Votes taken by tayger

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    Grandissimo!
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    Mi hai incuriosito! Leggero il libro, ma prima devo finire l'ultimo di Donato Carrisi ☺
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    District 9 già visto mi pare sai?
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    Progetto nato sotto i peggiori auspici ne esce trionfante. Non rivoluziona un genere che ormai vive di routine rodate e conosciute a menadito ma riporta in auge i fasti dei primi audaci episodi, con il tipico carico di freschezza e novità per un brand poco conosciuto ma che sa farsi spazio a spallate all'interno del comic universe.

    Una scommessa che poteva sembrare un cavallo perdente sin dall'inizio e che invece vale il prezzo del biglietto, anche solo per potersi godere il fresco del cinema e un paio di orette di sano divertimento.

    Un eroe che sa ritagliarsi il suo spazio, anche nei cuori degli appassionati, outsider, sfortunato, per il quale è impossibile nutrire una qualsiasi forma di antipatia, diretto in maniera esemplare ed accademica, tanto da rendere questo misconosciuto attore un volto immediatamente riconoscibile e poco irritante.
    Una spalla di assoluta eccellenza come Michael Douglas che sa elevare la qualità del film e portarla a livelli veramente alti, senza comunque mettere in ombra gli sforzi del protagonista che, in tutti i suoi limiti, sa comunque dare il suo contributo alla causa.

    Un mix di commedia e dramma come non lo si vedeva forse dai tempi del primo Iron man, da cui prende le distanze sia visivamente che narrativamente, con imbeccate chirurgiche e precise che cercano di inserire Antman nell'universo Marvel senza aver a disposizione uno stuolo di fan come per gli altri super eroi Marvel.

    Un ottimo film estivo. Ne vale la pena
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    E' un prodotto particolarissimo, che sta in bilico tra il cinema ed il serial. Una produzione di altissimo livello che lambisce punte qualitative rinvenibili solo sul grande schermo, un nuovo punto di arrivo per qualsiasi telefilm basato sui supereroi.
    Un risultato che spazza via qualsiasi altra cosa finora vista nello stesso ambito, una dichiarazione di intenti che alza l'asticella, e di parecchio anche, e punta prepotentemente a ruolo di nuovo paradigma.
    E a ragione, con piena consapevolezza dei propri mezzi. Notevoli, veramente notevoli. Scelte tecniche coraggiose ed ambiziose, un casting perfetto, con un Vincent D'Onofrio in stato di grazia, intenso, vissuto, sentito. Applausi a scena aperta solo per la sua presenza scenica.
    Un serial solido, quadrato, che sa dove vuole andare a parare e se ne frega della relativa lentezza dei primi episodi, perché un capolavoro ha bisogno di solide basi per poterlo diventare. E questo lo è. Seriamente.
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    Parlando di Karma...

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    Nel bene o nel male le tragedie fanno parte del DNA di Grey's anatomy e per certi versi ha fatto da apripista a questa tendenza, che tanto si vede anche nelle serie maggiori.
    La cosa che dispiace di più è che con l'avvicinarsi della fine della stagione ti devi aspettare una cosa di questo genere, ma nel caso di Grey's anatomy è un problema, perché il cast originario non è mai stato completamente rimpolpato adeguatamente e la storyline quindi inizia un po' a risentirne. Io penso di esser arrivato a metà della 10, poi a dirla tutta mi sono un po' stufato, perché al di là di variazioni sul tema, partendo dall'aspetto tecnico della puntata alla sceneggiatura alla Sliding doors (credo sia l'ultima puntata che ho visto), mi pare che ci sia ormai poco da raccontare sui protagonisti rimasti.

    Leggendo l'articolo mi sono spoilerato l'ultima morte, ma già la presumevo, devo solo capire il perché di tanto astio eheh.

    Però c'è da dire che la prima dipartita, quella del buon Danny, ha fatto storia. E' un pezzo di televisione veramente di alto livello, e l'empatia creatasi con questo personaggio/vicenda è stata altissima. Se è stato fatto fuori Dereck Shepard in malo modo, allora forse Shonda Rhimes doveva perlomeno farlo in maniera adeguata, visto che ha dimostrato a tutto il mondo di cosa è capace.
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    Neill Blomkamp è tornato, con un film che però passerà probabilmente in sordina, quando meriterebbe altre fortune, soprattutto dopo il mezzo passo falso di Elysium, nonostante la critica di mezzo mondo non lo reputi ancora tornato a buoni livelli.
    Io invece vado controcorrente, apprezzandolo parecchio sapendo sfornare un film che riesce nel suo intento principale, dare emozioni, aldilà di tutto il resto, seppure con un po' di paraculaggine, facendo leva sulla facile empatia che viene a crearsi con questo moderno pinocchio, anche se il paragone risulta essere un po' azzardato e soprattutto fuoriluogo.
    Non tanto per la mancanza di morale alla fine, ma perché il regista, come in tutti i suoi film, focalizza i suoi sforzi -oltre che geograficamente- sulle emozioni del "diverso", sulle pecore nere della società, delle difficoltà che incontra e che deve superare, con tutti i suoi sbagli e con tutti i suoi diversi tentativi.
    Gioca facile in questo caso, utilizzando una marionetta infantile dalle fattezze robotiche, ma che riesce a colpire nel segno facendo salire la bile a comando ed invitando virtualmente lo spettatore ad accompagnare il protagonista nella sua crescita -caotica- interiore, a stare dalla sua parte a prescindere dalle circostanze, a viverne gioie e dolori come se fossero nostre.
    Gioca facile, e non potrebbe essere altrimenti, con una sceneggiatura adattata allo scopo, senza che risulti necessariamente un difetto, perché come già detto, si focalizza sui sentimenti e sull'empatia, che a volte diventa un legame talmente tanto forte da far soprassedere sui vari difetti strutturali insiti nella pellicola, a partire da un cast di caratteristi un po' sotto tono, ma che fortunatamente sa riscattarsi con il proseguo della storia, in una sorta di crescita parallela a quella di Chappie, che resta sempre e comunque il fulcro del progetto.
    Parte consistente del successo -perché per me il film è un successo- è nell'estro creativo del compositore Hans Zimmer, che riesce a dare il giusto tono alle scene più importanti della pellicola, con un apporto talmente fondamentale che ritengo essere quasi decisivo.

