-
.
Un film di Bennett Miller. Con Brad Pitt, Jonah Hill, Robin Wright Penn, Philip Seymour Hoffman, Chris Pratt.
Titolo originale Moneyball. Drammatico, durata 126 min. - USA 2011.
Trama
Gli Oakland Athletics sono una buona squadra di baseball che però non può competere con i budget stratosferici di squadre come ad esempio i New York Yankees. Quando al termine di una buona stagione il general manager Billy Beane si vede portar via i suoi tre migliori giocatori, la loro sostituzione diventa impossibile, soprattutto con i pochissimi soldi a disposizione. A questo punto però Beane incontra Peter Brand, giovane laureato in economia che gli dimostra come si possa costruire una squadra vincente basandosi sulle statistiche invece che sui nomi altisonanti. Beane abbraccia la filosofia del ragazzo e rifonda la squadra con nomi sconosciuti o apparenti scarti, lasciando basiti tutti i collaboratori degli Oakland Athletics, compreso l'allenatore Art Howe. All'inizio le cose non sembrano funzionare, ma pian piano il "sistema" messo in piedi da Beane Brand comincia a dare frutti insperati…Fonte: mymovies
Edited by deanie - 22/10/2014, 10:08
. -
Lacrymosa .
User deleted
Un buon titolo che racconta una grande storia sportiva,ma nulla di più . -
.
Non è male, ma manca di cogliere le metafore legate allo sport. E' un film che emoziona poco.
Brad Pitt è bravo, ma non da strapparsi i capelli.
Come Jonah Hill abbia ottenuto una candidatura agli Oscar, invece, è puro mistero.. -
The White .
User deleted
Sono partito un pò prevenuto lo ammetto ma non mi ha proprio convinto ! Questo è un film americano nel senso più "offensivo" del termine ! Uno di quei film sullo sport fatto a posta per commuovere e che manco ci riesce ! Brad Pitt fa il suo ma non può fare miracoli, Philip Seymour Hoffman sprecato come più non si potrebbe 
Jonah Hill candidato agli oscar poi non conosco bene la storia come sia andata ma il suo personaggio lo fanno apparire come un coglione che si prendeva i meriti delle vittorie quando non credo che l'allenatore sia così inutile... insomma per me non va oltre a un 6 strimizzito !
. -
Lacrymosa+1 .
User deleted
I meriti di Beane mi sembrano evidenti,inoltre non mi pare che la sua figura ne esca come un vincente,ma come un perdente romantico . -
The White .
User deleted
Si ma sembra che tutto il merito sia suo quando nello sport difficilmente il merito si riconduce ad una sola persona... ovviamente il film sarà romanzato e tutto ma dalla pellicola compra i giocatori a caso seguendo le indicazioni statistiche senza manco averli sentiti prima quindi il merito suo quale sarebbe ? Sembre più uno che si trova nel posto giusto al momento giusto ...non mi pare che la sua figura ne esca come un vincente,ma come un perdente romantico
E' proprio la cosa che ho odiato
il film pretende di essere romantico e risulta odioso... almeno a me ha fatto questo effetto...
. -
Gialone+1 .
User deleted
Grazie!
Un film che nn vedrò.... -
The White .
User deleted
Guarda secondo me è questione di gusti a me non ha detto molto ma oggettivamente non è un brutto film. Se non ti infastidisce questo suo voler essere a tutti i costi "buono" allora può anche piacere ! Merita la visione per togliersi il dubbio ! 
. -
Lacrymosa .
User deleted
Si ma sembra che tutto il merito sia suo quando nello sport difficilmente il merito si riconduce ad una sola persona... ovviamente il film sarà romanzato e tutto ma dalla pellicola compra i giocatori a caso seguendo le indicazioni statistiche senza manco averli sentiti prima quindi il merito suo quale sarebbe ? Sembre più uno che si trova nel posto giusto al momento giusto ...non mi pare che la sua figura ne esca come un vincente,ma come un perdente romantico
E' proprio la cosa che ho odiato il film pretende di essere romantico e risulta odioso... almeno a me ha fatto questo effetto...
Lui sceglie l uomo delle statistiche,lui capisce di non poter competere con gli altri club e cerca una strada alternativa...chi si occupa di mercato nello sport è importantissimo..il fatto che poi alla fine rifiuti la proposta,in un settore dove comanda il dio denaro,lo rende un grande,poco da dire.... -
Drumboy .
User deleted
"Prima ci sono le squadra ricche, poi quelle povere, poi ci sono venti metri di merda e infine ci siamo noi..."
