Le vite degli altri - Cineclub / Cineforum

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  1. mr.wolf
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    festen



    proposto da Jesus 'SnaKe SuperStar


    Clicca qui per consultare il regolamento del Cineforum/Cineclub




    Le vite degli altri (Das Leben der Anderen) è un film del 2006 scritto e diretto da Florian Henckel von Donnersmarck, vincitore del Premio Oscar per il miglior film straniero.

    Il dramma – che si confronta con la storia della DDR e indaga lo scenario culturale della Berlino Est controllata dalle spie della Stasi (Ministero per la Sicurezza dello Stato), temuto organo di sicurezza e spionaggio interni – è il lungometraggio di debutto del regista e sceneggiatore Florian Henckel von Donnersmarck. Il film è uscito nelle sale tedesche il 23 marzo 2006.

    Riconoscimenti

    Il film è stato insignito di numerosi premi in Germania (Deutscher Filmpreis nel 2006, in 7 categorie su 11 nomination), in Baviera (Bayerischer Filmpreis, in 4 categorie) e in Europa (European Film Awards, in 3 categorie). È stato inoltre il terzo film tedesco a conseguire il riconoscimento dell'Oscar al miglior film straniero, dopo Il tamburo di latta (Die Blechtrommel) (1980) e Nowhere in Africa (Nirgendwo in Afrika) (2003).




    Titolo originale Das Leben der Anderen
    Paese di produzione Germania
    Anno 2006
    Durata 137 min
    Colore colore
    Audio sonoro
    Rapporto 2,35:1
    Genere drammatico
    Regia Florian Henckel von Donnersmarck
    Soggetto Florian Henckel von Donnersmarck
    Sceneggiatura Florian Henckel von Donnersmarck
    Produttore Quirin Berg, Max Wiedemann, Dirk Hamm, Florian Henckel von Donnersmarck, Claudia Gladziejewski
    Casa di produzione arte
    Fotografia Hagen Bogdanski
    Montaggio Patricia Rommel
    Musiche Stéphane Moucha, Gabriel Yared
    Scenografia Silke Buhr, Frank Noack
    Interpreti e personaggi

    Ulrich Mühe: capitano Gerd Wiesler "HGW XX/7"
    Martina Gedeck: Christa-Maria Sieland
    Sebastian Koch: Georg Dreyman
    Ulrich Tukur: tenente colonnello Anton Grubitz
    Thomas Thieme: ministro Bruno Hempf
    Volkmar Kleinert: Albert Jerska
    Hans-Uwe Bauer: Paul Hauser
    Matthias Brenner: Karl Wallner
    Charly Hübner: Udo
    Bastian Trost: Prigioniero 227





    Fonte: wikipedia



    Il voto secondo imdb-icon : Valutazione: 8.5/10




    Il video del sorteggio



    <p align="center">I film in lizza prima del sorteggio:

    A Serious Man
    Eyes Wide Shut
    Kwaidan
    Le vite degli altri
    Magnolia
    Manos: the hands of fate
    Nuovo cinema Paradiso
    Requiem for a dream
    Taxi driver
    The Fall
    The Social Network
    Tideland



    Edited by mr.wolf - 18/4/2014, 01:08
     
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    Son contento del scelta casuale, un film che volevo vedere!
     
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    Topic aggiornato!
     
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    Primah!

