incongruenze e ha scatenato proteste da parte delle persone realmente coinvolte nella vicenda, tra i quali i familiari della vittima, Lana Tisdale e gli abitanti di Falls City.

    È del tutto assente ad esempio Philip DeVinne, fidanzato della sorella della Lambert e terza vittima di John Lotter e Tom Nissen, né viene mai menzionato.

    JoAnn Brandon manifestò il proprio disappunto all'agenzia di stampa Associated Press, nel 2000, nei confronti dell'attrice protagonista Hilary Swank, che la notte degli Oscar pronunciò un discorso di ringraziamento riferendosi alla figlia di lei come un "lui". Continuò inoltre a negare che la figlia fosse un transgender, rivelando che da piccola era stata molestata e avesse deciso di travestirsi come mera strategia difensiva.

    Lana Tisdale si lamentò con la produzione per invasione della privacy e l'uso non autorizzato del suo nome; fu inoltre molto seccata che l'interpretazione della Sevigny la dipingesse come una persona pigra, spesso ubriaca, viscida e incolta (white trash). Come se non bastasse, smentì la sua presenza nella scena dell'omicidio e soprattutto il prosieguo della relazione dopo aver scoperto che la Brandon possedeva ancora genitali femminili.

    Per la scena dello stupro, peraltro, il film fu catalogato con una R (vietato ai minori di 17 anni) dalla Motion Picture Association of America.


    Premi
    Premi Oscar 2000: miglior attrice protagonista (Hilary Swank)
    Golden Globe 2000: miglior attrice in un film drammatico (Hilary Swank)
    2 Independent Spirit Awards 2000: miglior attrice protagonista (Hilary Swank), miglior attrice non protagonista (Chloë Sevigny)
    2 Chicago Film Critics Association Awards 1999: miglior attrice (Hilary Swank), miglior attrice non protagonista (Chloë Sevigny)
    2 National Board of Review Awards 1999: miglior performance rivelazione femminile (Hilary Swank), miglior regista esordiente
    2 Satellite Awards 1999: miglior attrice in un film drammatico (Hilary Swank), miglior attrice non protagonista in un film drammatico (Chloë Sevigny)

    Fonte: wikipedia

     
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