1. Humandroid - Recensione

    By tayger il 19 April 2015
     
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    Neill Blomkamp è tornato, con un film che però passerà probabilmente in sordina, quando meriterebbe altre fortune, soprattutto dopo il mezzo passo falso di Elysium, nonostante la critica di mezzo mondo non lo reputi ancora tornato a buoni livelli.
    Io invece vado controcorrente, apprezzandolo parecchio sapendo sfornare un film che riesce nel suo intento principale, dare emozioni, aldilà di tutto il resto, seppure con un po' di paraculaggine, facendo leva sulla facile empatia che viene a crearsi con questo moderno pinocchio, anche se il paragone risulta essere un po' azzardato e soprattutto fuoriluogo.
    Non tanto per la mancanza di morale alla fine, ma perché il regista, come in tutti i suoi film, focalizza i suoi sforzi -oltre che geograficamente- sulle emozioni del "diverso", sulle pecore nere della società, delle difficoltà che incontra e che deve superare, con tutti i suoi sbagli e con tutti i suoi diversi tentativi.
    Gioca facile in questo caso, utilizzando una marionetta infantile dalle fattezze robotiche, ma che riesce a colpire nel segno facendo salire la bile a comando ed invitando virtualmente lo spettatore ad accompagnare il protagonista nella sua crescita -caotica- interiore, a stare dalla sua parte a prescindere dalle circostanze, a viverne gioie e dolori come se fossero nostre.
    Gioca facile, e non potrebbe essere altrimenti, con una sceneggiatura adattata allo scopo, senza che risulti necessariamente un difetto, perché come già detto, si focalizza sui sentimenti e sull'empatia, che a volte diventa un legame talmente tanto forte da far soprassedere sui vari difetti strutturali insiti nella pellicola, a partire da un cast di caratteristi un po' sotto tono, ma che fortunatamente sa riscattarsi con il proseguo della storia, in una sorta di crescita parallela a quella di Chappie, che resta sempre e comunque il fulcro del progetto.
    Parte consistente del successo -perché per me il film è un successo- è nell'estro creativo del compositore Hans Zimmer, che riesce a dare il giusto tono alle scene più importanti della pellicola, con un apporto talmente fondamentale che ritengo essere quasi decisivo.

    By Tayger
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    Francesca

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    Bella questa recensione! Grazie Thai. Mi piace molto questa idea delle "emozioni del diverso". Blomkamp può essere altalenante nei risultati, ma i suoi film hanno tutti un impianto molto ben definito, cioè si può identificare il suo cinema, e questo è senz'altro un merito.
    Elyisium era forse troppo ambizioso, mentre mi pare che lui si trovi più a suo agio con materiali e attori meno stile "blockbuster", e quindi che renda meglio con una maggiore libertà espressiva.
     
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    Palma d'oro

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    E' un pensiero che svilupperò nel confessionale, ma concordo anche io che Elysium fosse troppo ambizioso e si prendesse troppo sul serio.
    Non che gli altri siano commedie, ma c'erano sempre elementi simpatici che di quando in quando strappavano una risata. Elysium ha come maggior pregio quello di averci dato uno degli antagonisti più riusciti degli ultimi anni, senza ombra di dubbio.

    Negli quello che funziona maggiormente, secondo me, è l'empatia che si crea con il diverso/i diversi, a seconda della situazione: certo, un gioco facile per certi versi, ma lui comunque lo fa bene, e come si dice, fa crescere il nazismo mica da ridere.
     
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2 replies since 19/4/2015, 12:42   89 views
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