    By Tayger
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    Direi buon vecchio mio che abbiamo gusti decisamente simili!!

    Gemma-Arterton02
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    dirtylaundry1



    C'è da dire che questo corto riabilita in un colpo solo tutti i film mezzo riusciti dedicati al punitore, sia Thomas Jane. Violento, diretto, un pugno in faccia senza sconti ceduti al "politicamente corretto".

    Tutto quello che incarna la natura di Frank Castle. Con l'intervento di Ron Pearlman. Mica pizza e fichi

    Edited by tayger - 26/2/2015, 18:41
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    Senza ombra di dubbio, ma come premettevo il regista fa di tutta un'erba un fascio e per me semplicemente gli rode.

    Fossimo precisini dovremmo dire che pure il corvo è un cinecomic come Tamara drew, ma abbiamo capito a cosa facesse riferimento. E per quanto mi riguarda, considerarli il male assoluto (noi abbiamo esteso introducendo il concetto di capolavoro mi pare) dell'industria, è esagerato, polemico e ci fare pure la figura della bertuccia vittimistica.
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    Per me, e per certi versi tuttora, Jean Claude Van Damme. La mezza passione per le arti marziali è nata con Kickboxer ed altri suoi film sul genere.

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    Io manco mi ricordavo che c'era.. Sarà che non amo la serie, ma considerando che per me è un attore abbastanza impalpabile credo sia normale... La cosa più buona che ha fatto è stata prendere a pugni Justin Bieber
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    Io ho letto Fantasmi di Tiziano Terzani; era un resoconto dei suoi dispacci verso le testate giornalistiche con cui collaborava durante tutto l'arco del governo comunista di Pol Pot, che si è macchiato anche (e soprattutto) dell'uccisione di almeno due milioni di cambogiani. Persone del suo stesso sangue.

    In realtà il libro lo cita superficialmente, perché idealmente segue passo passo l'evoluzione della storia della Cambogia. Per un bel po' di tempo è rimasto un paese misterioso, perché rifiutava i contatti con il mondo esterno.. tanto da minare tutti i bordi confinanti con gli altri stati. Certe storie sono uscite molto dopo.

    Anche io all'inizio ero un po' titubante.. però poi la paura fa largo all'entusiasmo, alla gioia di scoprire nuove cose, alla consapevolezza che in un viaggio del genere ci sei solo tu che conti, il tuo presente. Non ci sono scheletri nell'armadio che fanno rumore o la minaccia di un futuro poco roseo.. ci sei solo tu e tutto il mondo da scoprire.
    Tu e la tua voglia di metterti in gioco.
    Tu e tutto quello che vuoi fare con la tua vita in quel momento.

    Sì, fortunatamente sì, perché rischiava veramente di rovinarmi il viaggio.. il giorno dopo sono andato alla banca centrale e ho insistito per farmela ridare.

    Molti quando parlano mi dicono com'è andata in vacanza.. in realtà è stato un viaggio per me, un viaggio per capire le mie origini, e capire anche quello che sono ora, perché certi comportamenti sono così estranei alla cultura italiana e molto più affini a quella cambogiana.
    Comportamenti, o anche solo modi di pensare e ragionare, che all'inizio mi facevano sentire strano, a volte anche fuori posto. Ora invece mi sento molto più in pace con me stesso.
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    Grazie Djoke!

    Sì Prince, e ho scoperto per fortuna che non è arrugginito moltissimo.. anzi.. riesco a fare anche battute simpatiche pure in inglese. Già il mio umorismo è strano, riuscire a far battute pure in inglese mi ha riempito di orgoglio :D

    Sì il museo del genocidio è molto toccante, soprattutto se sai lavorare di fantasia ed immaginarti quegli strumenti di tortura. In realtà ci sono anche foto, di alcuni delle ultime vite, dei loro corpi straziati, dei loro occhi aperti verso la vita che hanno perso.
    Ci sono teche con i vestiti macchiati di sangue, molti anche appartenenti a bambini, che venivano torturati ed uccisi.

    Però paradossalmente quello che più mi ha angosciato è stata la foto di un giornalista australiano, emblema di tutti quegli stranieri che venivano catturati, torturati e costretti a confessare colpe non loro. Mi immagino la paura, il disorientamento, stare in un posto di cui non si conosce nulla, a partire dalla lingua, e costretti a subire violenza, e vederla perpetrata ogni giorno.

    Tutte le finestre e tutti i terrazzi, dal primo piano in poi, venivano sigillati con filo spinato, per impedire che i prigionieri si suicidassero... è terribile quello che riesce a fare l'uomo.

    Ed è terribile sapere quanto non si impari mai dal passato.
92 replies since 6/2/2008
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