The Experiment

Oliver Hirschbiegel - 2001

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  1. The White
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    user1881_1158650181



    The Experiment (Das Experiment) è un film a colori di genere drammatico, thriller della durata di 114 min. diretto da Oliver Hirschbiegel e interpretato da Moritz Bleibtreu, Christian Berkel, Oliver Stokowski, Wotan Wilke Möhring, Stephan Szasz, Polat Dal, Danny Richter, Ralf Müller.
    Prodotto nel 2001 in Germania.




    Trama

    Venti uomini vengono selezionati per un esperimento scientifico: per alcune settimane devono rimanere rinchiusi in una prigione da laboratorio con celle e telecamere di sorveglianza. Lo scopo dell'esperimento è di analizzare il comportamento in un ambiente chiuso. I partecipanti dovranno assumere i ruoli di secondini e prigionieri ma ogni giorno che passa il confine tra realtà e simulazione diventa sempre più sottile.


    Fonte: Movieplayer

    Edited by The White - 4/10/2013, 16:38
     
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  2. The White
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    A mio parere hanno rovinato quello che poteva essere un buon film con una storia d'amore completamente fuori luogo e senza senso :sleep: resta apprezzabile per le parti dellì'"esperimento" in cui sono stati capaci di tenere alta la tensione però francamente alla fine sa molto di buona occasione mancata...
     
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    Palma d'oro

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    Ora non posso rispondere per benino, ma me lo ricordo come una piacevole sorpresa.. anche se bisogna dire che fu tratto purtroppo da una storia vera.

    In effetti anche io mi ricordo quanto fosse fuori luogo la storia d'amore.. un posticcio piuttosto inutile.

    Ma al di là di quello, me lo ricordo piuttosto coinvolgente..
     
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  4. The White
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    Si è tratto da una storia vera anche se ci sono delle differenze
    nella verità non ci fu nessun morto fortunatamente !
    Comunque probabilmente nella mia piccola delusione ha influito il fatto che lo avevo sentito spesso nominare come film sorprendente e forse mi sono fatto aspettative troppo alte... resta secondo me più l'amaro in bocca per l'occasione sprecata che la soddisfazione per il coinvolgimento che indubbiamente è il lato positivo del film !Scopro solo ora che hanno fatto un reamake americano che ovviamente fa pena :sleep: :ahah:
     
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    Francesca

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    Lo vidi al cinema, mi angosciò parecchio. Peccato che forse sbraca un pò verso la fine, ma nel complesso è un bel film.

    I dati dell'esperimento vero (fonte: wikipedia)



    L'esperimento
    Zimbardo riprese alcune idee dello studioso francese del comportamento sociale Gustave Le Bon; in particolare la teoria della deindividuazione, la quale sostiene che gli individui di un gruppo coeso costituente una folla, tendono a perdere l'identità personale, la consapevolezza, il senso di responsabilità, alimentando la comparsa di impulsi antisociali. Tale processo fu analizzato da Zimbardo nel celebre esperimento, realizzato nell'estate del 1971 nel seminterrato dell'Istituto di psicologia dell'Università di Stanford, a Palo Alto, dove fu riprodotto in modo fedele l'ambiente di un carcere.
    Fra i 75 studenti universitari che risposero a un annuncio apparso su un quotidiano che chiedeva volontari per una ricerca, gli sperimentatori ne scelsero 24, maschi, di ceto medio, fra i più equilibrati, maturi, e meno attratti da comportamenti devianti; furono poi assegnati casualmente al gruppo dei detenuti o a quello delle guardie. I prigionieri furono obbligati a indossare ampie divise sulle quali era applicato un numero, sia davanti che dietro, un berretto di plastica, e fu loro posta una catena a una caviglia; dovevano inoltre attenersi a una rigida serie di regole. Le guardie indossavano uniformi color kaki, occhiali da sole riflettenti che impedivano ai prigionieri di guardarle negli occhi, erano dotate di manganello, fischietto e manette, e fu concessa loro ampia discrezionalità circa i metodi da adottare per mantenere l'ordine. Tale abbigliamento poneva entrambi i gruppi in una condizione di deindividuazione.

    Risultati
    I risultati di questo esperimento sono andati molto al di là delle previsioni degli sperimentatori, dimostrandosi particolarmente drammatici. Dopo solo due giorni si verificarono i primi episodi di violenza: i detenuti si strapparono le divise di dosso e si barricarono all'interno delle celle inveendo contro le guardie; queste iniziarono a intimidirli e umiliarli cercando in tutte le maniere di spezzare il legame di solidarietà che si era sviluppato fra essi. Le guardie costrinsero i prigionieri a cantare canzoni oscene, a defecare in secchi che non avevano il permesso di vuotare, a pulire le latrine a mani nude. A fatica le guardie e il direttore del carcere (lo stesso Zimbardo) riuscirono a contrastare un tentativo di evasione di massa da parte dei detenuti. Al quinto giorno i prigionieri mostrarono sintomi evidenti di disgregazione individuale e collettiva: il loro comportamento era docile e passivo, il loro rapporto con la realtà appariva compromesso da seri disturbi emotivi, mentre per contro le guardie continuavano a comportarsi in modo vessatorio e sadico. A questo punto i ricercatori interruppero l'esperimento suscitando da un lato la soddisfazione dei carcerati, ma dall'altro, un certo disappunto da parte delle guardie.

    Conclusioni
    Secondo l'opinione di Philip Zimbardo, la prigione finta, nell'esperienza psicologica vissuta dai soggetti di entrambi i gruppi, era diventata una prigione vera.
    Assumere una funzione di controllo sugli altri nell'ambito di una istituzione come quella del carcere, assumere cioè un ruolo istituzionale, induce ad assumere le norme e le regole dell'istituzione come unico valore a cui il comportamento deve adeguarsi, induce cioè quella "ridefinizione della situazione" utilizzata anche da Stanley Milgram per spiegare le conseguenze dello stato eteronomico (assenza di autonomia comportamentale) sul funzionamento psicologico delle persone. Il processo di deindividuazione induce una perdita di responsabilità personale, ovvero la ridotta considerazione delle conseguenze delle proprie azioni, indebolisce i controlli basati sul senso di colpa, la vergogna, la paura, così come quelli che inibiscono l'espressione di comportamenti distruttivi. La deindividuazione implica perciò una diminuita consapevolezza di sé, e un'aumentata identificazione e sensitività agli scopi e alle azioni intraprese dal gruppo: l'individuo pensa, in altri termini, che le proprie azioni facciano parte di quelle compiute dal gruppo.
    L'importanza e l'attualità degli studi di Zimbardo e di altri ricercatori, sarebbe dimostrata dalle vicende riguardanti le torture cui furono sottoposti i prigionieri iracheni nella Prigione di Abu Ghraib, ad opera di militari statunitensi, durante l'occupazione militare dell'Iraq, iniziata nel 2003. Le immagini diffuse dai media, che ritraggono le sevizie e le umiliazioni subite dai prigionieri, risultano drammaticamente simili a quelle prodotte durante l'esperimento dell'Università di Stanford.

    A chi interessa, ecco il link per leggere la vera esperienza condotta dal team di Zimbardo, con le annotazioni del gruppo di ricerca. Accadde a Stanford. La trovo molto interessante! Esperimento
     
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4 replies since 26/11/2011, 00:20   41 views
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