    Allora intanto devo mettermi in testa che non è bene vedere i film con i miei genitori perché è stressante, in più mio padre ha russato sonoramente per metà film. Tutto ciò ha abbassato come minimo di mezzo voto il livello di gradimento.
    La prima parte è stata un po' più pesante ma forse è da imputare anche a condizioni esterne. Parlano molto, le musiche sono drammatiche, le scene sono ferme o flemmatiche. La storia di quell'attrice poi è un tagliarsi le vene e l'azione è, appunto, lenta. Ci ho messo parecchio ad entrare nella pellicola. La seconda parte è più corposa, ho capito dove la storia andava a parare, ho imparato a conoscere il protagonista che inizialmente non avevo neanche individuato come protagonista (non al 100% almeno) e ho gradito estremamente il suo ruolo di macchinista.
    Poi ho appena letto la recensione di un'utente online e non saprei spiegare le mie sensazioni meglio di lei... passatemela, non riesco ad ordinare i miei pensieri così bene:
    CITAZIONE
    1984 Berlino est .... E il film in effetti deve molto al libro di Orwell (la scelta dell'anno di ambientazione non è un caso), sia per l'impianto generale che per lo snodo della storia principale. IL film ci restituisce una ambientazione algida e grigia (quasi realisticamente futuribile, anzichè tristemente storica), il meccanismo perfetto del totalitarismo come piena appropriazione dello stato delle vite e dei pensieri dei suoi cittadini e su questo costruisce la figura dell'agente della stasi, zelante applicatore dei dettati del partito/stato, un esecutore che ricorda la figura di Eichmann inteso come burocrate perfetto. Proprio sulla contrapposizione della vita di chi spia e di chi è spiato si sviluppa la storia, sull'universo vuoto, piatto e impersonale in cui vive l'agente e che con il suo operato contribuisce a creare e sul mondo caldo, colorato e vitale della cerchia degli amici dell'intellettuale che deve distruggere. Ma l'uno è mosso all'inizio dal credo politico, diversamente da capi e capetti tutti tesi al tornaconto personale, l'altro è un piccolo pavido intelletuale allineato che non vede , o non ha il coraggio di vedere, le storture del sistema. La figura carismatica risulta essere la spia, affascinato dalla vita dell'altro e dalla sua donna, un cannibale di vita, perchè una sua vera non la possiede, attratto tra voyerismo e solitudine, da ciò che accade nell'appartamento che spia, fino a viverne gli accadimenti e a lavorare perchè non vengano interrotti, un uomo che finisce per vivere per interposta persona.
    Il film è disseminato di piccolo avvenimenti quotidiani, assolutamente normali, che traducono l'assoluto nulla che il regime impone perfino a se stesso, nelle persone dei suoi agenti, con il divieto di tutto ciò che si stacchi dall'impersonalità più completa.
    E il finale è pudico, coerentemente con tutta la storia così poco gridata.

    Autrice
    Però io credo che il messaggio che vuole trasmettere il film sia in maggior misura quello apertamente esplicitato della bontà del protagonista, che l'insensatezza della sua vita e l'impersonificazione nello scrittore.
    Comunque bel personaggio, un eroe inconsueto nell'ombra che non vuole riconoscimenti ma è felice di aver fatto la cosa giusta. Bello bello.
    :star: :star: :star: :star: :star: :star: :star: :starhalf:

    Edited by Krigerinne - 25/12/2014, 01:37
     
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    ps: nel post madre c'è la scheda di Festen.
     
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    Ho iniziato a vederlo ora, purtroppo non riesco a finirlo in un'unica sessione ma...... che film ragazzi. Che film.
     
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  8. The White
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    L'aspetto più interessante è senza dubbio il fatto che i personaggi finiscono per conoscersi senza di fatto incontrarsi mai veramente. Bello infatti come alla fine non si cerchino anche se potrebbero perché di fatto non c'è bisogno di dirsi nulla. Il nostro protagonista si innamora della vita di chi dovrebbe controllare e finisce col difenderlo pur andando contro ai suoi principi. Il film non fa mai l'errore di scadere nel banale o nel melenso. E' un film di ascolti che ha bisogno di un pubblico disposto ad ascoltare perchè racconta tutta la storia sottovoce. Il finale allo stesso modo è efficace nella sua semplicità. Non mi sento di gridare al capolavoro ma comunque mi è piaciuto. Riesce ad andare oltre al semplice racconto di uno spaccato storico raccontando storie di personaggi a cui è impossibile non affezionarsi. Veramente bravo il protagonista nel rendere un personaggio così difficile.
    Voto: :star: :star: :star: :star: :star: :star: :star:
     
