Anna Magnani

Roma, 7 marzo 1908 – Roma, 26 settembre 1973

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    Sua madre, Marina Magnani, era una sarta originaria di Fano, e dopo aver dato alla luce la piccola Anna, affidò definitivamente la bambina alle cure della nonna materna. La piccola Anna non verrà mai a conoscere il suo vero padre naturale. In realtà, effettuando delle ricerche, Anna scoprirà le sue radici calabresi e quello che avrebbe dovuto essere il suo cognome, Del Duce; dirà poi, con la sua consueta ironia, di essersi fermata nelle ricerche perché non voleva passare come "la figlia del Duce".
    Marina Magnani quindi abbandona la figlioletta e si trasferisce ad Alessandria d'Egitto e sposa un uomo austriaco molto facoltoso. A lungo si credette che Anna Magnani fosse nata in Egitto, ma solo recentemente la verità è venuta a galla, prima per ammissione della stessa attrice, poi tramite le conferme del figlio. Anna viene allevata dalla nonna in una casa abitata dalle cinque zie Dora, Maria, Rina, Olga e Italia. L'unica presenza maschile è quella dello zio Romano.
    La nonna si impegna a fondo per far crescere e studiare la nipotina. La iscrive in un collegio di suore francesi, dove però la bambina rimane solo pochi mesi. Anna intraprende lo studio del pianoforte e porta avanti la sua formazione fino alla seconda liceo. Nel frattempo si reca ad Alessandria in visita alla madre, ma l'esperienza è molto dolorosa in quanto non riesce a farsi amare completamente da sua madre.
    Rientrata a Roma, Anna decide di abbandonare lo studio della musica che non la soddisfa pienamente e si indirizza verso la recitazione.

    Gli inizi
    Nel gennaio del 1927 inizia a frequentare con Paolo Stoppa la scuola di arte drammatica Eleonora Duse diretta da Silvio D'Amico - trasformatasi nel 1935 in Accademia Nazionale d'Arte Drammatica - avendo come insegnante Ida Carloni Talli.
    Tra il 1929 e il 1932 fa parte della compagnia Vergani-Cimara, diretta da Dario Niccodemi.
    Nel 1932 Anna e Paolo Stoppa si ritrovano a lavorare insieme nella compagnia di Antonio Gandusio, il quale ben presto si innamora della Magnani e apprezza a tal punto le sue qualità da spingerla a tentare anche la strada del cinema.
    Nel 1934 passa alla rivista, accanto ai fratelli De Rege, lavorando poi, a partire dal 1941, in una fortunatissima serie di spettacoli con Totò.
    In campo cinematografico il suo debutto è segnato dal film del 1934 La cieca di Sorrento di Nunzio Malasomma, nonostante nel 1928 fosse già apparsa, in un ruolo marginale, nella pellicola Scampolo di Augusto Genina. Il 3 ottobre 1935 sposa il regista Goffredo Alessandrini, con cui nel 1936 gira Cavalleria.

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    Il successo
    Dopo numerosi film in cui interpreta parti di cameriera o cantante, riesce ad imporsi per le sue eccezionali doti di interprete spiccatamente drammatica. Ed è Vittorio De Sica nel 1941 ad offrirle per la prima volta la possibilità di costruire un personaggio non secondario, quello di Loretta Prima, artista di varietà, nel film Teresa Venerdì. Recita nell'avanspettacolo di Totò e interpreta il ruolo della verduraia romana in Campo de' Fiori con Aldo Fabrizi.
    Il 23 ottobre 1942 dà alla luce il suo unico figlio, Luca, frutto di una relazione col giovane attore Massimo Serato (a causa della gravidanza la Magnani dovette rinunciare a girare il film di Luchino Visconti Ossessione dove venne sostituita da Clara Calamai), il quale l'abbandona non appena lei rimane incinta; l'attrice riuscì ad imporre il proprio cognome al figlio, proprio come la madre Marina fece con lei, uno dei pochissimi casi di genealogia matrilineare che si protrae per addirittura tre generazioni.
    Raggiunge la fama mondiale nel 1945 e vince il suo primo Nastro d'Argento grazie all'interpretazione nel film manifesto del Neorealismo, Roma città aperta di Roberto Rossellini (con il quale instaura una relazione sentimentale), con Aldo Fabrizi e Marcello Pagliero. Nel film Anna Magnani è protagonista di una delle sequenze più celebri della storia del cinema: la corsa dietro un camion tedesco, nel quale è rinchiuso il marito, al termine della quale il suo personaggio (la 'Sora Pina', ispirato alla figura di Teresa Gullace) viene ucciso dai mitra nazisti.
    Nel 1947 vince il suo secondo Nastro d'Argento e il premio per la miglior attrice alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia per il film L'onorevole Angelina diretto da Luigi Zampa.

