Educazione Siberiana

Gabriele Salvatores - 2013

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  1. cinepatrick
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    Educazione Siberiana è un film di genere drammatico della durata di 110 min. diretto da Gabriele Salvatores e interpretato da John Malkovich, Arnas Fedaravičius, Vilius Tumalavičius, Eleanor Tomlinson, Jonas Trukanas, Vitalji Poršnev, Peter Stormare. Prodotto nel 2013 e distribuito in Italia da 01 Distribution il giorno 28 febbraio 2013.




    Trama
    Nel sud della Russia, in una città divenuta una specie di ghetto per criminali di varie etnie, due bambini di 10 anni, Kolima e Gagarin, crescono insieme, amici per la pelle. L'educazione che viene impartita è piuttosto particolare: il furto, la rapina, l'uso delle armi. Il loro clan ha delle regole precise, una specie di codice d' onore, a volte persino condivisibile, che non va tradito per nessun motivo. Ma il tempo passa, i due ragazzi crescono mentre il mondo intorno a loro cambia radicalmente... E quando hai vent' anni e il mondo ti si spalanca davanti, hai voglia di prendertelo. E quando hai vent' anni, rispettare le regole non è esattamente il tuo primo pensiero. Ma, come dice nonno Kuzja, il capo del clan criminale siberiano: "È folle volere troppo. Un uomo non può possedere più di quello che il suo cuore può amare!"

    Fonte: Movieplayer




    educazione-siberiana-una-scena-del-nuovo-film-di-gabriele-salvatores-261464

    educazione-siberiana-arnas-fedaravia-ius-e-vilius-tumalavicius-in-una-scena-del-film-261002

    educazione-siberiana-un-primo-piano-di-john-malkovich-261003

    educazione-siberiana-john-malkovich-in-una-scena-del-film-261004

    educazione-siberiana-john-malkovich-in-una-scena-del-film-261463



    Edited by cinepatrick - 28/2/2013, 09:23
     
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  2. lele r
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    Il titolo è più imponente del film stesso.
    È carino, ok, non male, i giovani attori e il Malkovich santone sono perfetti, ci sono certe belle scene/inquadrature e anche la colonna sonora in più di un'occasione merita... Però i personaggi risultano poco approfonditi psicologicamente, piuttosto bidimensionali.
    La storia poi non mi pare delinei così bene - come qualcuno invece afferma - il mondo dei siberiani tanto da proiettare noi spettatori in esso, catapultarci in quel mondo. Ok, è un film realistico, ma lo stesso procedimento mi sembra funzionare molto meglio in fantasy da due soldi che non nella pellicola. E poi, la cosa che più mi ha dato fastidio sono state certe scelte tecniche e stilistiche che davano più l'impressione di un novellino alla cinepresa che di un regista PREMIO OSCAR.
    Per esempio all'inizio, quel montaggio a dir poco frenetico che non fa capire una cippa di ciò che stia succedendo, se il secondo prima sia il passato o il presente; e poi ancora, nel
    momento di massimo pathos, nel confronto ultimo tra i due amici: ad un certo punto Gagarin grida qualcosa per esprimere il suo crudo pensiero all'amico, e in quel momento dovrebbero essere le sue parole ed emozioni e la sua recitazione ad EMOZIONARE. Però questo non bastava evidentemente a Salvatores, che ha scelto di avvicinare e allontanare la ripresa in modo improvviso, a scatto, come se quel brusco movimento di macchina dovesse suscitare qualcosa di più nello spettatore. E' giusto un secondo, ma si rivela una scelta inutile che per conseguenza ha soltanto quella di spezzare la tensione che si era creata. Ma che diavolo di senso ha?


    Poi sembra che ci sia una continua ricerca di battute con cui aggiornare il libro delle citazioni cinematografiche, che risultano più stucchevoli e ricercate che realistiche, perché a volta buttate un po' lì a casaccio (penso a "il giusto non è esistito mai", oppure quella del "non si possono avere più cose di quante il cuore ne possa amare", o qualcosa di simile, anche se quella era bella). Come se si volesse esasperatamente elevare il livello della pellicola e che poi trova riscontro del suo vero valore nei pessimi titoli di coda, degni di un blockbuster (la scena che "si congela", pessima, anche se poi il film è più bello di quanto quegli ending titles lascino intendere).
    Parlando poi del finale, vi ho trovato poco senso logico con il resto del film, non capisco esattamente dove voglia andare a parare e cosa stia a significare.

    Vabbè, ora mi sto soffermando sulle cose che non mi sono piaciute, ma comunque come ho detto all'inizio, il film è carino e ha anche più di qualche pregio. Però non va oltre questo, una piacevole visione -sì- che però non ti resta dentro, rivelandosi infine un film un po' "apatico" per certi versi (forse è una mia impressione, o le emozioni sono tenute al guinzaglio?), e anche con meno violenza di quella che ci si aspetta (e di quella sperata).

    Tirando le somme, il film non regge alla dichiarazioni di intenti.
    Non che ci aspettassimo un nuovo "C'era una volta in America", ma un piccolo, moderno cult "C'era una volta in Siberia" forse sì.
     
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    Devo ancora vederlo (ne sono molto incuriosito), ma quello che mi preoccupava di più è tutto perfettamente riassunto nella tua frase "Il film non regge alla dichiarazione di intenti"
     
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  4. lele r
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    Non è male, eh! Però, ecco, diciamo che non vederlo non sarebbe una grave mancanza...
    Poi è il mio giudizio soggettivo, magari a qualcuno può piacere molto di più.
     
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    Contrariamente a quanto faccio generalmente, questa volta ho letto (rapidissimamente) l'opinione di Lele, giusto per capire quanto "le promesse del trailer fossero state mantenute".

    In realtà, ben poco, poiché secondo me il pregio principale del film è quello di non esser noioso; il che, a seconda dei punti di vista, può essere o meno un complimento. Questo in quanto lungo tutta la proiezione il pensiero principale correva verso mondi paralleli e sconosciuti, nei quali tutti i buoni propositi e spunti della sceneggiatura venivano sfruttati a dovere da una mano decisa e consapevole, capace di rendere giustizia ad un plot che di idee trabocca e che meriterebbero ben altra sorte.

    Ciò che Lele considera forzature atte a voler cercare uscite ad effetto e nuove citazioni da imprimere nella cultura cinematografica, per me invece sono esempi lampanti di quanto il regista si faccia sfuggire di mano il film, incapace di tener stretto a sé le redini della regia.

    Un vero peccato perché le potenzialità ci sono e sono tante.
     
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  6. The White
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    Vedo che la delusione è abbastanza condivisa. E' un vero peccato perchè anche per me c'erano le potenzialità per fare molto meglio invece il film non convince mai completamente. Il finale sbrigativo e poco emozionante sembra essere il perfetto riassunto di tutto il film...
     
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    Si, c'è qualcosa che sfugge al regista, quasi che la storia volesse prendere un'altra piega, mentre il regista cercava di imprimergli tutt'altra direzione. Forse nemmeno la performance di Malkovich aiuta a risollevare il film... Occasione sprecata. Il film non annoia per carità ma... Quanto bello poteva essere...
     
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6 replies since 18/12/2012, 21:36   230 views
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