Il film mi è piaciuto. Quello che desidero aggiungere, se proprio dovessi trovare qualcosa di dicutibile al film, è il tipo di approccio. Dimostrare che si può vincere concependo un altro modo di fare sport, reinventandolo, è qualcosa di non inconsueto nello sport, ciò che è contestabile è il “metodo statistico”, mentre l’”alchimia”, compresa quella tecnica e statistica, fanno parte di un tutto straordinario. Come il meglio del meglio non dà il meglio, così il più perfetto puzzle statistico non dà il meglio, anche se il film ci ricorda che una tal squadra vinse il campionato…ma è una delle circostanze, una delle tante epiche sportive. Intanto volendo trovare un collegamento sportivo con il nostro paese dovremmo dire che spesso è il contrario: sono squadre multimiliardarie che hanno risultati sotto le aspettative, persino quando sono vincenti. E allora perché? Perché nel calcio le società servono a operazioni di fatturazione, ma per il resto persino lo sputtanato sport nazionale per antonomasia ci ha regalato delle leggende: il Verona negli anni 80 vinse uno scudetto con una squadra che puntava a una salvezza tranquilla, quei giocatori poi non fecero la nazionale, non trovarono grandissimo spazio dopo quella esperienza. Il rapporto qualità-investimenti è nettamente migliore nelle piccole e medie squadre. L’epica sportiva ci ha abituato a tanti avvenimenti anche meno evidenti. Post “moggiopoli” la Reggina data per spacciata con una squadra simile a quella che l’anno precedente si era salvata per miracolo e con un fardello di diversi punti di penalizzazione fece tanti punti al lordo della penalizzazione di quanti ne sarebbero serviti per andare in Champions League…Ma i casi da nord a sud e in tutti gli sport sono tanti…Quindi la squadra vincente è sempre un’alchimia, dove serve la statistica ma anche ben altro. Lo sport è fatto di spunti vincenti, di intuizioni non programmabili con le sole statistiche, comunque importanti, ecc. Invece lo sfondo umano, la ferita del protagonista che trasuda lungo tutto il film è ben resa da Pitt, come la sua sublimazione.
Curiosità:
Nello sport italiano in questo senso comunque è pieno di storie tristi. Qualche tempo fa giocai come fuori quota nelle giovanili del Torino e della Juve, perché me lo chiesero, cosa che io feci per il puro piacere di fare sport e scoprì una cosa interessante: i bambini a pallone (tutti i pulcini di una squadra di prfessionisti) sono fortissimi e solo la supremazia fisica permette agli adulti di contrastarli, questo perché i ragazzini hanno il baricentro più basso, spesso controllano meglio il pallone. Succede quindi che sognano, che fanno sognare i genitori, che vedono qualche soldino quando i loro coetanei conoscono appena la “paghetta”, ma poi la crescita, l’esplosione muscolare e altri fattori incidono diversamente. Durante queste partite mi capitava di essere più efficace sul campo di tante ex glorie, cosa che capitava a tanti, e molti la vivono come un’umiliazione. Tante volte quelli meno considerati in seno alle giovanili si strutturano molto meglio, hanno meno aspettative e si formano nel modo migliore.
Gino Pitaro. -
+1 .
Lui è bravo, il film è anche bello, ma lo sforzo di Miller di fare un film sullo sport senza il carico emotivo dei film sullo sport (Colpo vincente, Rocky, Bull Durham, Ogni maledetta domenica...) ha reso L'arte di vincere un film zoppo, secondo me.
Troppo freddo, troppo calcolato. Manca l'imprevedibilità che solo l'essere umano può dare.
Poi indubbiamente è una storia intrigante, forse così razionale da essere anche prevedibile.
In ogni caso, Billy Beane compie alla fine una scelta di sentimenti, piuttosto che razionale. Tanto di cappello!. -
Drumboy .
User deleted
Si, sono d'accordo Deanie...e io ho focalizzato questa tendenza del film a divenire assioma proprio nell'idea monca di costruire un team vincente con un "calcolo"...utile ma affatto esaustivo. Infatti è strano: da una parte il protagonista butta il cuore oltre l'ostacolo, azzarda una nuova visione, dall'altra affida questa unicamente a un criterio di calcolo. E' anche questo a rendere un pò monco il film, e il "fuori campo" degli avversari in finale non ci delude più di tanto, però gli spunti positivi o interessanti non mancano ;-) .
L'arte di vincereBennett Miller - 2011 |
Web