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  9. Lonz@
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    Visto ieri, anche se avevo visto alcune scene a scuola durante le lezioni di tedesco alle superiori..
    Che dire.. Secondo me è un buon film, nulla di straordinario ma comunque buono..
    Il personaggio principale riesce a passare dal mio peggior nemico ad un mio amico intimo in una scena, nel senso che un minuto lo odi, quello dopo lo adori per essersi comportato in quel modo.
    Tutto sommato la storia è scorrevole, magari a tratti annoia un pochino (forse sono io, perché la prof. di tedesco mi ha portato all'odio di ciò che è tedesco).
    Concordo pienamente con White sulla storia del conoscersi senza conoscersi, alla fine la storia va avanti grazie a quello..
    :star: :star: :star: :star: :star: :star: :star:
     
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    Tra poco arrivo anche io ragazzi, mi manca la seconda metà
     
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  11. Jesus 'SnaKe SuperStar
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    sono totalmente d'accordo con i vostri giudizi
    non credo che m'aspettassi di più, è un buon film che fa il suo dovere, ma niente di memorabile
    prima parte che rischia di annoiare, ci mette tanto il film a entrare nel vivo 2gsmyoy ma poi la storia in sè si fa interessante, bellissimo più di tutto lo sviluppo del protagonista (e ottimo è anche l'attore) che passa dalla durezza militare alla dolcezza che ti lascia alla fine...e concordo col fatto che il finale rimane prezioso in quel modo, con l'attore che alla fine preferisce non conoscere veramente la persona che l'ha salvato, per conservarsi semplicemente quell'idea di lui

    le musiche mi son piaciute, e non l'avrei mai detto
     
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    Io l'ho trovato un film straordinariamente bello, per cui però non ho molte parole da spendere. Non perché non ce ne siano, ma perché in un modo o nell'altro vorrei rispecchiare l'anima della pellicola stessa. Un dialogo immaginario tra il protagonista/antagonista e la sua coscienza, nonché verso i suoi sentimenti maturati e coltivati nel silenzio di un uomo ombra, che nulla può, fino a quando non fa cadere quella barriera e riprende corposità e concretezza.

    Un film che nel suo incidere compassato, sa andare verso una direzione precisa, tracciando una linea che lo spettatore non fa fatica a seguire e, a volte, nemmeno ad intuire. Ma in tutto questo non c'è lo spazio per annoiarsi o perdere il filo di Arianna, perché il ruolo dello spettatore delle vite altrui forse un po' tutti lo abbiamo vissuto, motivo per cui forse un po' tutti possiamo impersonarci meglio nel protagonista/antagonista.

    Il clima da cortina di ferro è ben riprodotto, sia attorno al cast che nei rapporti tra i personaggi, un'atmosfera che mantiene sempre distanti tutti quanti, a dispetto da qualsiasi relazione esistente. Sporca ogni rapporto, sfuma ogni contorno, ed ingrigisce ogni personalità, rendendola sempre un po' meno epica di quanto si chiederebbe ad un eroe, e meno carogna di quanto invece si chiederebbe ad un antagonista.

    Sul finale quoto Krig

    CITAZIONE
    Però io credo che il messaggio che vuole trasmettere il film sia in maggior misura quello apertamente esplicitato della bontà del protagonista, che l'insensatezza della sua vita e l'impersonificazione nello scrittore.

    :star: :star: :star: :star: :star: :star: :star: :star: :starhalf:
     
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    CITAZIONE (tayger @ 15/5/2014, 17:55) 
    Il clima da cortina di ferro è ben riprodotto, sia attorno al cast che nei rapporti tra i personaggi, un'atmosfera che mantiene sempre distanti tutti quanti, a dispetto da qualsiasi relazione esistente. Sporca ogni rapporto, sfuma ogni contorno, ed ingrigisce ogni personalità, rendendola sempre un po' meno epica di quanto si chiederebbe ad un eroe, e meno carogna di quanto invece si chiederebbe ad un antagonista.

    E' proprio vero.
     
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12 replies since 4/4/2014, 12:30   207 views
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