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Dahmer - Il cannibale di Milwaukee (Dahmer) è un film di genere drammatico, horror, thriller della durata di 101 min. diretto da David Jacobson e interpretato da Jeremy Renner, Bruce Davison, Artel Kayàru, Matt Newton, Dion Basco, Christina Payano, Tom'ya Bowden, Sean Blakemore.
Prodotto nel 2002 in USA.
Trama
Ispirato alla vera storia di Jeffrey Dahmer, il serial killer che terrorizzò il Winsconsin, nei primi anni 90 e che morì in carcere, ucciso dai compagni di cella.
Fonte: Movieplayer. -
Lonz@.
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Il titolo non centra niente con la storia, nè quello italiano nè quello originale.. Scene di cannibalismo non ce n'è
Comunque buon film. -
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Sono appassionata di serial killer ma questo film non lo conoscevo! Lo metto in wish list. . -
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A memoria me lo ricordo estremamente lento e noioso.. e forse anche privo di scene particolarmente d'effetto. . -
Lonz@.
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A memoria me lo ricordo estremamente lento e noioso.. e forse anche privo di scene particolarmente d'effetto.
Si praticamente è così, ma se sei appassionato/a di serial killer (io lo sono ) alla fine è interessante vedere i "retroscena" della follia di un omicida. -
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Mi rendo conto che non è un bel film ma nonostante questa consapevolezza sono riuscita a dargli un 6 perché mi sono appassionata alla storia nonostante non mi sembrasse di vedere sullo schermo Jeffrey Dahmer. Penso che essendo una storia vera e recente (insomma una ferita sicuramente ancora molto aperta nelle famiglie nelle vittime, amici e per la città) sarebbe stato fuori luogo creare una specie di horror perverso (?). E' uscito un film che parla di adolescenza ribelle, amore e dramma. Credo che abbiano voluto dare una visione molto negativa umanamente parlando di Dahmer, non c'è la volontà di comprenderlo e di spiegare quali siano stati i traumi e le malattie mentali che lo hanno portato a diventare uno dei serial killer più famosi di sempre. Lo fanno apparire come un giovane ribelle e annoiato.
Nonostante questo vedendolo come film e non come documentario mi è piaciuto scoprire cosa venisse dopo, e poi dopo di quello, e come sarebbe finito. Alla fine i flashback e la storia principale si legano perfettamente nel punto in cui lui commettendo il suo primo omicidio torna in quel bosco dove si era messo a piangere per i problemi con il padre e dopo un'ennesima delusione dal padre cammina e si guarda intorno e si capisce benissimo che il suo cervello ha subito una modifica funzionale ormai permanente e appare desensibilizzato. E' stato interessante vedere la sua passione per i "burattini", amava spostare i corpi come se fossero dei fantocci, era una vera e propria ossessione la manipolazione, i corpi delle persone, che non poteva fermare.
Alla fine avrebbero potuto comunque seguire questa strada (adolescente gay sociopatico? ) ma fare qualcosa di più sostanzioso, profondo e dinamico, quindi 6..