L'omicidio di Robert e Andrew Kissel - La vera storia

Sesso, droga e sangue all' ombra dei grattacieli di Hong Kong. La città delle triadi mafiose per una volta si appassiona non a un oscuro - quanto frequente - regolamento di conti tra gangster nei bassifondi sovrappopolati e poco frequentati dalla polizia. Ma a un giallo che coinvolge una coppia di ricchi americani da anni residenti a Parkview, elegante ed esclusivo complesso residenziale dell' ex colonia britannica. I protagonisti della storia dell' estate sono Nancy Kissel, 41 anni, e suo marito Robert, 40. Nancy, fisico asciutto, sguardo fatale, è accusata di aver assassinato il marito, brillante dirigente della Merrill Lynch, una delle più grandi banche d' investimento degli Stati Uniti. Il caso è raccontato sui giornali in lingua cinese come «il mistero del milkshake» perché la donna, secondo l' accusa, avrebbe fatto bere una bevanda drogata al coniuge prima di colpirlo ripetutamente alla testa con una pesante statuetta.

Diciamo subito che Nancy ha ammesso di aver ucciso il marito. Ma, ha affermato davanti al pubblico ministero Peter Chapman, «solo per legittima difesa». «Volevo soltanto fermarlo - ha detto ancora la bella Nancy tra le lacrime -. Mi stava picchiando con una mazza da baseball. Avevo paura che mi uccidesse». Qual è la verità? Assassinio premeditato con somministrazione di un potente narcotico o inevitabile conseguenza di un atto di legittima difesa? Nancy, in libertà su cauzione, si difende con le unghie e con i denti. Nell' aula di tribunale è così emersa la vita intensa e ai limiti del «proibito » di una coppia tranquilla - con tre figli, due femmine e un maschio - a buon diritto protagonista dell' alta società di Hong Kong. Belli e ricchi, Nancy e Robert erano sempre presenti nelle notti mondane del ristretto circolo degli «espatriati». Ma secondo Nancy, dietro la facciata di coppia modello, si celava una vita d' inferno. «Dopo l' ultima gravidanza - ha raccontato la donna ai giudici - ero molto ingrassata. Avevo perso interesse nei rapporti sessuali. Mio marito, che si ubriacava spesso quando era a casa, mi obbligava a fare l' amore con lui. Mi minacciava con una mazza da baseball. Mi colpiva. Mi obbligava a praticargli sesso orale e poi, non contento, abusava di me». Robert era davvero un mostro? I verbali processuali raccontano una storia differente. Una storia in cui la protagonista è proprio Nancy. Che, durante un lungo periodo trascorso negli Stati Uniti per paura della Sars, l' epidemia scoppiata in Cina nel 2003, si era fatta un amante: l' elettricista Michael Del Priore, spesso chiamato a riparare qualche elettrodomestico nella casa di campagna dei Kissel, nel Vermont. Una relazione provata da numerose lettere d' amore trovate dagli investigatori a Hong Kong. Cosa è successo dunque nella lussuosa residenza cinese di Nancy e Robert Kissel la sera del 2 novembre 2003? Per l' accusa è tutto chiaro. Nancy avrebbe fatto bere al marito un milkshake drogato con Roipnol e un altro potente tranquillante, medicine da lei acquistate pochi giorni prima. Quindi, mentre il marito era incosciente, lo avrebbe colpito alla testa fino a ucciderlo. Nancy nega con forza di aver drogato il marito: «Avevo preparato il milkshake per i miei bambini e un' amichetta» si è difesa. L'autopsia però ha rivelato tracce di sedativi nell' organismo di Robert. La battaglia legale è ancora lunga. In fondo c' è una possibile condanna all' ergastolo. La favola cinese di Nancy molto probabilmente si chiuderà a Hong Kong. In un carcere.

IN TRIBUNALE Nancy Kissel, 41 anni, è sotto processo, a Hong Kong, con l' accusa di aver drogato e poi ucciso il marito Robert, 40. I due coniugi, entrambi americani, ricchi, erano i protagonisti della vita mondana nell' ex colonia britannica.
DIFESA Nancy si difende affermando che si è solo difesa perché il marito, ubriaco, la picchiava e la voleva violentare.
CONDANNA La donna è stata condannata all'ergastolo.



Fonte: Corsera

L'assassinio di un impresario edile caduto in disgrazia, trovato legato mani e piedi e col petto trafitto da decine di coltellate, potrebbe essere stato orchestrato dalla vittima per permettere alle sue bambine di incassare il premio di 10 milioni di dollari dell'assicurazione sulla vita.



La vicenda ha per protagonista un uomo d’affari Andrew Kissel di 46 anni, in procinto di divorziare dalla moglie che l'aveva cacciato dalla lussuosa villa di Greenwich nella campagna di New York perché aveva ricominciato a bere e drogarsi e stava per esser processato per decine di capi d'imputazione per frode. «Credo - ha spiegato un investigatore che si occupa del caso - che Kissel abbia assoldato un killer per farsi ammazzare e frodare l'assicurazione». La famiglia Kissell non è nuova alla ribalta della cronaca nera. Nel 2003 il fratello di Andrew, Robert Kissel, noto funzionario della Merrill Lynch bank, era stato ammazzato ad Hong Kong dalla moglie che gli aveva servito un frullato avvelenato.
Andrew Kissel era perseguitato dai creditori, rischiava di perdere la lussuosa villa in cui aveva vissuto fino a pochi mesi fa con la moglie e le due figliolette e con ogni probabilità sarebbe stato giudicato colpevole d’aver commesso frodi per un totale di 24 milioni di dollari. Parecchi anni di galera erano per Andrew Bissel una certezza. Alcol dipendente, affetto da depressione bipolare, schiavo della cocaina, in preda a stress, soggetto ad attacchi di ira e con una personalità antisociale, Andrew Kissell era un pericolo pubblico. La moglie Hayley, 43 anni analista finanziaria ed ex campionessa del mondo di sci in un torneo riservato ai miliardari, aveva presentato istanza di divorzio e da tempo non si fidava più a lasciarlo solo con le bambine Ruth di otto anni e Dara di sei. Alle figlie Andrew Kissel aveva intestato una polizza vita da dieci milioni di dollari che però, all'indomani della tragedia, la compagnia di assicurazione ha immediatamente contestato.
I primi commenti, quando il cadavere Andrew Kissel è stato trovato nello scantinato della villa a Greenwich, sono stati unanimi: «Ha trovato chi gli ha fatto pagare tutte le sue cattive azioni». Lo stesso padre della vittima, William Kissel ha sollevato dubbi. «Chi è entrato - ha detto - sapeva come muoversi». L’uomo ha poi cambiato tono spiegando che il figlio si era impossessato di parecchio denaro altrui e che la morte violenta poteva essere un atto di vendetta. Secondo gli agenti accorsi quando un dipendente ha dato l'allarme, alla vittima sono stati legati mani e piedi e coperto il volto con la camicia dopo che è stato ammazzato, non prima. «Kissel - ha concluso il capo della polizia -secondo l'autopsia è morto dissanguato in seguito alle coltellate. Tutto fa supporre che conoscesse il suo killer».

Fonte: Il giornale