    La rottura con Rossellini
    Nel 1948 interpreta il suo ultimo film con Roberto Rossellini, prima della rottura della loro relazione: L'amore, diviso in due atti. Il primo (ispirato al dramma in atto unico di Jean Cocteau La voce umana) è un lungo monologo al telefono di una donna abbandonata dal compagno; il secondo è la storia di una popolana che si accoppia con un giovane Federico Fellini credendolo San Giuseppe: per lei è il terzo Nastro d'Argento. Nel 1949 gira Vulcano, nell'isola vicina a quella dove Rossellini sta girando Stromboli terra di Dio con la sua nuova compagna Ingrid Bergman. Le riprese dei due film sono ricordate dalla storia del cinema come la guerra dei vulcani.
    Nel 1951 interpreta la protagonista del film di Luchino Visconti, sceneggiato da Cesare Zavattini, Bellissima con Walter Chiari, Corrado, Alessandro Blasetti, e vince il suo quarto Nastro d'Argento.
    Il quinto ed ultimo Nastro d'Argento le sarà conferito per il film Suor Letizia - Il più grande amore.
    Nel 1952 interpreta Anita Garibaldi nel film Camicie rosse, dove volle alla regia l'ex marito Goffredo Alessandrini.

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    Oscar
    Il 21 marzo 1956 è la prima interprete italiana nella storia degli Academy Awards a vincere il Premio Oscar come migliore attrice protagonista, conferitole per l'interpretazione di Serafina Delle Rose nel film La rosa tatuata, del 1955, con Burt Lancaster, per la regia di Daniel Mann. Per lo stesso ruolo, vincerà anche un BAFTA quale attrice internazionale dell'anno e il Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico.
    La Magnani non presenziò alla cerimonia: l'Oscar venne ritirato da Marisa Pavan, anche lei candidata come migliore attrice non protagonista per lo stesso film, dalle mani di uno dei più grandi attori comici di quegli anni, Jerry Lewis.
    Un altro prestigioso riconoscimento internazionale, miglior attrice al Festival di Berlino, le viene conferito nel 1958 per l'interpretazione del film Selvaggio è il vento di George Cukor. Per lo stesso ruolo, sempre nel 1958, vince anche il suo primo David di Donatello come migliore attrice e verrà nominata per la seconda volta al premio Oscar, che però va a Joanne Woodward per La donna dai tre volti.
    Nel 1959 vince il suo secondo David di Donatello per il film Nella città l'inferno con la regia di Renato Castellani, interpretato con l'amica Giulietta Masina: la pellicola è ambientata in un carcere femminile, in cui l'ingenua Lina (Masina) impara dalla "veterana" Egle (Magnani) i segreti per una vita di successo.
    Nel 1962 è la protagonista di Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini, regista con il quale aveva instaurato un rapporto conflittuale. Pasolini, dopo l'esordio del 1961 con Accattone, cercò in ogni modo di lavorare con la grande attrice, ormai sempre più selettiva nello scegliere i ruoli (la sua ultima interpretazione era Risate di gioia al fianco di Totò nel 1960); la Magnani accettò, ma entrambi rimasero insoddisfatti dal risultato ottenuto. Lei disse: "Pasolini mi ha usata", lui sosteneva che lei era stata: "troppo borghese". In ogni caso, nonostante le loro incomprensioni, che comunque non andarono mai ad intaccare la stima reciproca, il film ottiene un grande successo di pubblico e di critica in Francia, mentre in Italia al grande successo di critica seguiranno invece incassi deludenti.

