Low Tide

Roberto Minervini - 2012

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    Low Tide. Un film di Roberto Minervini. Con Daniel Blanchard, Melissa McKinney, Vernon Wilbanks Drammatico, durata 92 min. - Belgio, Italia, USA 2012.




    Trama
    Un ragazzino di dodici anni e sua madre vivono vite separate. Lei lavora ed esce con gli amici mentre il figlio trascorre le giornate in uno stato di solitudine che è al tempo stesso fonte di felicità e causa di dolore. Le sue continue esplorazioni lo portano lentamente a far emergere il buio contrasto tra le regole sociali e le leggi della natura e, in poco tempo, il delicato equilibrio del suo mondo interiore è sconvolto da eventi imprevisti.

    Fonte: MyMovies




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    La recensione

    Lunghe sequenze di tedio estivo nel mezzo del nulla, sparuti scambi di battute ridotte all’osso e la solitudine disperata di un bambino costretto a crescere in uno stato di semi-abbandono. Il protagonista vive con la madre una vita segnata dalla marginalità sociale e dalla violenza emotiva, erra più o meno senza meta nel paesaggio aspro del Texas tra distese stradali, un fiumiciattolo fangoso, un campo da rodeo, un macello, parcheggi dove diseredati vivono in roulottes.
    Attraverso piccole e continue attività casalinghe e non il bambino sembra reagire alla disperazione e al vuoto esistenziali: si occupa del bucato, ripulisce i resti delle notti brave materne, spigola lattine insieme a un vecchio del quartiere, si procura del ghiaccio con cui refrigerarsi, molesta un serpente, spara nel bosco, e questo fino all’epilogo finale in cui il rifiuto di vivere una vita priva di senso spinge il piccolo a determinare una svolta.
    La madre annega l’angoscia esistenziale nell’ubriachezza e nella deboscia dei fine settimana e il suo persistente ignorare le necessità fisiche e affettive del figlio spinge a pensare che sia nato da una gravidanza indesiderata. Anche durante le sue apparizioni, l’assenza e la sofferenza della donna è sottolineata dall’impossibilità di coglierne chiaramente il volto, sempre inquadrato di traverso, di sfuggita, sovrastato da una massa di dreadlocks e reso così inafferrabile.
    Tutto questo compone l’universo del film di Roberto Minervini, marchigiano trapiantato negli Stati Uniti. Niente sceneggiatura, un’azione affidata per lo più all’improvvisazione e una regia fatta di campi lunghi alternati a riprese con camera a mano che seguono i personaggi dappresso e spesso di spalle, come in alcuni film dei fratelli Dardenne con cui Minervini condivide dal punto di vista tematico la poetica del disagio sociale e dal punto di vista tecnico alcuni collaboratori tra cui la montatrice Marie-Hélène Dozo e l’ingegnere del suono Thomas Gauder.


    di Silvia Nugara
    http://www.puntodisvista.net/2012/09/low-t...erto-minervini/
     
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1 replies since 9/9/2012, 00:21   33 views
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