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    La televisione
    Nel 1971 si cimenta con la televisione, fino a quel momento guardata da lei con sospetto. Con la regia di Alfredo Giannetti interpreta un ciclo di tre mini-film intitolato Tre donne: La sciantosa, 1943: Un incontro e L'automobile, la cui colonna sonora originale è composta da Ennio Morricone e diretta da Bruno Nicolai. Diverso il discorso per Correva l'anno di grazia 1870, sempre per la regia di Giannetti, che viene distribuito nelle sale cinematografiche.

    Filmografia
    Scampolo, regia di Augusto Genina (1928) - non accreditata
    La cieca di Sorrento, regia di Nunzio Malasomma (1934)
    Tempo massimo, regia di Mario Mattoli (1934)
    Quei due, regia di Gennaro Righelli (1935)
    Cavalleria, regia di Goffredo Alessandrini (1936)
    Trenta secondi d'amore, regia di Mario Bonnard (1936)
    La principessa Tarakanova, regia di Mario Soldati (1938)
    Una lampada alla finestra, regia di Gino Talamo (1940)
    La fuggitiva, regia di Piero Ballerini (1941)
    Teresa Venerdì, regia di Vittorio De Sica (1941)
    Finalmente soli, regia di Giacomo Gentilomo (1942) - doppiata da Tina Lattanzi
    La fortuna viene dal cielo, regia di Akos Rathonyi (1942)
    L'avventura di Annabella, regia di Leo Menardi (1943)
    La vita è bella, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1943)
    Campo de' fiori, regia di Mario Bonnard (1943)
    Gli assi della risata, regia di Roberto Bianchi Montero, Guido Brignone, Giuseppe Spirito, Gino Talamo (1943)
    L'ultima carrozzella, regia di Mario Mattoli (1943)
    Il fiore sotto gli occhi, regia di Guido Brignone (1944)
    Quartetto pazzo, regia di Guido Salvini (1945) - doppiata da Tina Lattanzi
    Roma città aperta, regia di Roberto Rossellini (1945)
    Abbasso la miseria!, regia di Gennaro Righelli (1945)
    Un uomo ritorna, regia di Max Neufeld (1946)
    Avanti a lui tremava tutta Roma, regia di Carmine Gallone (1946)
    Il bandito, regia di Alberto Lattuada (1946)
    Abbasso la ricchezza!, regia di Gennaro Righelli (1946)
    L'onorevole Angelina, regia di Luigi Zampa (1947)
    Lo sconosciuto di San Marino, regia di Michael Waszynsky (1947)
    Assunta Spina, regia di Mario Mattoli (1948)
    L'amore, regia di Roberto Rossellini (1948)
    Molti sogni per le strade, regia di Mario Camerini (1948)
    Vulcano, regia di William Dieterle (1950)
    Bellissima, regia di Luchino Visconti (1951)
    Camicie rosse, regia di Goffredo Alessandrini (1952)
    La carrozza d'oro (Le carrosse d'or), regia di Jean Renoir (1952)
    Siamo donne, regia di Luchino Visconti (V episodio) (1953)
    Carosello del varietà, regia di Aldo Quinti, Aldo Bonaldi (1955)
    La rosa tatuata (The rose tatoo), regia di Daniel Mann (1955)
    Suor Letizia, regia di Mario Camerini (1957)
    Selvaggio è il vento (Wild is the wind), regia di George Cukor (1957)
    Nella città l'inferno, regia di Renato Castellani (1959)
    Pelle di serpente (The fugitive kind), regia di Sidney Lumet (1959)
    Risate di gioia, regia di Mario Monicelli (1960)
    Mamma Roma, regia di Pier Paolo Pasolini (1962)
    La pila della Peppa (Le magot de Josefa), regia di Claude Autant-Lara (1963)
    Made in Italy, regia di Nanni Loy (episodio: La traversata) (1965)
    Il segreto di Santa Vittoria (The secret of Santa Vittoria), regia di Stanley Kramer (1969)
    Tre donne, regia di Alfredo Giannetti (1971) - TV: La sciantosa; 1943: Un incontro; L'automobile
    Correva l'anno di grazia 1870, regia di Alfredo Giannetti (1971)
    Roma, regia di Federico Fellini (1972)

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    Edited by deanie - 5/2/2014, 23:22
     
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    Perdincibacco, mancava Nannarella!

     
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